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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 203<br />

iL dramma<br />

de L<strong>Le</strong> «f oibe»<br />

e de LL’«esodo»: una<br />

storia da riscrivere<br />

Accogliendo l’invito, come ogni anno, proveniente dal MIUR e muovendo da<br />

posizioni non pregiudiziali, con un’attenta <strong>ed</strong> approfondita ricerca <strong>del</strong>le fonti (la<br />

bibliografia consultata è acclusa all’indice <strong>del</strong> lavoro cartaceo) e con l’apporto di<br />

testimoni viventi <strong>del</strong> dramma degli italiani d’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia,<br />

alcuni dei quali sono venuti anche a Mercato San Severino (SA) negli anni scorsi,<br />

anche quest’anno l’Istituto di Istruzione Superiore Polispecialistico «P. Virg<strong>il</strong>io<br />

Marone» ha celebrato, <strong>il</strong> 10 febbraio, <strong>il</strong> «Giorno <strong>del</strong> Ricordo», istituito con<br />

la <strong>Le</strong>gge 30 marzo 2004 n. 92, <strong>ed</strong> ha partecipato, conseguendo <strong>il</strong> primo posto,<br />

con un lavoro di ricerca storico-giuridica, traendone anche una presentazione in<br />

PowerPoint, al Concorso «Premio Nazionale Giovanni Palatucci» indetto ogni<br />

anno dal CEPIS di Salerno per ricordare e celebrare la figura di Giovanni Palatucci<br />

ultimo questore reggente di Fiume italiana, martire a Dachau.<br />

Stimolati dalle chiare <strong>ed</strong> efficaci, ancorché tardive, affermazioni <strong>del</strong> presidente<br />

<strong>del</strong>la Repubblica: «Non dobbiamo tacere, assumendoci la responsab<strong>il</strong>ità di aver<br />

negato o teso ad ignorare la verità per pregiudiziali ideologiche e cecità politica <strong>il</strong><br />

dramma <strong>del</strong> popolo giuliano-dalmata. Una trag<strong>ed</strong>ia rimossa per calcoli diplomatici<br />

e convenienze internazionali». Essa fu scatenata «da un moto di odio e furia sanguinaria<br />

e un disegno annessionistico slavo che prevalse innanzitutto nel Trattato di<br />

Pace <strong>del</strong> 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica» (Giorgio Napolitano,<br />

Roma 10 febbraio 2007) abbiamo evidenziato in particolare (data la<br />

brevità <strong>del</strong>lo spazio concesso per <strong>il</strong> presente contributo) quattro punti sul tema<br />

<strong>del</strong>le «foibe» e <strong>del</strong>l’«esodo» che ci sembrano assolutamente non più confutab<strong>il</strong>i:<br />

1) <strong>il</strong> superamento <strong>del</strong>le tesi giustificazioniste (fu una reazione all’oppressione<br />

<strong>del</strong>l’Italia fascista), riduzioniste (si è trattato in qualche caso di singoli episodi di<br />

vendetta contro la borghesia italiana) <strong>ed</strong>, in un primo tempo, addirittura negazioniste<br />

(non era possib<strong>il</strong>e che <strong>il</strong> comunismo si macchiasse di crimini analoghi<br />

in tutto e per tutto a quelli nazisti), ormai appartenenti alla minoranza di storici<br />

<strong>il</strong> cui giudizio appare ancora fortemente condizionato da «cecità politica e pregiudiziali<br />

ideologiche».<br />

inter venti<br />

di<br />

f rancesco<br />

casale

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