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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 197<br />

La questione<br />

orienta <strong>Le</strong><br />

Ai margini <strong>del</strong> convegno al MIUR che ha aperto <strong>il</strong> discorso <strong>del</strong>la formazione<br />

degli insegnanti sulla tematica <strong>del</strong>la questione <strong>orientale</strong> e <strong>del</strong> modo in cui i problemi<br />

possono essere presentati agli alunni ecco <strong>il</strong> mio pensiero su quello che si<br />

può e/o si deve fare.<br />

Da anni <strong>il</strong>lustri personaggi e testimoni dei fatti frequentano le scuole d’Italia<br />

con discreta partecipazione da parte degli studenti alle iniziative e scarsa da parte<br />

dei docenti.<br />

In genere i docenti di <strong>Le</strong>ttere e Storia hanno una cultura fortemente orientata,<br />

spesso a sinistra, e hanno una visione distorta <strong>del</strong>le cause degli eventi dovuti ad<br />

una <strong>ed</strong>ucazione storica fondata su miti più o meno condivisib<strong>il</strong>i ma certamente<br />

non realistica.<br />

Di conseguenza è molto diffic<strong>il</strong>e far loro capire la reale portata degli eventi che<br />

hanno colpito ai confini una popolazione italiana inerme abbandonata a se stessa<br />

da poteri centrali in fuga o latitanti.<br />

Quello che colpisce noi e i nostri corrispettivi rimasti nelle nostre terre è la totale<br />

ignoranza da parte <strong>del</strong>la maggioranza <strong>del</strong>la popolazione italiana <strong>del</strong>la presenza<br />

di italiani autoctoni soprattutto in Istria.<br />

Posso citare episodi in cui gli italiani di Fiume e Pola si sono sentiti mortalmente<br />

offesi dal fatto che i turisti <strong>del</strong>la penisola gli chi<strong>ed</strong>essero «Come mai parlate italiano<br />

così bene?». Non più tardi di qualche giorno fa la stessa meraviglia l’hanno<br />

dimostrata gli studenti portati dal sindaco di Roma Alemanno a Fiume. Ed erano<br />

stati preparati al Campidoglio da incontri con persone competenti, tra cui la<br />

stessa preside Ingrid Sever.<br />

Ma tant’è: 60 anni di disinformazione hanno trasformato Fiume in Rijeka per<br />

i nostri maggiori giornali sportivi mentre Zagreb resta Zagabria e Beograd resta<br />

Belgrado.<br />

Allora cosa bisognerebbe fare nelle scuole?<br />

Il mio modesto parere è che non bastano incontri, pur prestigiosi, coi ragazzi<br />

<strong>del</strong>l’ultimo anno di <strong>scuola</strong> secondaria su foibe, esodo e storia <strong>del</strong> Novecento.<br />

Quello che è opportuno impostare da parte dei nostri gruppi di lavoro in tutt’Italia<br />

è una serie di progetti a tutti i livelli scolastici eseguib<strong>il</strong>i alternativamente nelle<br />

singole classi, in classi parallele in tutta la <strong>scuola</strong>.<br />

I progetti devono essere «confezionati» nei minimi dettagli in modo da poter<br />

essere presentati «chiavi in mano» ai docenti nel periodo marzo-apr<strong>il</strong>e su-<br />

inter venti<br />

di<br />

maria Luisa<br />

Botteri<br />

q uello che<br />

colpisce<br />

è la totale<br />

ignoranza<br />

da parte <strong>del</strong>la<br />

maggioranza<br />

<strong>del</strong>la<br />

popolazione<br />

italiana<br />

<strong>del</strong>la presenza<br />

di italiani<br />

autoctoni<br />

soprattutto<br />

in istria

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