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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Una ricerca in Friuli Venezia Giulia178un ex assessore di origine senegalese,che non perde l’occasione di far vedere ilfilm Moolaadé di Ousmane Sembène perindurre i suoi concittadini all’abbandonodella pratica e un responsabile diprogrammi di cooperazione a Udine,che combatte ancora contro i proprifamiliari e conoscenti per evitareche durante le vacanze estive possacapitare qualcosa alle bambine. A questipersonaggi dobbiamo aggiungere le moltedonne forti e impegnate socialmente checombattono con i mezzi della persuasionee della testimonianza. Queste donne,spesso impegnate nel settore dellamediazione culturale, nel sindacato onell’associazionismo, svolgono un ruolocruciale nella formazione di una coscienzacritica in molte cittadine africane, offrendoun modello di vita e di convivenza socialeaccettabile sia dalla “tradizione” sia dalleleggi e dai costumi italiani.Sarebbe ingenuo pensare che icambiamenti avvengano soltanto inconseguenza di scontri di idee odi conflitti familiari, sociali e istituzionali.Molto spesso un’abitudine, una pratica,una convinzione vengono cambiate perla stessa ragione per cui prima venivanomantenute: l’adeguamento all’ambiente.Basta una semplice accettazionedella realtà, del mutamento di società,<strong>dei</strong> costumi, <strong>dei</strong> significati dell’esistenzain un mondo diverso, e ciò che prima erainimmaginabile diventa scontato.Questo banale meccanismo operasoprattutto <strong>nelle</strong> persone la cui volontàdi integrazione è forte e che nonriconoscono più il senso <strong>dei</strong> ritualidi iniziazione, dell’organizzazione socialepatriarcale, <strong>dei</strong> rapporti diseguali fra isessi, ecc. In loro si verifica spesso unospontaneo quanto radicale rovesciamentonella gerarchia <strong>dei</strong> valori, come mostranobene queste parole di un uomo beninese:“Ormai siamo qui e il mondo è diversoda quello in cui siamo cresciuti.Le cose importanti ora sono altre”.Concetti non diversi sono espressida un uomo di origine senegalese,le cui asserzioni rivelano una profondacoscienza della logica del cambiamento:Le tradizioni, in generale, le culture e lelingue sono fenomeni dinamici, non sonofenomeni statici, per cui così come cambiala lingua e il linguaggio, in generale,cambia il significato delle cose: una parolache una volta significava una cosa con iltempo è mutata, figurarsi l’introduzionedi nuove parole, nuovi modi di pensare e viadicendo. Si tratta di fenomeni assolutamentedinamici, da sempre, perché una linguastatica, una cultura statica è destinata amorire di sicuro, non ci sono dubbi:se rimane ferma è destinata a scomparire.Eppure, nonostante questa evidenza,la gente ha la tendenza a difenderela cultura tradizionale soprattutto sesi sente minacciata, come qualsiasiessere animale che si difende quandosente di essere minacciato.E noi dove ci sentiamo minacciati?Proprio nella cultura, perché èla cosa piùprofonda che abbiamo, e abbiamo paura diperderla. Ma bisogna riconoscere le difficoltàche ci sono soprattutto per alcuni,e che alimentano questo modo di pensare:sono persone che hanno paura che chiarriva da fuori finisca per snaturare il loromondo, cioè la loro cultura.Ma non si tratta di snaturare, si trattasemplicemente di aggiungere note diversea una cultura, perché la cultura è destinatasempre e comunque ad avere un’evoluzione.L’importante è essere <strong>nelle</strong> condizionidi governare questa evoluzione: se non sigoverna questa evoluzione, è ovvio chepossono nascere <strong>dei</strong> problemi, la dinamicitànon deve essere troppo forte, perché uncambiamento repentino nella cultura crealacerazione. Tante donne che si oppongonoall’abbandono della pratica hanno pauradi questo, hanno paura di questagrandissima lacerazione, un’opposizionenetta tra generazioni diverse.Una discussione sana, graduale, continua,

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