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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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inter venti<br />

a llora era<br />

assai fac<strong>il</strong>e<br />

attribuire ad<br />

ogni forma<br />

di italianità<br />

l’etichetta<br />

di fascismo<br />

40 • studi e documenti deg Li anna Li de LLa pubb Lica istruzione<br />

Ma che tipo d’insurrezione era scoppiata soprattutto nell’Istria centrale, caratterizzata<br />

da piccoli centri urbani di popolazione italiana e la campagna a maggioranza<br />

croata?<br />

Proprio in Istria si affermò un movimento insurrezionale costituito principalmente<br />

da nazionalisti e comunisti croati e da comunisti italiani che di<strong>ed</strong>ero vita a<br />

Pisino <strong>il</strong> 13 settembre 1943, ad un Comitato <strong>il</strong> quale proclamò la decadenza <strong>del</strong>la<br />

sovranità italiana sull’Istria e la sua annessione alla Croazia, espressa dal Consiglio<br />

Territoriale Antifascista di Liberazione Nazionale, collegato al Consiglio<br />

Antifascista Popolare di Liberazione <strong>del</strong>la Jugoslavia. Un pronunciamento che<br />

avrà un valore vincolante per le sorti <strong>del</strong>l’Istria: infatti fu confermato dai massimi<br />

organi jugoslavi per ben due volte, tra <strong>il</strong> 1943 e 1944, e risultò l’elemento sul<br />

quale Tito fece forza davanti agli Alleati per pretendere tutta la Venezia Giulia.<br />

In passato <strong>il</strong> problema era stato liquidato come un esempio di «rivolta contadina»<br />

come di una violenta vendetta verso coloro che, direttamente <strong>ed</strong> indirettamente,<br />

si erano fatti strumento <strong>del</strong> regime fascista nella politica di snazionalizzazione e<br />

repressione nella regione di <strong>confine</strong>; come di una ribellione contro i possidenti<br />

italiani <strong>ed</strong> i rappresentanti, non necessariamente borghesi, <strong>del</strong>lo Stato italiano,<br />

non più distinto dal regime fascista.<br />

Fu atto rivoluzionario ma dai forti connotati nazionalisti, con i tratti esteriori<br />

<strong>del</strong>la jaquerie, come la distruzione degli archivi municipali e <strong>del</strong>l’erario, la scomparsa<br />

degli arrestati, violenze nei riguardi di donne e ragazze, efferate esecuzioni<br />

accompagnate e prec<strong>ed</strong>ute da sevizie fino al v<strong>il</strong>ipendio <strong>del</strong>le salme oltre che<br />

<strong>il</strong> loro occultamento.<br />

Come ha annotato la scrittrice istriana Lina Galli in quelle notti, lontani falò <strong>il</strong>luminavano<br />

le alture; gli armenti erano stati abbandonati nelle campagne; i coloni<br />

erano spariti dalle case perché concentrati dagli agitatori nei boschi, armati<br />

con gli attrezzi agricoli e pronti a muovere verso paesi e città, abitati da italiani,<br />

cioè dai «signori» o meglio dai «fascisti». Perché allora era assai fac<strong>il</strong>e attribuire<br />

ad ogni forma di italianità l’etichetta di fascismo.<br />

Ci furono casi di vendette imm<strong>ed</strong>iate e di efferate esecuzioni sommarie, ma la<br />

maggioranza degli arrestati fu concentrata nel castello di Pisino, con l’intento ben<br />

chiaro di paralizzare la collettività italiana e la sua classe dirigente, fino al grado<br />

più basso di rappresentazione <strong>del</strong>lo Stato italiano; <strong>il</strong> Comitato insurrezionale li<br />

avrebbe voluti processare, e quindi espellere dalla regione gli italiani giuntivi dopo<br />

<strong>il</strong> 1918, come nei propositi <strong>del</strong> proclama lanciato da Pisino.<br />

Per contro i Comitati di Salute Pubblica, sorti dopo la caduta <strong>del</strong> fascismo e formati<br />

da pochi e deboli esponenti <strong>del</strong>la vecchia società liberale, non furono in grado<br />

di affrontare la situazione e così tra gli italiani prevalsero rassegnazione, fatalismo,<br />

impotenza – raramente gli arrestati opposero resistenza sottovalutando i<br />

fatti – e la netta percezione che l’intera regione era oramai isolata dal resto d’Italia.<br />

Nell’ottobre 1943 i t<strong>ed</strong>eschi organizzarono un’offensiva sull’Istria per assicurarsi<br />

<strong>il</strong> controllo <strong>del</strong>la regione e sotto l’incalzare t<strong>ed</strong>esco <strong>il</strong> Comitato insurrezionale

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