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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Rapporto di ricerca nella regione Veneto104comma 1. Il procedimento è ancora in fieri,non essendo ancora stato definitodal punto di vista del giudicato penale.Questo dunque il racconto <strong>dei</strong> fatti relativiall’indagine di Verona.Per quanto concerne l’efficacia dellanuova legge rispetto alla possibilitàdi emersione di questi fenomeni vi èda segnalare, a detta degli operatoridelle forze dell’ordine, che sicuramentela configurazione autonoma di questo tipodi reato già prevista in altri Stati europei,e specificamente il richiamo ai documentidella Conferenza internazionaledi Pechino del 1995 sulle donne e sulrispetto ai <strong>diritti</strong> inviolabili delle persone edelle donne, va nella giusta direzione.La previsione di una figura autonomadi reato sembra cioè potenzialmenteaiutare il contrasto di questi fenomeni,anche perché c’è una previsionesanzionatoria per chi praticamaterialmente l’intervento – personalemedico o strutture sanitarie – con minimiedittali alti, che sicuramente possonorisultare deterrenti rispetto a eventualipratiche clandestine.Inoltre la norma così come è prevista forseserve a stimolare la riflessione, ancheall’interno delle comunità, sulla valenza esulla retributività delle pratiche nel nostrocontesto sociale. Interessante in propositoil passaggio sopra riportato in un’intervistain cui la Squadra Mobile di Veronaintercetta la mamma che piangendodice: “Io mi rifiuto di tenere ferma miafiglia”. Questo tipo di atteggiamentopuò essere significativo di una fratturaall’interno delle singole famiglie e forsedelle comunità circa l’opportunità o menodi reiterare queste pratiche. Può essere unsegnale che fa ben sperare.La nuova normativa, secondo gli operatoridi polizia, si pone poi in rapportocorretto anche rispetto al problemadella prevenzione.In questo senso c’è ancora moltoda lavorare. La legge del 9 gennaio 2006nei vari articoli prevede anche tutta unaserie di informazioni attraverso i mediatoriculturali, i presidi sanitari, tutti gli ufficipresso i quali uno straniero appena entratonel nostro territorio nazionale si rivolgeper motivi di assistenza amministrativa,logistica, quindi tutta una serie di campagneinformative; quanto più è capillare il reticolodell’informazione, tanto più si può andare asollecitare, a far da pungolo a quello spiritocritico, affinché una coppia di genitori riflettase è il caso o meno di sottoporre alla praticadella mutilazione la propria figlia o seforse è meglio per il bene della propria figliarinunciarvi. Perché poi con queste pratichedi fatto la donna finisce con il rinunciarealla propria individualità in nome dellaimmedesimazione e accettazione nel gruppodi appartenenza. Alcune persone dicono:“Noi non commettiamo alcun crimine,è soltanto la nostra cultura”.Anche le stesse donne, più mature eanziane, esse dicono, per esempio:“Una bambina non escissa è una bambinadella quale la famiglia non si è presa cura”,e quindi è etichettata come una donna,una ragazzina, non buona, inaffidabile.Ci sono proprio aspetti del modo di vivere,di sentirsi di questi gruppi di queste areesu cui è necessario lavorare. Diventa alloraimportante il confronto affinché un genitoreo una coppia di genitori decida di nonrivolgersi più alla donna di turno per farequesto tipo di pratica.Nelle interviste effettuate con le forzedi polizia è emersa l’importanza delruolo <strong>dei</strong>/lle mediatori/trici culturali, giàampiamente sperimentato in alcuni ufficisia amministrativi che di polizia giudiziarianella relazione con le vittime di tratta,con i richiedenti asilo e altre forme diprotezione <strong>umani</strong>taria. Ma più in generale<strong>nelle</strong> interviste viene segnalata comeuna priorità l’esigenza di lavorare sullasensibilizzazione. Facendo riferimentoancora all’esperienza veronese:

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