Le armi cosiddette non letali - Assemblea dell'Officina di Fisica
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A nostro avviso, l’aggettivo “inabilitante", probabilmente, esprime più degli altri<br />
ed in maniera efficace, lo scopo <strong>di</strong> queste <strong>armi</strong>, volte, come vedremo, proprio ad<br />
impe<strong>di</strong>re il corretto funzionamento dei mezzi e la mobilità degli uomini, limitando al<br />
massimo, pur <strong>non</strong> escludendoli del tutto, i danni collaterali. Il termine inabilitante<br />
appare, inoltre, totalmente svincolato da qualsiasi falsa idea <strong>di</strong> “<strong>armi</strong> buone”, in grado<br />
<strong>di</strong> evitare, sempre e in qualsiasi con<strong>di</strong>zione, spargimenti <strong>di</strong> sangue ed inutili<br />
<strong>di</strong>struzioni. E’ inoltre, adeguatamente applicabile anche alle tecnologie anti materiale.<br />
Tuttavia, l’inabilitazione che le “<strong>armi</strong> <strong>non</strong> <strong>letali</strong>” mirano a causare, <strong>non</strong> abbraccia<br />
con completezza ,come vedremo, l’articolato significato sostanziale <strong>di</strong> tali <strong>armi</strong>.<br />
Ai fini del presente lavoro, dunque, pur concordando con coloro che rilevano<br />
l’ambiguità dell’espressione “<strong>armi</strong> <strong>non</strong> <strong>letali</strong>” e la connotazione relativamente<br />
ingannevole <strong>di</strong> essa e convenendo che, certamente, <strong>non</strong> possa darsi alcuna<br />
garanzia che un’arma possa considerarsi “<strong>non</strong> letale” al 100 %, riteniamo, tuttavia,<br />
che la qualificazione <strong>di</strong> “<strong>non</strong> letale”, possa utilmente applicarsi alla categoria <strong>di</strong> <strong>armi</strong><br />
che siamo in procinto <strong>di</strong> analizzare, salva la necessità <strong>di</strong> accompagnarvi precisazioni<br />
e chiarimenti. Si seguirà in ciò, pertanto, la corrente principale della letteratura e si<br />
impiegherà l’espressione “<strong>armi</strong> <strong>non</strong> <strong>letali</strong>” (fra virgolette).<br />
Tale formula appare, infatti, essere particolarmente significativa, in quanto tale<br />
da riecheggiare il contrasto che definisce la sostanza stessa <strong>di</strong> tali <strong>armi</strong> e dunque,<br />
<strong>non</strong> priva <strong>di</strong> una certa plausibilità, oltre ad essere dotata <strong>di</strong> una forte connotazione<br />
“riassuntiva” <strong>di</strong> caratteristiche che andremo a valutare.<br />
Allora, dunque, cosa sono le “<strong>armi</strong> <strong>non</strong> <strong>letali</strong>”? Cosa significa “arma <strong>non</strong> letale?”<br />
Cosa significa “<strong>non</strong>-letale”? In cosa consiste la <strong>non</strong> <strong>letali</strong>tà delle tecnologie definite<br />
appunto “<strong>non</strong> <strong>letali</strong>”? Come può una determinata arma potersi definire “<strong>non</strong> letale”?<br />
Per dare una risposta a questi ed analoghi quesiti, passando in rassegna le<br />
definizioni più note ed accre<strong>di</strong>tate ed incrociandole fra loro, è possibile ottenere una<br />
visione sinottica delle caratteristiche ricorrenti e fondamentali che ogni arma <strong>non</strong><br />
letale dovrebbe presentare per poter essere definita come tale. Tuttavia, per carpirne<br />
la sostanza, che è quel che qui interessa, senza <strong>di</strong>lungarci in sterili analisi dell’una o<br />
dell’altra definizione esistente, ci limitiamo a sceglierne alcune: quella del DOD<br />
statunitense, quella del DOJ e quella della NATO che, nella estrema varietà delle<br />
definizioni offerte, appaiono dotate <strong>di</strong> maggiore visibilità e dunque, più note e più<br />
accre<strong>di</strong>tate in letteratura.<br />
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