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Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica

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1949, che ha natura consuetu<strong>di</strong>naria 529 , è che, “In ogni conflitto armato il <strong>di</strong>ritto delle<br />

Parti in conflitto <strong>di</strong> scegliere mezzi e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra <strong>non</strong> è illimitato”.<br />

Si tratta dell’estensione della regola, contenuta nell’art. 22 del Regolamento<br />

annesso alla IV Convenzione dell’Aia del 18 ottobre 1907 “relativo alle leggi ed agli<br />

usi della guerra terrestre”, per cui “I belligeranti <strong>non</strong> hanno un <strong>di</strong>ritto illimitato nella<br />

scelta dei mezzi per nuocere al nemico” e già presente nella II Convenzione dell’Aia<br />

“sulle leggi ed agli usi della guerra terrestre” del 29 luglio 1899, 530 laddove tale<br />

<strong>di</strong>sposizione si riferiva però solo ai mezzi <strong>di</strong> guerra, ciò alle <strong>armi</strong> intese in senso<br />

fisico, mentre la norma contenuta nel I Protocollo del 1977 estende il <strong>di</strong>vieto anche ai<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra, ovvero alle tattiche impiegate in combattimento e alle modalità<br />

d’impiego concreto delle <strong>armi</strong>.<br />

a) Il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> impiego <strong>di</strong> mezzi e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra capaci <strong>di</strong> causare mali<br />

superflui o sofferenze inutili<br />

Quale corollario alla regola che limita in via generale la libertà <strong>di</strong> scelta dei<br />

belligeranti nell’impiego <strong>di</strong> mezzi e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> combattimento, l’art. 35, 2° comma del I<br />

Protocollo, anch’esso propositivo <strong>di</strong> una norma già presente nel Regolamento<br />

annesso alla IV Convenzione dell’Aia del 1907 (art. 23, lett. e 531 ), nella Convenzione<br />

dell’Aja del 1899, (preambolo) e nella <strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> San Pietroburgo del 1868<br />

(preambolo), proibisce espressamente “l’impiego <strong>di</strong> <strong>armi</strong>, proiettili e sostanze <strong>non</strong>ché<br />

meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra capaci <strong>di</strong> causare mali superflui o sofferenze inutili.” 532 Tale <strong>di</strong>vieto<br />

ha natura <strong>di</strong> norma consuetu<strong>di</strong>naria del <strong>di</strong>ritto internazionale. 533<br />

529 Cfr. Manuale <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto umanitario, vol. III, Roma, 1991, e<strong>di</strong>z. Stato maggiore Difesa, p. XI e p. 14. Sembra che il<br />

principio dei “temperamenta belli” sia stato enucleato per la prima volta da Grozio nel De jure belli ac pacis (1625). Secondo<br />

taluno il fondamento sarebbe da ritrovare nel principio <strong>di</strong> umanità, “Pictet J Humanitarian law and the protection of war<br />

victims, Rockville, Md.: Sijthoff and Noordhoff, 1985, p. 28-29<br />

530 Ratificata dall’Italia il 4 settembre 1900.<br />

531 L’art. 23, lett. e) de Regolamento annesso alla IV Convezione dell’Aia del 1907 vietava l’impiego <strong>di</strong> “<strong>armi</strong>, proiettili o<br />

materiali atti a cagionare mali superflui” (“maux superflus” nella versione francese)<br />

532 Nel testo inglese: “Weapons must not cause superfluous injury or unnecessary suffering”; mentre nel testo francese,<br />

ugualmente facente fede, ci si riferisce ai: “maux superflus”. Cfr. GREPPI E., VENTURINI G., Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

internazionale Umanitario, Giappichelli, Torino, 2003, p. 154. La formulazione della versione inglese “superfluous injury or<br />

unnecessary suffering” che nella traduzione in italiano corrisponde alla formula “mali (o offese o lesioni) superflui o<br />

sofferenze inutili”, rappresenta una soluzione do compromesso cui si è giunti a causa della <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> scegliere tra l’una e<br />

l’altra espressione (“mali superflui” e “sofferenze inutili”). Cfr. RONZITTI, Diritto internazionale dei conflitti armati,<br />

Giappichelli e<strong>di</strong>tore, Torino, 2006, p. 170.<br />

533 Cfr. INTERNATIONAL COMMITTEE OF THE RED CROSS, A Guide to the <strong>Le</strong>gal review of New Weapons, Means<br />

and Methods of Warfare., cit., pp. 16-17.<br />

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