Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica

Paragrafo 3. Gli anni 2000; le tecnologie di interesse
Nello studio ‘Joint Mission Area Analysis’ (JMAA) per le “non-lethal” weapons
del Pentagono, del 2000, predisposto per valutare lo stato di avanzamento del Joint
Non-Lethal Weapons Program, al fine di determinare le tecnologie da sviluppare,
delinea tre aree di interesse per le “armi non letali”: counter-personnel, counter-
materiel e counter-capability, per svolgere missioni di crowds control; inabilitazione di
individui, interdizione di aree e sgombero di edifici, strutture ed aree 50 . Lo studio
identifica ben 45 potenziali tecnologie non letali da poter sviluppare, fra le quali 12
vengono poi selezionate. Fra le tecnologie individuate troviamo: le onde
millimetriche, le microonde ad alta potenza (HPM), gli agenti chimici calmanti, i gas
malodoranti, i Lasers chimici al fluoruro di deuterio e al fluoruro d’idrogeno (DF/HF), e
il Chemical Oxygen Iodine Laser (COIL). 51
Negli anni successivi, dunque, viene data ampia priorità alle armi ad energia
(directed energy weapons) e in particolare, all’Active Denial Technology (onde
millimetriche) e ai lasers chimici ad alta energia, assieme alle evoluzioni degli agenti
chimici non letali, quali gli agenti incapacitanti (“incapacitating” o “calmatives”) e i
malodoranti.
L’US National Institute of Justice, per contro, concentra le sue ricerche, nei
primi anni del 2000, sulle tecnologie anti-personnel, come i kinetic impact projectiles,
gli irritanti chimici (OC o ”pepper spray”), la Capture Net, che erano stati finanziati
nella seconda metà degli anni 90. 52
A seguito dei noti eventi dell’11 settembre 2001 e alle campagne ingaggiate in
Iraq e in Afghanistan, l’entusiasmo per le “armi non letali” da parte militare, subisce
una netta impennata. In particolare, dopo gli attacchi dell’ 11 settembre, l’attenzione
si rivolge subito alle possibilità di utilizzo di “non-lethal weapons” a bordo di
aeromobili ed in funzione di protezione di edifici pubblici ed aeroporti 53 .
A partire dal 2003-2004, anche il NIJ comincia ad interessarsi alle tecnologie
ad energia diretta sviluppate dai militari, valutando le possibilità di un loro
50
Cfr. NATIONAL INSTITUTE OF JUSTICE, NATIONAL SECURITY RESEARCH, Department of Defense
Nonlethal Weapons and Equipment Review: A Research Guide for Civil Law Enforcement and Corrections:
Department of Justice, National Institute of Justice, . Washington, DC, 2004, p. 55.
51
Cfr. NATIONAL RESEARCH COUNCIL, An Assessment of Non-Lethal Weapons Science and Technology.
National Academies Press, Washington, DC, 2003, p. 24.
52
Cfr. DAVISON N., The Contemporary Development of “Non-Lethal” Weapons., Bradford Non-Lethal Weapons
Research Project, Department of Peace Studies, University of Bradford, UK, Occasional Paper No. 3, May 2007, p. 2
53
Cfr.NATIONAL INSTITUTE OF JUSTICE, National Institute of Justice 2002 Annual Report. Washington, DC:
Department of Justice, National Institute of Justice, 2003, p. 5-6.
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