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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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inter venti<br />

in istria<br />

r enato f erlin è<br />

ritornato dopo<br />

dieci anni<br />

214 • studi e documenti degli annali <strong>del</strong>la pubblica istruzione<br />

che aveva portato con sé era una borsa di pelle, conservata tuttora. Dentro c’erano<br />

un cambio di biancheria pulita <strong>ed</strong> un litro di grappa. Ne bevve un lungo sorso<br />

e si mise a dormire. All’alba, dopo aver fatto l’autostop, trovò un passaggio.<br />

Il signore che lo aveva preso a bordo capì che si trattava di un fuggitivo. Portami<br />

indietro e andiamo fuori strada – la reazione di Ferlin. Ma non c’erano problemi,<br />

quell’uomo voleva aiutarlo. Dopo una sosta a Gorizia dagli amici incontrati<br />

<strong>il</strong> giorno prima, andò a Trieste. Chiesto as<strong>il</strong>o politico, venne sistemato al campo<br />

profughi di San Sabba. Fece sapere ai genitori <strong>del</strong> buon esito <strong>del</strong>la vicenda.<br />

I miei erano voluti rimanere sulla terra che da sempre era <strong>del</strong>la famiglia; non pensavano<br />

potesse durare quell’occupazione balcanica <strong>del</strong>l’Istria, che non aveva prec<strong>ed</strong>enti<br />

nella storia. Pensavano ad una burrasca passeggera. E poi c’erano i vecchi, diffic<strong>il</strong>i<br />

da muovere; mia nonna per esempio era immob<strong>il</strong>izzata.<br />

Renato sarebbe voluto rimanere in Italia, ma non c’erano possib<strong>il</strong>ità di lavoro così<br />

aderì al programma IRO (International Refugee Organization) di emigrazione.<br />

Gli di<strong>ed</strong>ero una valigia <strong>ed</strong> un vestito – lo chiamava <strong>il</strong> vestito <strong>del</strong>le ortiche per<br />

tanto era ruvido. Ma sente di dover ringraziare anche per quello. E nell’apr<strong>il</strong>e <strong>del</strong><br />

1959, a Napoli, s’imbarcò sulla Fairsea alla volta <strong>del</strong>l’Australia, dove arrivò <strong>il</strong> 10<br />

maggio. Nel campo di raccolta di Boneg<strong>il</strong>la rimase quasi tre mesi, impegnandosi<br />

seriamente nello studio <strong>del</strong>l’inglese e frequentando le lezioni per quattro ore al<br />

giorno. Uscito dal campo, trovò lavoro come imbianchino e sistemazione presso<br />

un’anziana coppia di australiani. Non può che avere un buon ricordo <strong>del</strong>la grande<br />

ospitalità ricevuta dal popolo australiano. L’inserimento nel nuovo tessuto non<br />

fu diffic<strong>il</strong>e. – racconta – Istriano, appartenente ad una cultura veneta, fino all’anno<br />

prima avevo subito l’imposizione di una realtà in cui non mi riconoscevo. Quindi<br />

quella australiana fu molto più fac<strong>il</strong>e e gradevole da accogliere. In Australia mi<br />

rendevo conto di non essere a casa mia e in tal senso dovevo adeguarmi, imparando<br />

ad accettare usi e regolamenti.<br />

La prima vacanza la trascorse a Natale, in campeggio a Sorrento (località turistica<br />

<strong>del</strong> golfo di Melbourne), portato da una famiglia con cui aveva fatto amicizia.<br />

C’erano zanzare, le bull-ants (le formiche-toro) che quando pizzicavano facevano<br />

male per tre giorni… però ricorda tutto molto volentieri, era tutto bello.<br />

Non ha brutti ricordi <strong>del</strong>l’Australia. Dopo due anni da dipendente, riuscì a<br />

mettersi in proprio e ad avviare una ditta di pitturazioni che ancora oggi gestisce<br />

con molta soddisfazione. Nel 1985 fu presidente <strong>del</strong>la Famiglia Istriana, fondata<br />

– precisa Ferlin – da un gruppo di coraggiosi istriani, allora senza una s<strong>ed</strong>e; oggi<br />

conta 180 soci.<br />

Sua moglie, originaria di un paesino <strong>del</strong>la provincia di Potenza, Viggiano, gli ha<br />

dato due figli, entrambi laureati <strong>ed</strong> in carriera, <strong>il</strong> maggiore addirittura in California.<br />

In tutti questi anni a casa sua, la lingua d’obbligo è sempre stata la lingua<br />

italiana, arricchita magari da qualche bella parola istriana.<br />

In Istria Renato Ferlin è ritornato dopo dieci anni. Fu una grande emozione ritrovarsi<br />

ancora nella sua terra. Non dimenticherò mai quelle strade bianche, <strong>il</strong> pol-

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