Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica
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a) Armi chimiche e batteriologiche<br />
In ambito internazionale, l'uso <strong>di</strong> <strong>armi</strong> chimiche e batteriologiche è da tempo<br />
oggetto <strong>di</strong> normativa restrittiva. Già nel “Regolamento relativo alle leggi e agli usi<br />
della guerra terrestre”, annesso alla IV Convezione dell’Aja del 18 ottobre 1907, (che<br />
riba<strong>di</strong>sce ed integra il <strong>di</strong>sposto della Dichiarazione dll’Aja del 29 luglio 1899)<br />
affermando che i belligeranti <strong>non</strong> hanno un <strong>di</strong>ritto illimitato nella scelta dei mezzi per<br />
nuocere al nemico (art. 22), era posto esplicito <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> impiegare veleno o <strong>armi</strong><br />
avvelenate (art. 23, a) e <strong>armi</strong>, proiettili o materiali atti a cagionare mali superflui (art.<br />
23, e).<br />
Con il “Protocollo relativo al <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> impiego in guerra, <strong>di</strong> gas asfissianti,<br />
tossici o similari e <strong>di</strong> mezzi batteriologici” adottato a Ginevra, il 17 giugno 1925 (cd.<br />
Protocollo <strong>di</strong> Ginevra) si riba<strong>di</strong>va l'impiego in guerra <strong>di</strong> <strong>armi</strong> chimiche, ampliandone la<br />
portata anche alle <strong>armi</strong> batteriologiche, come mezzo <strong>di</strong> aggressione. Tuttavia, il<br />
protocollo <strong>non</strong> vietava né lo sviluppo, né la produzione <strong>di</strong> <strong>armi</strong> chimiche o<br />
batteriologiche. 585<br />
Il Protocollo <strong>di</strong> Ginevra del 1925, inoltre, <strong>non</strong> contiene una definizione <strong>di</strong> <strong>armi</strong><br />
chimiche, né <strong>di</strong> <strong>armi</strong> batteriologiche, <strong>non</strong> ne vieta l’uso a titolo <strong>di</strong> rappresaglia e ne<br />
proibisce l’uso solo «in guerra», lasciando la porta aperta all’impiego <strong>di</strong> tali <strong>armi</strong> nei<br />
casi <strong>di</strong> conflitto armato <strong>non</strong> internazionale. Con il risultato che le <strong>armi</strong> chimiche sono<br />
state più volte usate anche dopo la conclusione del Protocollo, sia a titolo <strong>di</strong><br />
rappresaglia nei conflitti armati internazionali, sia nei conflitti interni. 586<br />
1. Armi chimiche<br />
<strong>Le</strong> <strong>armi</strong> chimiche sono state definitivamente messe al bando dalla<br />
“Convenzione sul <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> messa a punto, produzione, stoccaggio ed impiego delle<br />
<strong>armi</strong> chimiche e sulla loro <strong>di</strong>struzione”, per brevità generalmente citata come<br />
Convenzione sulle Armi Chimiche (Chemical Weapons Convention, CWC) adottata a<br />
Parigi il 13 gennaio 1993 ed in vigore dal 29 aprile 1997. 587<br />
585 Nella Prima guerra mon<strong>di</strong>ale gas asfissianti e tossici furono largamente impiegati: fra le sostanze maggiormente in uso vi<br />
era l’iprite, che deriva il suo nome da Ypres, località belga in cui u utilizzata per la rima volta nel 1917.<br />
586 Il Protocollo <strong>di</strong> Ginevra, <strong>non</strong> vietando né lo sviluppo né la produzione <strong>di</strong> gas asfissianti e <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> batteriologici, <strong>non</strong> fu<br />
in grado <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re il ripetersi dell'impiego <strong>di</strong> <strong>armi</strong> chimiche negli anni 30, sia in Abissinia (da parte dell'esercito italiano),<br />
sia in Cina (da parte del Giappone) e nel Sinkiang (da parte dell'Armata Rossa). A cavallo fra gli anni 30 e 40, in particolare,<br />
vennero messi a punto i primi gas nervini (il Tabun, nel 1937, il Sarin, nel 1938 e il Soman nel 1944).<br />
587 Israele (e Myanmar) <strong>non</strong> hanno ratificato la CWC. Ricor<strong>di</strong>amo che la Convenzione sulle <strong>armi</strong> chimiche stabilisce<br />
rigorose procedure <strong>di</strong> controllo e verifica sulle <strong>armi</strong> chimiche, attraverso l’istituzione <strong>di</strong> un'autorità sovranazionale<br />
(l'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche) i cui organi sono dotati <strong>di</strong> poteri <strong>di</strong> controllo ed ispezione (cfr.<br />
http://www.opcw.org/).<br />
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