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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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l e <strong>vicende</strong> <strong>del</strong> c onfine orient ale <strong>ed</strong> <strong>il</strong> <strong>mondo</strong> <strong>del</strong>la s cuola • 215<br />

verone, la prima boccata d’aria di casa, quando intravidi da lontano <strong>il</strong> mio Sanvincenti.<br />

Mi fermai a trecento metri dal paese, con <strong>il</strong> cuore che martellava. È indimenticab<strong>il</strong>e<br />

l’agitazione che provai nel momento in cui scorsi <strong>il</strong> campan<strong>il</strong>e, <strong>il</strong> castello, le<br />

mura, le campagne che avevano visto la mia infanzia, dove avevo pascolato le capre,<br />

dove andavo a rubare l’uva…<br />

Riabbracciò i genitori, in tutti quegli anni sempre vissuti al paese. La gente istriana<br />

ha saputo soffrire – puntualizza – sia andati che rimasti.<br />

Con sua grande soddisfazione, Renato Ferlin ha rivisto i suoi genitori anche in<br />

Australia, dove gli fecero visita nel 1971.<br />

Conclude con qualche appunto l’esposizione <strong>del</strong>la sua esperienza. Noi Istriani<br />

siamo un po’ risentiti nei confronti <strong>del</strong>le autorità governative italiane. Ci sembra di<br />

esser considerati degli emarginati, perché per esser riconosciuti come italiani, dopo<br />

che abbiamo dato tutto per conservare la nostra identità, per riacquistare la cittadinanza<br />

italiana, dobbiamo dimostrare di essere stati italiani.<br />

Dopo <strong>il</strong> crollo <strong>del</strong>la Jugoslavia, in Australia con una proc<strong>ed</strong>ura molto semplice<br />

sono stati rivisti i suoi antichi documenti di entrata che lo qualificavano come<br />

jugoslavo. E la stessa cosa l’hanno potuta fare anche i suoi figli, che hanno avuto<br />

corretto <strong>il</strong> certificato anagrafico, ora attestante l’origine italiana <strong>del</strong> loro padre.<br />

Come mai le autorità australiane sono intervenute così velocemente e con quelle italiane<br />

invece dobbiamo subire tanta burocrazia? – l’appello di Ferlin, raccolto durante<br />

l’intervista avvenuta a Melbourne nel 1998.<br />

Dal libro Storie fuori dalla Storia (2001)<br />

di Viviana Facchinetti<br />

<strong>il</strong> ricordo ad a <strong>del</strong>aide di un istriano strappato bambino dalle sue radici:<br />

mario f lego<br />

Optare per l’Italia equivalse a scegliere la strada <strong>del</strong>l’es<strong>il</strong>io – racconta Mario Flego,<br />

nativo di Orsera, che abbandonò assieme a genitori e fratelli a bordo di un trabaccolo,<br />

<strong>il</strong> 21 ottobre 1948. Fu una decisione diffic<strong>il</strong>e e sofferta dei miei fam<strong>il</strong>iari,<br />

non disposti ad essere fagocitati dalle trasformazioni subite dal loro paese. Io non<br />

avevo ancora compiuto nove anni.<br />

Alla ferita nell’anima, si accompagnarono anche le privazioni nel fisico di Mario,<br />

colpito da pleurite durante <strong>il</strong> periodo di accoglimento al s<strong>il</strong>os di Trieste. Non<br />

ancora guarito, la famiglia venne trasferita al centro di accoglienza di Laterina in<br />

provincia di Arezzo. Ancora oggi quel campo è ricordato come <strong>il</strong> peggiore <strong>del</strong>la penisola<br />

– spiega. In una valle attraversata dall’Arno, vennero alloggiati in baracche<br />

spesso senza porte o, quando c’erano, con ampie fessure aperte agli spifferi umidi<br />

e fr<strong>ed</strong>di che salivano dalle campagne lungo <strong>il</strong> fiume. Per la struttura grac<strong>il</strong>e e ca-<br />

inter venti

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