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Le vicende del confine orientale ed il mondo della scuola

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<strong>Le</strong> <strong>vicende</strong> de L <strong>confine</strong> orient a <strong>Le</strong> <strong>ed</strong> i L <strong>mondo</strong> de LLa s cuo La • 43<br />

sere considerate alleate degli anglo-americani che stavano ancora dall’altra parte<br />

<strong>del</strong>l’Adriatico. Solo in quel modo si poteva dimostrare l’esistenza di una Resistenza<br />

democratica che si appellava al movimento di liberazione italiano.<br />

Trieste insorse <strong>il</strong> 30 apr<strong>il</strong>e 1945, Gorizia si difese dal ripiegamento <strong>del</strong>le forze collaborazioniste<br />

slave, ma in poche altre località istriane, come Isola e Pola, oppure<br />

a Fiume si cercò di dimostrare l’esistenza di una Resistenza non f<strong>il</strong>ojugoslava.<br />

Con la resa t<strong>ed</strong>esca l’intera regione finì sotto <strong>il</strong> controllo <strong>del</strong>le forze m<strong>il</strong>itari jugoslave,<br />

coabitanti con gli anglo-americani solo a Gorizia, Monfalcone e Trieste.<br />

Appena occupati i capoluoghi dalle truppe jugoslave, si ins<strong>ed</strong>iarono i Consigli<br />

Popolari di Liberazione che si affrettarono a dichiarare l’annessione alla Jugoslavia.<br />

Nel frattempo erano state preparate <strong>del</strong>le liste di proscrizione e gli arresti<br />

furono eseguiti su mandato <strong>del</strong>la polizia politica jugoslava (Ozna) <strong>ed</strong> eseguiti<br />

da elementi dei reparti speciali, in molti casi coadiuvati da fiancheggiatori locali.<br />

Gli arrestati furono detenuti sotto sorveglianza armata dall’esercito jugoslavo<br />

<strong>ed</strong> a Trieste s’ins<strong>ed</strong>iò un Tribunale <strong>del</strong> Popolo con tanto di Pubblico Accusatore<br />

che spiccò mandato di comparizione anche nei confronti di alcuni esponenti<br />

<strong>del</strong> CLN cittadino. Certamente operarono anche bande incontrollate formate<br />

da <strong>del</strong>inquenti comuni, ex collaborazionisti dei nazisti e soggetti animati da intenzioni<br />

vendicative, al punto che le stesse autorità m<strong>il</strong>itari jugoslave dovettero<br />

intervenire, sia pur tardivamente, per far cessare gli abusi.<br />

Una manifestazione popolare italiana a Trieste venne stroncata nel sangue <strong>il</strong><br />

5 maggio 1945, alla quale fecero seguito altri arresti per tutto <strong>il</strong> mese di maggio<br />

e in tutte le località <strong>del</strong>la regione. Il CLN di Trieste fu denunciato come «fascismo<br />

mascherato», alcuni esponenti a Gorizia e Trieste furono arrestati – e non<br />

fecero ritorno – mentre altri furono costretti alla clandestinità. Fu l’unico CLN<br />

italiano costretto a tornare in clandestinità a guerra finita.<br />

M<strong>il</strong>itari <strong>del</strong>la RSI, <strong>del</strong>le forze t<strong>ed</strong>esche e <strong>del</strong>le formazioni slave furono catturati<br />

e passati per le armi, altri furono inviati in campi di concentramento allestiti in<br />

Slovenia e Croazia, dove le pessime condizioni di vita <strong>ed</strong> igieniche provocarono<br />

numerosi decessi. Negli stessi momenti le autorità jugoslave di<strong>ed</strong>ero vita soprattutto<br />

a Trieste <strong>ed</strong> a Gorizia ad un’ondata di arresti – 10-12 m<strong>il</strong>a secondo una<br />

stima degli Alleati – che provocò <strong>il</strong> panico: non bastavano più le carceri a contenere<br />

tutti, per cui furono rinchiusi in caserme, <strong>ed</strong>ifici scolastici e perfino nella<br />

Risiera di San Saba, fino a pochi giorni prima ut<strong>il</strong>izzata dai nazisti.<br />

A Basovizza, nei pressi <strong>del</strong> pozzo <strong>del</strong>la miniera, operò per qualche giorno un tribunale<br />

m<strong>il</strong>itare <strong>del</strong>la IV Armata jugoslava che condannò a morte, sulla base di<br />

testimonianze dirette, un centinaio di persone, soprattutto agenti <strong>del</strong>la Questura<br />

3 . Gli iniziali obiettivi <strong>del</strong>le retate erano collaborazionisti, esponenti minori <strong>del</strong><br />

fascismo repubblicano, sloveni anticomunisti, ma anche i gregari dei corpi di si-<br />

3. E. Apih, Trieste, Laterza, Roma-Bari, 1988.<br />

inter venti<br />

a ppena<br />

occupati<br />

i capoluoghi<br />

dalle truppe<br />

jugoslave,<br />

si ins<strong>ed</strong>iarono<br />

i c onsigli<br />

popolari<br />

di Liberazione<br />

che si<br />

affrettarono<br />

a dichiarare<br />

l’annessione<br />

alla j ugoslavia

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