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Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica

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Tale categorizzazione ci consente già <strong>di</strong> avere un quadro utile ad una prima<br />

panoramica generale.<br />

<strong>Le</strong> tre classi, tuttavia, come avremo modo <strong>di</strong> vedere, <strong>non</strong> costituiscono sempre<br />

compartimenti <strong>non</strong> permeabili fra <strong>di</strong> loro, essendo possibile che taluni sistemi<br />

vengano e/o possano essere utilizzati sia nei confronti dell’uno o dell’altro target,<br />

talora mantenendo il requisito della bassa <strong>letali</strong>tà, talora mutandosi in sistemi<br />

assolutamente ed indubbiamente <strong>letali</strong> e viceversa.<br />

b) Tassonomia per classe tecnologica<br />

La categoria delle “<strong>armi</strong> <strong>non</strong> <strong>letali</strong>” attraversa <strong>di</strong>verse aree tecnologiche, pur<br />

mantenendo le caratteristiche <strong>di</strong> “<strong>non</strong> <strong>letali</strong>tà”, intesa nel senso che abbiamo<br />

delineato sopra. Essa è inoltre in continuo <strong>di</strong>venire, in relazione agli sviluppi<br />

galoppanti della tecnologia, che presentano un’evoluzione progressivamente<br />

crescente in ragione del sempre maggior interesse e coinvolgimento dei governi e<br />

dell’industria, dovuto soprattutto alla frequente natura duale delle tecnologie “<strong>non</strong><br />

<strong>letali</strong>”, suscettibili nella maggior parte dei casi <strong>di</strong> applicazione ed utilizzo sia in campo<br />

civile sia militare. Gli investimenti e gli stu<strong>di</strong> nel campo della ricerca e sviluppo<br />

tecnologico, attuati principalmente dagli Stati Uniti e dagli altri Paesi NATO a partire<br />

dagli anni 60 ad oggi, hanno prodotto risultati significativi che, oggi, possono essere<br />

sfruttati per la produzione <strong>di</strong> una notevole e variegata serie <strong>di</strong> <strong>armi</strong> inabilitanti.<br />

La varietà tecnologica che presentano le “<strong>armi</strong> <strong>non</strong> <strong>letali</strong>” e la considerazione<br />

che <strong>di</strong>verse norme esistenti nel <strong>di</strong>ritto internazionale, consuetu<strong>di</strong>nario e<br />

convenzionale, oltre a quelle che si applicano generalmente a tutte <strong>armi</strong> ed agli altri<br />

“mezzi” (e “meto<strong>di</strong>”) <strong>di</strong> combattimento, sono applicabili a seconda della categoria<br />

tecnologica cui l’arma appartiene, ci spingono a considerare quale criterio<br />

tassonomico prioritario quello che consente <strong>di</strong> classificare i sistemi “<strong>non</strong> <strong>letali</strong>”, a<br />

seconda dell’area tecnologia utilizzata e <strong>di</strong> porne in luce le caratteristiche tecniche e<br />

le modalità <strong>di</strong> funzionamento.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo, tuttavia, sempre, che per ogni classe <strong>di</strong> sistema, la destinazione<br />

funzionale (il target, verso cui il sistema d’arma <strong>non</strong> letale - inabilitante è destinato ad<br />

operare), “fa la <strong>di</strong>fferenza” (ad es. un sistema contro materiale se usato <strong>di</strong>rettamente<br />

contro persone può perdere del tutto la sua “natura” <strong>di</strong> <strong>non</strong>- <strong>letali</strong>tà, o, meglio <strong>di</strong><br />

bassa <strong>letali</strong>tà).<br />

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