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Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica

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come le caratteristiche fisiche dell’arma, alle limitazioni imposte dal <strong>di</strong>ritto<br />

internazionale 119 .<br />

Certamente <strong>non</strong> e’ facile definire i parametri <strong>di</strong> funzionamento desiderato,<br />

dovendo sempre tenere in considerazione tanti e tali fattori “esterni”, anche in<br />

considerazione del fatto che tali parametri possono essere correttamente valutati<br />

(oltre nella fase <strong>di</strong> sperimentazione con simulatori) alla luce <strong>di</strong> dati statistici concreti,<br />

soprattutto sulle conseguenze <strong>di</strong> natura me<strong>di</strong>co sanitaria, che possono risultare<br />

spesso limitati numericamente e qualitativamente, per il fatto che <strong>non</strong> sempre e’ cosi<br />

agevole ricorrere alla sperimentazione <strong>di</strong>retta, ed il ricorso a cavie umane, ancorché<br />

più o meno consapevoli, e’ talora <strong>non</strong> del tutto ammissibile sul piano etico 120 .<br />

In conclusione, dall’analisi comparativa delle definizioni adottate dall’US DoD e<br />

dalla NATO, e alla luce della prevalente letteratura sull’argomento, è emerso che le<br />

“<strong>armi</strong> <strong>non</strong> <strong>letali</strong>” sono:<br />

- sistemi d’arma o altri analoghi mezzi o strumenti atti ad ovviare, prevenire o<br />

impe<strong>di</strong>re efficacemente attività ostili, nello svolgimento <strong>di</strong> specifici tasks; 121<br />

- esplicitamente progettati con lo scopo primario <strong>di</strong> inabilitare le persone i mezzi ed<br />

i materiali, ovvero dotate <strong>di</strong> caratteristiche progettuali che limitino allo scopo<br />

inabilitante la potenzialità offensiva, rendendo minima la possibilità <strong>di</strong> causare la<br />

morte o danni permanenti o irreversibili a uomini e mezzi e danni indesiderati ai<br />

beni ed all’ambiente ed in grado <strong>di</strong> poter essere utilizzati in maniera selettiva,<br />

ovvero tale da poter <strong>di</strong>scriminare fra targets, 122<br />

- utilizzati in maniera tale da evitare per<strong>di</strong>te o conseguenze irreversibili sulle<br />

persone e da minimizzare i danni sull'ambiente ed in maniera selettiva sui targets.<br />

Riba<strong>di</strong>amo infine che in quanto <strong>armi</strong>, esse devono essere utilizzate in modo tale<br />

da <strong>non</strong> causare “mali superflui o sofferenze inutili” e da evitare “danni collaterali”,<br />

secondo i principi <strong>di</strong> “<strong>di</strong>scriminazione”, “proporzionalità” e “precauzione” previsti dal<br />

DIU 123 .<br />

119<br />

Su cui cfr. cap. IV.<br />

120<br />

Si vedano le considerazioni in tal senso, <strong>di</strong>ffusamente espresse in NATO, RTO, TR-HFM-073, The Human Effects of<br />

Non-<strong>Le</strong>thal Technologies, aug. 2006, e in NATO, RTO, HFM, TR-HFM-145, Human Effects of Non-<strong>Le</strong>thal Technologies,<br />

may 2008, supra citati.<br />

121<br />

Si veda il successivo paragrafo 4, sub paragrafo c).<br />

122<br />

Il principio <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione e quello che vieta la perpetrazione <strong>di</strong> attacchi in<strong>di</strong>scriminati, sono <strong>di</strong> natura consuetu<strong>di</strong>naria. Si<br />

veda cap. IV.<br />

123<br />

Sul significato <strong>di</strong> “mali superflui e sofferenze inutili”, così come sui “danni collaterali” che devono essere evitati sempre<br />

da parte <strong>di</strong> qualsiasi tipo <strong>di</strong> arma, si veda il capitolo IV.<br />

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