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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 103<br />

iL «Giorno de L<br />

r icordo» ne LLa<br />

stampa ita Liana:<br />

da GLi anni novanta<br />

ai nostri Giorni<br />

«L’esodo cominciò quindi sin da allora [si fa riferimento al 1945, NdA], aggravandosi<br />

col passare dei mesi: qualcuno ovviamente rimase, ma è certo che la<br />

maggioranza degli italiani <strong>del</strong>l’Istria e <strong>del</strong>la Dalmazia – con l’eccezione, fino al<br />

1947, di Pola, che era stata occupata dalle truppe anglo-americane – se ne andò<br />

da quelle terre per una serie di valide motivazioni. Innanzitutto, fondamentale, <strong>il</strong><br />

motivo nazionale: era chiaro che gli jugoslavi avrebbero mirato a snazionalizzare<br />

città etnicamente italiane in maggioranza (come Fiume, Pola, Zara). Basti pensare<br />

che avevano avanzato pretese su Trieste e Gorizia sin dal 1919, alla Conferenza<br />

<strong>del</strong>la Pace […]. Esistevano poi motivazioni di carattere socio-politico, dal<br />

momento che non solo la borghesia, ma gli operai stessi non desideravano, nella<br />

loro maggioranza, vivere sotto un regime comunista di tipo staliniano, con una<br />

economia completamente statizzata e nella totale assenza di libertà, quale esisteva<br />

nel 1945 in Jugoslavia» 1 .<br />

È bene chiarire che la popolazione di lingua e cultura italiane <strong>del</strong>l’Istria, <strong>del</strong>la<br />

regione <strong>del</strong> Quarnero con Fiume, e di Zara, era autoctona, ovvero di antico<br />

ins<strong>ed</strong>iamento storico, non dunque «importata» dall’Italia nei primi decenni<br />

<strong>del</strong> Novecento, dopo la Prima guerra mondiale e durante <strong>il</strong> regime fascista,<br />

come una determinata versione ha tentato di accr<strong>ed</strong>itare presso l’opinione<br />

pubblica contemporanea.<br />

Il lungo, secolare processo di identificazione con la cultura e la lingua <strong>del</strong>la Penisola<br />

si alimentò degli stretti legami con Venezia e <strong>del</strong>le intense relazioni con la<br />

sponda occidentale <strong>del</strong>l’Adriatico, dalle Marche sino alla Puglia, in ogni settore<br />

e disciplina: dal commercio all’arte, dalle reciproche feconde interferenze cul-<br />

1. G. Salotti, L’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia quarant’anni dopo. A colloquio con <strong>Le</strong>o Valiani,<br />

in «Tempo Presente», 82-83, ottobre-novembre 1987, p. 55.<br />

inter venti<br />

di<br />

patrizia<br />

Hansen<br />

La popolazione<br />

di lingua e<br />

cultura italiane<br />

<strong>del</strong>l’istria,<br />

<strong>del</strong>la regione<br />

<strong>del</strong> Quarnero<br />

con f iume,<br />

e di Zara,<br />

era autoctona,<br />

ovvero<br />

di antico<br />

ins<strong>ed</strong>iamento<br />

storico

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