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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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inter venti<br />

gli eccidi <strong>del</strong><br />

’43 hanno<br />

rappresentato<br />

la frattura<br />

più grave<br />

<strong>del</strong>la storia<br />

<strong>del</strong>l’istria:<br />

l’equ<strong>il</strong>ibrio<br />

antropologico<br />

raggiunto dalla<br />

società istriana<br />

lì è stato<br />

bruscamente<br />

alterato,<br />

insinuando<br />

in una società<br />

povera, mite<br />

e pacifica,<br />

la paura<br />

42 • studi e documenti deg Li anna Li de LLa pubb Lica istruzione<br />

danno 355 salme, mentre risultano circa 500 le denunce di persone scomparse.<br />

Intorno agli eccidi istriani <strong>del</strong> ’43 si è discusso <strong>del</strong>la proporzione numerica e<br />

<strong>del</strong> l’effettiva funzione snazionalizzante degli italiani, perfino di quel tanto di<br />

magi co/ar cano che ha accompagnato le stragi, ma molto meno si è ragionato<br />

<strong>del</strong> messaggio paralizzante che hanno prodotto, riconducib<strong>il</strong>e ad una progettazione<br />

che ha accompagnato, fino dal 1941, l’insurrezione in Istria con arresti e<br />

liquidazioni che apparentemente sembrano di carattere arbitrario ma sottendono<br />

a un significato politico di consapevole terrorismo, in cui se nell’azione più<br />

violenta non è diffic<strong>il</strong>e cogliere una primitività <strong>del</strong>la violenza, nella sua pianificazione<br />

prevale <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o rivoluzionario professionista, dove lo spontaneismo lascia<br />

<strong>il</strong> campo a fasi più organizzate e finalizzate.<br />

Il sistema adottato nel corso <strong>del</strong>l’insurrezione <strong>del</strong> ’43 in Istria è semplice quanto<br />

efficace perché gioca sul meccanismo che porta alla paralisi <strong>del</strong>l’avversario. Il<br />

rapimento e la sparizione di tante persone mette la società colpita nella difficoltà<br />

di individuare una strategia di risposta; nel timore di influenzare la sorte degli<br />

ostaggi ritarda i tempi di reazione, mentre nei congiunti, fin quando non ritornano<br />

o non viene trovata la salma, rimane sempre viva la speranza che siano in vita.<br />

Però un fatto è indiscutib<strong>il</strong>e: gli eccidi <strong>del</strong> ’43 hanno rappresentato la frattura<br />

più grave <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’Istria: l’equ<strong>il</strong>ibrio antropologico raggiunto dalla società<br />

istriana lì è stato bruscamente alterato, introducendo la categoria discriminatoria<br />

<strong>del</strong> prima e <strong>del</strong> dopo la violenza, insinuando in una società povera, mite e<br />

pacifica, la paura.<br />

L’occupazione jugos Lava de LLa venezia giu Lia<br />

Nell’autunno 1944 i dalmati di Zara furono costretti abbandonare la loro città<br />

sotto i bombardamenti alleati <strong>del</strong>l’autunno ’44, sollecitati dallo stesso Tito. A<br />

quei profughi, i t<strong>ed</strong>eschi negarono <strong>il</strong> diritto di rifugio a Trieste, temendo che la<br />

loro presenza potesse accentuare <strong>il</strong> carattere italiano <strong>del</strong>la città. Nel marzo 1945<br />

iniziò un primo sfollamento di popolazione da Pola che trovò rifugio nella campagna<br />

friulana 2 .<br />

Nell’apr<strong>il</strong>e 1945 la IV Armata jugoslava e <strong>il</strong> IX Corpus sloveno puntarono con<br />

decisione verso la costa adriatica. I t<strong>ed</strong>eschi avevano deciso di tenere Trieste per<br />

permettere la ritirata <strong>del</strong>le proprie truppe schierate in Istria e intorno a Fiume.<br />

Il CLN triestino, palesate le intenzioni jugoslave, decise di organizzare l’insurrezione<br />

e anticipare così l’ingresso <strong>del</strong>le truppe di Tito che, però dovevano es-<br />

2. G.G. Posar, Naufragio in Dalmazia, Monciatti, Trieste, 1956; N. Luxardo De Franchi,<br />

Dietro gli scogli di Zara, Editrice Goriziana, Gorizia, 1992; O. Talpo, Dalmazia, una cronaca<br />

per la storia (1943-1944), Ufficio Storico <strong>del</strong>lo Stato Maggiore <strong>del</strong>l’Esercito, Roma, 1994.

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