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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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APPROFONDIMENTI244legge senza distinzione di razza, coloreod origine nazionale o etnica e a goderedi una serie di <strong>diritti</strong> esplicitamentemenzionati nello stesso articolo, tra cuiil diritto alla sicurezza personale e allaprotezione dello Stato contro le violenzeo le sevizie da parte sia di funzionarigovernativi, sia di ogni individuo, gruppoo istituzione e il diritto alla sanità, allecure mediche, alla previdenza sociale e aiservizi sociali.Il Comitato istituito dalla Convenzioneha considerato la dimensione di generecollegata alla discriminazione razzialenella General Recommendation n. 25 72 .Si tratta di un documento moltoimportante che ha introdotto il dibattitosulle discriminazioni multiple negliorganismi di origine pattizia delle NazioniUnite, segnalando l’urgenza di consideraresempre i profili di genere <strong>dei</strong> fenomenidiscriminatori e il loro impatto sullacondizione femminile <strong>nelle</strong> diverse materiedi cui si occupano le singole istituzioni./ Gli sviluppi più recenti nellapromozione e protezione <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong><strong>umani</strong> delle donne: le praticheconsuetudinarie nel Protocollosulle donne alla Carta africanasui <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> e <strong>dei</strong> popoli /Il Protocollo sulle donne alla Cartaafricana sui <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> e <strong>dei</strong> popoliadottato a Maputo l’11 luglio 2003nel corso della 2ª sessione ordinariadell’Assemblea dell’Unione Africanaintroduce misure ad hoc in materiadi discriminazione femminile, riprendendol’art. 2 della Carta africana sui <strong>diritti</strong>72 General Recommendation n. 25, Gender relateddimension of racial discrimination, (56a session, 2000).dell’uomo e <strong>dei</strong> popoli che sancisceil principio di eguaglianza a prescindereda ogni differenza basata su razza,appartenenza etnica, colore, sesso,lingua, religione, opinione politica o altra,origine nazionale e sociale, fortuna,nascita o altra condizione. L’art. 18della Carta africana rivolge inoltre unpreciso appello agli Stati Parti affinchéeliminino ogni discriminazione contro ledonne e garantiscano la protezione<strong>dei</strong> loro <strong>diritti</strong> come stabiliti <strong>nelle</strong>Dichiarazioni e Convenzioni internazionali.Il Protocollo risponde complessivamentealla necessità di riconoscere un’attenzionespecifica ai <strong>diritti</strong> delle donne allaluce degli strumenti internazionali sui<strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> rivolti alla tutela e allapromozione della condizione femminile,declinando però nel contempo il principiodi non discriminazione nel quadro dellaspecificità del contesto e delle cultureafricane. E questo è sicuramentel’elemento più significativo di questointeressante accordo, il cui testo sembraben conciliare inclinazioni di stampouniversalistico con esigenze di tipoparticolaristico.L’intero testo normativo è perciòsostanzialmente caratterizzato dallatensione verso i valori universali e dallanecessità di trattare la condizione delladonna africana come una condizioneunica, che richiede forti correzioni sottoil profilo <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> e un’adeguataattenzione alla salvaguardia del propriopatrimonio culturale e sociale.Come la Carta africana sui <strong>diritti</strong> e ilbenessere del fanciullo, il Protocollosulle donne è volto anzitutto ad enunciareuna serie di <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> in un’otticaantidiscriminatoria.Nel testo si richiamano non solo il codiceinternazionale <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> e leconvenzioni ad hoc previste per le donne,ma anche quelle risoluzioni e dichiarazioniche in questi ultimissimi anni hannosostanzialmente tradotto in termini politici

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