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Enrico Feoli, Paola Ganis - Università degli Studi di Trieste

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H ln S<br />

max = (10.5)<br />

L'entropia massima e' una funzione della sola numerosita' delle specie e rappresenta un altro<br />

in<strong>di</strong>ce della componente molteplicita' della <strong>di</strong>versita' floristica.<br />

Un altro in<strong>di</strong>ce che valuta i rapporti quantitativi tra le specie e' quello <strong>di</strong> Simpson che si trova<br />

rappresentato in letteratura col simbolo λ. Esso e’ considerato un in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> dominanza in quanto<br />

cresce in rapporto alla prevalenza <strong>di</strong> una o poche specie. L'in<strong>di</strong>ce la cui formula e' data da:<br />

S<br />

λ = ∑ p<br />

(10.6)<br />

i=<br />

1<br />

2<br />

i<br />

varia anch'esso tra 0 ed 1, ma ha un andamento inverso rispetto agli altri in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> <strong>di</strong>versita’<br />

perche’ tende a 0 con l'aumentare della <strong>di</strong>versita' e <strong>di</strong>venta uguale ad 1 nel caso limite <strong>di</strong> una sola<br />

specie presente, cioe’ quando la <strong>di</strong>versita' e’ nulla. L’in<strong>di</strong>ce misura la probabilita’ che due in<strong>di</strong>vidui<br />

estratti a random da un campione appartengano alla stessa specie e assume valori variabili tra 1/S<br />

e 1. Piu’ e’ alta la probabilita’, maggiore e’ la dominanza <strong>di</strong> una o poche specie e minore e’ la<br />

<strong>di</strong>versita’ della comunita’ esaminata. L’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Simpson da’ particolare peso alle specie abbondanti<br />

mentre e’ meno sensibile alla ricchezza delle specie.<br />

Per fare si’ che l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> dominanza abbia un andamento crescente nei confronti della<br />

<strong>di</strong>versita’ e’ sufficiente calcolare il complemento ad 1 dell’in<strong>di</strong>ce, ottenendo quello che gia’ Gini<br />

aveva formulato e chiamato in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> mutabilita’:<br />

S<br />

2<br />

1−<br />

= 1− ∑ pi<br />

i=<br />

1<br />

Dλ = λ<br />

(10.7)<br />

formula.<br />

Per questo motivo si parla spesso dell’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Gini-Simpson riferendosi all’una o all’altra<br />

Per campioni finiti l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Gini assume la seguente forma piu’ appropriata:<br />

' N<br />

S<br />

⎛ 2 ⎞<br />

D λ = ⎜1− ∑ pi<br />

⎟<br />

(10.8)<br />

N −1⎝<br />

i=<br />

1 ⎠<br />

che e’ stato formulato da Hurlbert sotto il nome <strong>di</strong> in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> probabilita’ <strong>di</strong> incontro<br />

interspecifico (PIE). Esso, in maniera inversa rispetto all’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Simpson, è interpretato come<br />

misura della probabilita’ che due in<strong>di</strong>vidui estratti a random da un campione appartengano a due<br />

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