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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 33<br />

In secondo luogo, lo sv<strong>il</strong>uppo economico modifica i rapporti di potere: fino alla<br />

metà <strong>del</strong>l’Ottocento nell’Impero asburgico esistevano tre grandi piazze finanziarie:<br />

Vienna, Praga e Trieste. Trent’anni più tardi, dopo la grande depressione e<br />

la successiva ristrutturazione, ne sono rimaste solo due: Vienna e Praga, Trieste<br />

non c’è più. Lo sv<strong>il</strong>uppo economico continua lo stesso, ma oramai è finanziato<br />

quasi integralmente o dal capitale austro-t<strong>ed</strong>esco, oppure da quello ceco-slavo.<br />

Per di più, <strong>il</strong> capitale ceco non è politicamente neutro, perché in tutto l’Impero<br />

la borghesia ceca si presenta come l’alfiere dei diritti dei popoli slavi, e finanzia<br />

ovunque i movimenti nazionali slavi.<br />

Qual è la conseguenza generale? Che l’autonomia istituzionale e <strong>il</strong> pr<strong>ed</strong>ominio<br />

politico degli italiani cominciano a scricchiolare, e senza quella gabbia protettiva<br />

gli italiani temono di venir fac<strong>il</strong>mente inghiottiti dalla prevalenza numerica<br />

di sloveni e croati. Per di più, anche l’autonomia politica si sta svuotando di<br />

contenuti, perché la classe dirigente italiana sta perdendo <strong>il</strong> controllo dei gangli<br />

economici in una fase di trasformazione accelerata. Quel che segue è <strong>il</strong> panico e<br />

la soluzione politica escogitata per bloccarlo si chiama irr<strong>ed</strong>entismo, vale a dire<br />

volontà di distacco dall’Austria e richiesta di annessione all’Italia.<br />

L’irr<strong>ed</strong>entismo giuliano ha una parabola piuttosto significativa, esemplare <strong>del</strong>l’evoluzione<br />

<strong>del</strong> clima politico non solo nella Venezia Giulia: comincia a sinistra e finisce<br />

a destra. <strong>Le</strong> prime frange irr<strong>ed</strong>entiste, che compaiono già nel corso degli anni<br />

Settanta, sono vicine agli ambienti più radicali <strong>del</strong> movimento risorgimentale<br />

italiano, cioè al garibaldinismo e al mazzinianesimo. È a questo f<strong>il</strong>one «democratico»,<br />

in senso risorgimentale, che fa riferimento quello che viene in genere considerato<br />

<strong>il</strong> primo martire <strong>del</strong>l’irr<strong>ed</strong>entismo, Guglielmo Oberdan (la cui vicenda<br />

meriterebbe un interessantissimo discorso a parte, perché offre moltissimi spunti).<br />

Poi però all’irr<strong>ed</strong>entismo democratico, che non piace molto alla classe dirigente<br />

che si definisce liberal-nazionale, si affianca un altro f<strong>il</strong>one, che guarda invece<br />

alle novità <strong>del</strong> panorama politico italiano, cioè al nazionalismo. Questo piace<br />

di più e diventa progressivamente l’ideologia dominante, di fatto condivisa<br />

e cautamente supportata anche dalla dirigenza politica liberal-nazionale. Tale è<br />

la versione <strong>del</strong>l’irr<strong>ed</strong>entismo che maggiormente si diffonde anche nelle organizzazioni<br />

di massa su base nazionale create dagli italiani in tutti i territori appartenenti<br />

all’Austria, su imitazione <strong>del</strong> mo<strong>del</strong>lo creato dal movimento pangermanista.<br />

L’organizzazione principe è la <strong>Le</strong>ga Nazionale, ma a fianco di essa esiste<br />

una miriade di altre associazioni, che effettivamente costituiscono un tessuto di<br />

massa, antagonista a quello slavo – altrettanto sv<strong>il</strong>uppato – e sempre più fieramente<br />

avverso all’Austria.<br />

Dal punto di vista <strong>del</strong> ragionamento politico, l’irr<strong>ed</strong>entismo deve però risolvere<br />

un problema di fondo, sentito per la verità molto più a Trieste che in Istria. Tutti<br />

sanno che dal punto di vista economico Trieste è una costruzione assolutamente<br />

artificiale <strong>del</strong>l’impero austriaco, che si regge su di un meccanismo di priv<strong>il</strong>egi<br />

combinato a investimenti pubblici, sistema che ha come base <strong>il</strong> controllo <strong>del</strong><br />

inter venti<br />

a ll’irr<strong>ed</strong>entismo<br />

democratico,<br />

che non piace<br />

molto alla<br />

classe dirigente<br />

che si definisce<br />

liberal-nazionale,<br />

si affianca un<br />

altro f<strong>il</strong>one,<br />

che guarda<br />

invece<br />

alle novità<br />

<strong>del</strong> panorama<br />

politico<br />

italiano, cioè<br />

al nazionalismo

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