Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica

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Modular Crowd Control Munition (non-lethal claymore mine). FOTO: US National Institute of Justice 165 Tutti i diritti riservati 2) Effetti biomedici e modalità di utilizzo Benché da molto tempo utilizzate e nonostante non racchiudano tecnologie particolari, le blunt trauma munitions non sempre restano al di sotto della soglia letale. Le conseguenze fisiche variano a seconda della velocità iniziale impressa al proiettile e della distanza dell'individuo colpito da chi spara, ma anche dell’area colpita. Se, a distanza ravvicinata, colpiscono il viso o la scatola cranica, le “blunt impact munitions” sono in grado di provocare fratture delle mandibole o del cranio, con conseguente danneggiamento del cervello, cecità permanente, mentre sulla cassa toracica possono arrecare frattura delle costole e danni al cuore, fino all’arresto cardiaco. Se mirate all’addome, inoltre, possono causare danni ad organi interni (rene, milza, intestino). Nella pubblicazione NATO-RTO HFM 073, dove sono riportate anche Medical Issues delle Blunt Impact weapons, 166 si sottolinea la scarsità degli studi e delle ricerche condotte sugli effetti biomedici dell’utilizzo di tali armi, che si rivelerebbero 165 US NATIONAL SECURITY RESEARCH, Report n. 2001–LT–BX–K009, NCJ 205293, US National Institute of Justice, 2004. http://www.ncjrs.org/pdffiles1/nij/205293.pdf 166 Cfr. NATO-RTO-TR-HFM-073, cit. Chapter 4.8 e Annex G, n. 4. 68
necessari non solo per la formazione del personale medico di fronte alle possibili lesioni causate, ma anche per provvedere al corretto addestramento all’uso. 167 L’esperienza ha purtroppo dimostrato che le “blunt impact munitions” oltre alle ferite reversibili, computate come possibili nel significato stesso del loro carattere non-letale, quali penetrazioni nelle pelle, contusioni ed altri traumi similari, hanno provocato decine di morti e moltissimi casi di cecità permanente a causa di distanze di impiego troppo ridotte e impiego scorretto. La non letalità dell’arma, ancorché essa abbia un alto grado di precisione e di selettività, viene infatti drasticamente ridotto quando se ne faccia un cattivo uso. 168 Quando impiegate ad altezza d’uomo e da distanze ravvicinate, in maniera assolutamente abusiva (sul viso, sul cranio, sull’addome, sul torace) la forza d’urto dei proiettili ad impatto “blunt” può, infatti, rivelarsi devastante: sono in grado di provocare, come accennato, gravi emorragie a causa della lesione di organi interni, fino anche alla morte in quanti si dovessero trovare nella linea di fuoco delle armi stesse. Il Rapporto del National Research Council statunitense, intitolato An Assessment of Non-Lethal Weapons Science and Technology, 169 del 2003, ha rilevato, inoltre, che, in ragione della corta portata e dalla scarsa precisione sulle lunghe distanze, le pallottole in gomma si rivelano utili solo in situazioni di ingaggio ravvicinato. L'implicazione di questo stato di cose è che, se le munizioni cinetiche non sono designate verso un target preciso ed una precisa area del corpo umano, aumenta la probabilità di ferite gravi o di decessi. Il range ridotto di utilizzo efficace delle blunt trauma munitions, comporta infatti, rischi di traumi potenti, non più limitati al solo “blunt”, ma concretizzabile in contusioni molto gravi, fino alla possibilità, decisamente poco “non letale”, di arresto cardiaco o di sfondamento del cranio. 167 Già nel 1999, il rapporto STOA dell’EU (OMEGA FUNDATION, Crowd Control Technology. An Assessment Of Crowd Control Technology Options For The European Union, Rapporto STOA, 1999, cit..), analizzando i dati di precedenti studi militari americani sui proiettili di plastica, di gomma e altre "armi cinetiche”, aveva messo in luce la carenza di studi soprattutto sugli effetti sull’organismo umano e che la maggior parte degli studi biomedici allora esistenti apparivano essere “di parte” e conducevano talora a conclusioni scientificamente errate. 168 L’Organizzazione non governativa Human rights wacht ha denunciato l’abuso e il cattivo utilizza di rubber bullets e di altre armi non letali in Sudafrica nel 2008, nel capitolo dedicato del suo World Report 2008, reperibile in: http://www.hrw.org/en/world-report/2009/south-africa, come anche in altri articoli, per esempio nel documento intitolato Condemned Communities, dedicato all’Indonesia del sett. 2006, reperibile alla pagina web: http://www.hrw.org/en/node/11220/section/7#_ftn150 169 Cfr. NATIONAL RESEARCH COUNCIL, An Assesment of Non-Lethal Weapons Science and Technology, National Academy Press, Washington DC, 2003, reperibile su: books.nap.edu/openbook/0309082889/html/index.html. 69
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