Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica

deroghe al fine di permettere lo sviluppo e l’impiego delle armi inabilitanti che
appaiono più promettenti.
In particolare, tale necessità si rivela in tutta la sua gravità, con riferimento a
quelle armi non letali (come alcuni chimici, tipo gli irritanti all’OC e i maleodoranti) che
da tempo sono utilizzati dalle Forze armate di taluni Paesi (Stati Uniti, in particolare)
nelle operazioni di ordine pubblico nelle PSO, in modo tale da consentire
l’applicazione della forza, inevitabile, ma garantendo il massimo rispetto della vita
umana ed innalzando contestualmente la soglia dell’impiego della forza letale.
Tale aggiornamento si rivelerebbe opportuno anche ai fini di rispondere alla
necessità di uniformarne l’impiego con quei Paesi che utilizzano una variegata serie
di tecnologie non letali sulla base di interpretazioni estensive di alcune norme del
DIU, che sembrano trovare progressiva corrispondenza con quanto la comunità
internazionale ritiene giuridicamente valido, al di la di quanto eventualmente disposto
da diritto positivo. Ciò consentirebbe, inoltre di pervenire ad una disciplina omogenea
nelle Rules of Engagement (ROE) relativa alle modalità di utilizzo e ai limiti fisici
d’impiego delle armi (letali e “non letali”) nel corso di operazioni multinazionali.
Ciò che questa ricerca ha voluto porre in evidenza e suggerire è che la
necessità di una regolamentazione chiara, volta a colmare le lacune esistenti,
attraverso cui si possa giungere a bandire senza margini di incertezza l’utilizzo di
quelle tecnologie “non letali” che non appaiano presentare i requisiti esplicitamente e
richiesti. Viceversa, si è tentato di “scagionare”, alla luce delle valutazioni mediche
pertinenti o dei principi giuridici esistenti, alcune tecnologie che talora sono state
ritenute pericolose di per sé , laddove invece, i danni più o meno direttamente
riconducibili al loro impiego sono riportabili, a bene vedere, soprattutto ad un cattivo
utilizzo legato alla carenza di addestramento idoneo del personale e alla mancanza
di regole di impiego adeguate.
La liceità dell’utilizzo di “armi non letali”, e spesso la loro stessa “non letalità”,
non dipende dal solo rispetto di trattati e convenzioni e dalle caratteristiche
tecnologiche meramente fisiche delle armi stesse che le rendano conformi alle
prescrizioni del diritto internazionale.
Altri fattori concernenti le concrete modalità di utilizzo (ad esempio concernenti
la distanza minima dal soggetto ostile contro cui si reagisce, affinché venga
preservato il carattere di non letalità dell’arma o del proiettile e affinché non vengano
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