Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica

Analogamente, non possono considerarsi “armi non letali”, le operazioni di
informazione e le operazioni psicologiche, che anche se estrinsecano funzioni di
supporto estremamente utili alla conduzione delle ostilità, non rappresentano mezzi
di combattimento, né si concretizzano in armi e su cui, peraltro, esiste una specifica e
vasta letteratura autonoma.
Ancora, non rientrano le tecnologie di protezione fisica, (come i giubbotti
antiproiettile, ad esempio) ancorché talora estremamente evolute, poiché non sono
da considerarsi mezzi di combattimento.
Escludiamo anche dalla categoria delle “Armi non letali” tutti quei congegni,
zimbelli, i decoys, gli chaff e i flares e ogni metodo di camuffamento e inganno, atti a
confondere l’avversario e quindi di tutto ciò che “sembra, ma non è” un’arma, ed è
dunque necessariamente dotata di carattere non letale 127 . Analogamente, ancorché
alcuni autori abbiano ravvisato degli utilizzi di presunte Armi non letali in tempi anche
assai antichi, come ad esempio nelle guerre del Peloponneso del v sec. A. C., dove
veniva utilizzato il fumo per disorientare il nemico quale misura bellica non letale, o
venivano avvelenate le acque destinate ai cavalli per il traino delle bighe, è
necessario sottolineare che tutt’al più può parlarsi di tecniche o stratagemmi tesi ad
ingannare l’avversario, la cui non letalità peraltro era spesso solo un dato accessorio
ed eventuale, in relazione ai quali dunque, non può parlarsi di “armi non letali”.
In secondo luogo, poiché le armi non letali sono progettate per avere effetti il più
possibile reversibili, dal concetto di arma non letale occorre escludere tutto ciò che
non è volto direttamente alla inabilitazione né è stato progettato come tale, ovvero
con la specifica idoneità ed intento di recare un danno non letale a uomini e mezzi.
Non rientrano dunque i sistemi, di per sé letali, ma utilizzati in maniera poco
letale o non letale: per esempio i proiettili e il tiro “di precisione”, quando destinati a
singoli targets individuati e a materiali (non consideriamo come “arma non letale, ad
esempio, l’esplosione dei pneumatici di un mezzo gommato attraverso tiro di
precisione con arma letale 128 ), non tanto perché non è detto che da ciò non possano
derivare caduti o feriti gravi, ma perché lo strumento in sé non è teso, nella sua
finalità progettuale, a rispondere al requisito della “non letalità”, come sopra
127 Come, ad esempio i sistemi “gonfiabili”, che riproducono missili, rampe di lancio, velivoli al suolo, ed altri materiali
tipicamente militari, sui quali tuttavia si nutrono dubbi in merito alla loro capacità di ingannare i sistemi satellitari per
telerilevamento; si veda la pagina web: http://englishrussia.com/?p=2025.
128 Invece, sistemi esplicitamente progettati per produrre esclusivamente tale risultato, senza avere finalità letali (o anche
letali), come ad esempio i Tyre puncturing device (cfr. cap. III, par. 1) sono convenzionalmente considerati come sistemi non
letali. L’esplosione dei pneumatici di un mezzo gommato attraverso tiro di precisione con arma letale può tuttavia essere
considerato come “metodo di combattimento” non letale (cfr. cap. IV).
45