Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica
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3 maggio 1996. 543<br />
A parte tali esempi convenzionali <strong>di</strong> specifiche <strong>armi</strong> vietate in quanto in grado <strong>di</strong><br />
causare “sofferenze inutili”, in merito all’interpretazione del contenuto e del campo <strong>di</strong><br />
applicabilità <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>vieto che ha natura <strong>di</strong> regola generale 544 e carattere<br />
consuetu<strong>di</strong>nario, molti giuristi e commentatori si sono espressi nel corso del tempo<br />
sull’estrema genericità del concetto, che è piuttosto vago e <strong>di</strong> norma, viene ripetuto<br />
alla lettera nei manuali militari senza essere corredato <strong>di</strong> adeguata spiegazione o<br />
esemplificazione 545 .<br />
Determinare se l’impiego <strong>di</strong> un mezzo <strong>di</strong> combattimento sia idoneo ad arrecare<br />
“mali superflui” ha rilevanza soprattutto alla luce del necessario esame <strong>di</strong> conformità<br />
ai principi e alle regole del DIU che, ai sensi dell’art. 36 del I Protocollo, ogni Stato<br />
deve effettuare nella messa a punto, stu<strong>di</strong>o, acquisizione, adozione <strong>di</strong> nuove <strong>armi</strong>,<br />
mezzi o meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra. 546<br />
Ciò che è certo è che il <strong>di</strong>sposto dell’art. 35, par.2, detta un criterio oggettivo,<br />
che <strong>non</strong> tiene conto dell’eventuale intenzionalità dell’operatore e che il <strong>di</strong>vieto è<br />
destinato a proteggere i combattenti e <strong>non</strong> già la popolazione civile 547, tutelata già da<br />
svariate norme de<strong>di</strong>cate del DIU. 548<br />
Benché vi sia unanime accordo sulla vigenza <strong>di</strong> tale regola, esistono notevoli<br />
<strong>di</strong>vergenze sulle modalità con le quali si possa concretamente determinare che<br />
un’arma causi mali superflui e sui parametri in virtù dei quali possa essere valutata<br />
l’eventuale superfluità delle sofferenze causate da un’arma.<br />
L’interpretazione prevalente ritiene che sofferenze che <strong>non</strong> rispondano ad un<br />
obiettivo militare debbano considerarsi violazioni del <strong>di</strong>vieto, facendo riferimento ai<br />
criteri della proporzionalità e della necessità militare. L’inutilità o la superfluità della<br />
sofferenza è valutata in relazione alla proporzionalità con i vantaggi militari ottenibili<br />
attraverso l’impiego dell’arma, rispetto al suo mancato utilizzo, tenuto conto della<br />
necessità militare <strong>di</strong> conseguire l’obiettivo. 549 Dal <strong>di</strong>vieto sarebbero dunque vietate<br />
quelle <strong>armi</strong> che causino mali <strong>non</strong> necessari e sofferenze eccessive in relazione al<br />
543 Si veda, l’analisi del II Protocollo, più avanti, all’interno del paragrafo 3.<br />
544 L’art. 35 del I Protocollo, posto in apertura della Sezione I del titolo III, de<strong>di</strong>cata ai “Mezzi e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> guerra”, è<br />
significativamente intitolato “Regole fondamentali”<br />
545 Cfr. ad esempio SMD-G-014. Manuale <strong>di</strong> Diritto Umanitario. Cfr. RONZITTI, Diritto internazionale, op. cit., p. 170.<br />
546 Sulle modalità applicative dell’art. 36, con particolare riferimento alle <strong>armi</strong> <strong>non</strong> <strong>letali</strong>, si veda il successivo par. 5.<br />
547 Cfr. INTERNATIONAL COMMITTEE OF THE RED CROSS, A Guide to the <strong>Le</strong>gal review of New Weapons, Means<br />
and Methods of Warfare., cit., p. 20.<br />
548 Cfr. RONZITTI, Diritto internazionale, op. cit., p. 170.<br />
549 Cfr. INTERNATIONAL COMMITTEE OF THE RED CROSS, A Guide to the <strong>Le</strong>gal review of New Weapons, Means<br />
and Methods of Warfare., cit., p. 20.<br />
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