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Senza titolo-2 - aafvg associazione allevatori del friuli venezia giulia

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La costruzione di una filiera produttiva per il comparto suinicolo richiede la presenza di<br />

numerosi operatori, coinvolti sia nella fase di produzione primaria sia in quella<br />

industriale di trasformazione, e risulta pertanto complessa. La filiera, infatti, nasce dalla<br />

produzione agricola degli alimenti e dall’allevamento, comprendendo anche i centri<br />

genetici e le aziende mangimistiche, e prosegue con il macello, la lavorazione <strong>del</strong>le<br />

carcasse e <strong>del</strong>le carni, la successiva trasformazione in prodotti finiti e termina con la<br />

distribuzione.<br />

Nella figura 4 sono stati rappresentati due possibili scenari per la filiera suina. Nel<br />

primo caso (Figura 4A) i grandi gruppi alimentari ed industriali sono gli attori principali<br />

e, in base ad accordi con la grande distribuzione organizzata, controllano i prezzi di<br />

mercato e i volumi dei prodotti e, quindi, stabiliscono la distribuzione degli utili agli<br />

altri attori. In alcuni casi, i grandi gruppi alimentari sono proprietari anche di<br />

mangimifici, centri genetici e strutture di macellazione, limitando in tal modo le scelte<br />

tecniche e operative <strong>del</strong>l’allevatore e prediligendo una distribuzione <strong>del</strong>le marginalità<br />

all’interno <strong>del</strong>la propria compagine societaria. Il secondo scenario (Figura 4B) prevede<br />

la costituzione di una rete fra le aziende <strong>del</strong>la filiera attraverso la stipula di contratti<br />

coordinati fra i diversi attori, in modo da garantire una più equa distribuzione <strong>del</strong>le<br />

marginalità. In altri termini, l’accordo commerciale fra l’allevatore e il macellatore deve<br />

tenere conto di quello in essere fra le aziende di trasformazione e il macellatore, in<br />

modo che oscillazioni positive o negative <strong>del</strong> prezzo di vendita dei prodotti al consumo<br />

siano ripartite in modo predeterminato e armonico fra gli attori <strong>del</strong>la filiera. Negli<br />

allegati 1 e 2 sono stati predisposti degli esempi di accordi economici di filiera, che<br />

possono essere stabiliti fra <strong>allevatori</strong> e macellatori (Allegato 1) e fra questi e i<br />

prosciuttifici (Allegato 2) e che prevedono un premio sul prezzo di acquisto in funzione<br />

alla qualità oggettiva <strong>del</strong>le partite di carcasse e di cosce, in grado di garantire una<br />

distribuzione <strong>del</strong>le marginalità fra gli attori <strong>del</strong>la filiera stessa. Se nel primo scenario il<br />

flusso economico e dei prodotti e gestito da un attore principale, che assume decisioni<br />

operative e stabilisce le strategie, nel secondo caso si dovrebbe assistere a una<br />

condivisione <strong>del</strong>le scelte operative in funzione <strong>del</strong>le richieste <strong>del</strong> mercato al consumo.<br />

L’analisi dei punti di forza e di debolezza, <strong>del</strong>le opportunità e <strong>del</strong>le minacce (SWOT<br />

analysis) è riportata nella tabella 5 ed evidenzia la grande potenzialità che un sistema<br />

integrato, rivolto non solo alla produzione di cosce per la DOP prosciutto di San<br />

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