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Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica

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Introduzione<br />

“Combattere e vincere cento battaglie <strong>non</strong> è prova <strong>di</strong> suprema eccellenza:<br />

la suprema abilità consiste in piegare la resistenza del nemico senza combattere”<br />

Sun Tzu<br />

“If the only tool you have is a hammer, then you tend to treat all problems as a nail“.<br />

Abraham Maslow<br />

L’evoluzione geopolitica mon<strong>di</strong>ale ha visto susseguirsi, negli ultimi decenni,<br />

drastici cambiamenti nella percezione e nella sostanza della guerra, intervenuti<br />

dapprima, nel secondo dopoguerra e successivamente, con l’emergere <strong>di</strong> un nuovo<br />

“or<strong>di</strong>ne” mon<strong>di</strong>ale, conseguente alla fine della “guerra fredda” e al crollo del sistema<br />

bipolare U.S.A.-U.R.S.S..<br />

Il mutamento del concetto <strong>di</strong> sicurezza, già in atto in conseguenza <strong>di</strong> tali<br />

trasformazioni, ha subito una energica svolta con gli avvenimenti dell’11 settembre<br />

2001, che hanno concretizzato ineluttabili minacce, generatrici <strong>di</strong> nuovi conflitti, tesi a<br />

sra<strong>di</strong>care le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sviluppo delle reti terroristiche, smentendo una volta per<br />

tutte, il concetto <strong>di</strong> “fine della storia”, paventato subito dopo il crollo dell’impero<br />

sovietico. 1 L’esplosione virulenta del terrorismo internazionale ha, infatti, comportato<br />

l’identificazione del fenomeno quale primario antagonista del pacifico svolgersi delle<br />

relazioni internazionali, quale nuovo nemico comune, un nemico “globale” contro cui<br />

condurre una “guerra globale”.<br />

L’attuale sistema <strong>di</strong> sicurezza internazionale appare caratterizzato dalla scarsa<br />

probabilità <strong>di</strong> conflitti Stato-contro-Stato e su larga scala. Permane invece una <strong>di</strong>ffusa<br />

conflittualità <strong>di</strong> “bassa intensità”, generata <strong>non</strong> più da contrapposizione ideologica,<br />

ma originata ed alimentata da nazionalismi etnici, integralismi religiosi e <strong>di</strong>fferenze<br />

culturali o razziali. La <strong>di</strong>sgregazione territoriale e le crisi etniche ed identitarie, si<br />

accompagnano all’introduzione nel contesto internazionale <strong>di</strong> concetti come<br />

l’ingerenza umanitaria 2 (Kosovo 1999), l’attacco preventivo <strong>di</strong>fensivo 3 (Iraq 2003) e la<br />

Global War on Terrorism.<br />

In tale contesto, la sicurezza <strong>non</strong> si esaurisce più in una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa,<br />

esclusivamente militare, <strong>non</strong> è più vista come statica <strong>di</strong>fesa del territorio, quanto<br />

1 FUKUYAMA F., The End of History and the Last Man, ed. Penguin, 1992.<br />

2 Sull’uso della forza, oltre le eccezioni previste dall’art. 51 (legittima <strong>di</strong>fesa) della Carta delle Nazioni Unite, si veda<br />

CONFORTI B., Diritto Internazionale, ed. Scientifica, Napoli, 2002, pp. 177 ss., 353 ss..<br />

3 Cfr. US National Security Strategy del 2002, reperibile sulla pagina web: http://www.whitehouse.gov/nsc/nss.html.<br />

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