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Senza titolo-2 - aafvg associazione allevatori del friuli venezia giulia

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<strong>del</strong>l’asciugatura il salame deve aver subito un calo peso di almeno il 18% e avere un<br />

Aw di 0,92 – 0,93. Ciò indipendentemente dal tipo di prodotto, che si vuole ottenere.<br />

Tali valori di Aw stabilizzano il salame e impediscono lo sviluppo di qualsiasi<br />

microrganismo patogeno o alterante. In questa fase cominciano a sviluppare le muffe<br />

sul bu<strong>del</strong>lo; muffe che svolgono diverse azioni: impedire ossidazione <strong>del</strong> grasso,<br />

favorire gli scambi di umidità con l’esterno, liberare enzimi proteolitici e lipolitici, che,<br />

una volta nell’impasto, favoriscono la maturazione. Le muffe e i lieviti, in realtà, si<br />

sviluppano sui bu<strong>del</strong>li anche durante tutta la stagionatura.<br />

5) La stagionatura. La stagionatura è la fase nella quale avvengono tutte le principali<br />

modificazioni <strong>del</strong>le caratteristiche sensoriali dei salami. In questa fase vengono<br />

utilizzate temperature di 10 - 12°C per i salami a grana fine; mentre 12 - 14°C per gli<br />

altri. L’U.R. <strong>del</strong>le camere di stagionatura è diversa da quella utilizzata in asciugatura.<br />

L’U.R. varia tra il 70 e il 85% e solo nella fase finale può raggiungere il 65%.<br />

Importante in queste celle che l’aria circoli ed eviti il ristagno di umidità sulla superficie<br />

<strong>del</strong> salame e lo sviluppo abnorme di muffe gialle o verdi, produttori di Ocratossina<br />

(Aspergillus ochraceus e Penicillium nordicum). Comunque i tempi, le temperature e le<br />

U.R. di stagionatura dipendono dal tipo di prodotto e dal calibro. In questa fase<br />

l’impasto subisce una serie di trasformazioni fisiche, chimiche e microbiologiche, che<br />

gli conferiscono gusto, sapore, aroma e stabilità. In sintesi: l’impasto diventa rosso<br />

(nitrosomioglobina), si rassoda e diventa plastico. L’Aw si abbassa al di sotto di 0,92, il<br />

calo peso raggiunge il 30%, il pH si innalza fino a valori di 5,5 a 5,7, a causa<br />

<strong>del</strong>l’effetto tamponante svolto dagli aminoacidi e dall’ammoniaca liberata, i lipidi sono<br />

idrolizzati ad acidi grassi e quindi ad aldeidi e chetoni, precursori <strong>del</strong>l’aroma. In tali<br />

trasformazioni rientra anche l’attività di microrganismi quali CNCPC e lattobacilli<br />

(Lactobacillus plantarum, L. sakei e L. curvatus). Infine il salame acquisisce l’aroma<br />

tipico caratterizzato dal sale, dalle spezie e dall’attività <strong>del</strong>le popolazioni batteriche e di<br />

enzimi propri <strong>del</strong>la carne. L’aroma dei salami a fermentazione rapida è strettamente<br />

dipendente dalla presenza <strong>del</strong> sale e dagli acidi lattico e acetico, mentre quello dei<br />

salami a lunga stagionatura dalla presenza di aldeidi ramificate, chetoni, acidi grassi a<br />

corta catena, prodotti dalla demolizione dei lipidi e in parte da aminoacidi. Le stesse<br />

lipasi <strong>del</strong>la carne e <strong>del</strong> grasso assieme a quelle dei CNCPC degradano i lipidi a mono e<br />

digliceridi e acidi grassi saturi e insaturi, che sono poi trasformati in carbonili e in acidi<br />

grassi a corta catena. I mono e digliceridi sono responsabili <strong>del</strong>la tenuta <strong>del</strong>la fetta.<br />

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