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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Una ricerca in Friuli Venezia Giulia218l’introduzione di tale procedura avrebbelegittimato una visione della sessualitàfemminile come qualcosa di impuro,da limitare, seppure simbolicamente econ un ferita lieve; e che per le famiglie,e le nonne in particolare, rimaste in patriae che accolgono le bambine durante levacanze estive e organizzano le MGF,il certificato della struttura sanitariaitaliana non avrebbe avuto moltosignificato, se constatavano che i <strong>genitali</strong>delle bimbe erano sostanzialmente intatti.Infine, generava grande preoccupazioneil fatto che nella proposta si prevedeval’esecuzione della procedure anchepresso strutture mediche private,dove diventava più difficile verificare se,su richiesta <strong>dei</strong> genitori e dietrocompenso, non fosse stata eseguita unaprocedura più invasiva, vale a dire unavera escissione o infibulazione.L’approvazione della legge 7/2006 hadi fatto reso inapplicabile la proposta.Ciononostante, le opinioni <strong>dei</strong> medicirestano divise, come è emerso anchenel corso del focus group e delle intervistecon il personale sanitario realizzate perquesta ricerca, anche perché la propostanon aveva mancato di trovare sostenitoriin particolare tra antropologi/gheinteressati/e alla difesa e valorizzazionedella diversità culturale e persone convinteche tale operazione avrebbe comportatouna “riduzione del danno” derivantedalle MGF.Riportiamo perciò alcune battutetratte dal focus group che mettonoin evidenza come la “punturina”,il “male minore”, la “lesione lievissima”che non provoca complicazioni, continuia rappresentare per alcuni uncompromesso accettabile rispetto allepratiche di MGF, mentre per altri siauna proposta assolutamente inaccettabile,e questo indipendentemente dal fattoche la normativa vigente l’abbiaresa impraticabile.R1. Per quanto riguarda il problemadelle mutilazioni <strong>dei</strong> <strong>genitali</strong> <strong>femminili</strong>c’è chi, un medico credo somalo, ha fattola proposta…R3. La proposta della puntura!R2. Sai che io invece non la trovo cosìterrificante? Se si tratta di compiere il rito…R1. Su questo il comitato di bioetica ha datoparere favorevole. (…) Sostanzialmentequesta proposta tende ad evitare lamutilazione che è ben più seria di unacirconcisione, la “punturina” è simbolicaperò evitiamo complicanze a breve, lungo emedio termine.R3. Sì però…R2. Tu cosa dici? Mi interessa.R3. A me la cosa che sembra grave è proprioil simbolismo della violazione del corpofemminile. Sono una epidemiologa e sonoin genere per la riduzione del danno,però questo entra in una sfera molto piùolistica, più ampia. A me sembra terribilesoprattutto in un paese come l’Italia, dovesono in vigore leggi contro qualunquecosa che provochi un danno, anchesimbolicamente. Non solo: penso che laproposta della “puntura” in parte rinforzal’idea che il corpo femminile deve esserepurificato in qualche modo, un’idea atavica.Un’altra riflessione etica, scaturitadall’analisi del testo legislativo, riguardal’asperità delle pene che possonoessere comminate ai genitori dellaminore sottoposta a mutilazione edelle conseguenze di queste condannesul suo stato di salute psichica.In effetti, se da un lato esiste la necessitàdi prendere posizione contro le MGF econtrastarne la pratica, dall’altro si poneil problema della tutela della minoreall’interno della sua famiglia.Fino a che punto i genitori di una bambina

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