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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Rapporto di ricerca nella regione Veneto122una forte critica anticoloniale, nella qualela violazione <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> delle donne sfumatra le innumerevoli alterazioni sociali,culturali e tradizionali causate dal dominioculturale occidentale.I <strong>diritti</strong> delle donne, schiacciati dallestrutture coloniali, non appaiono dunquesproporzionatamente violati rispetto ai<strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> di tutti gli africani.La questione peraltro può riguardare sia i<strong>diritti</strong> individuali che quelli <strong>dei</strong> popoli.È così che si può spiegare la visionedi molti intervistati e intervistate chedistinguono tra approccio occidentale eafricano ai <strong>diritti</strong> e al ruolo delle donne.In linea generale tuttavia si può direche la condanna verso le MGF, seppursganciata dal discorso <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong>e della discriminazione nei confrontidelle donne, è unanime. Ciò ovviamentenon significa la totale dismissione dellapratica, ma sicuramente è possibileparlare dell’esistenza di una tendenza aconsiderare il processo migratorio comeun momento in cui l’adattamento al nuovoambiente e l’integrazione verso modellidi famiglia e di rapporti di genere marcati,anche sul piano giuridico, in terminidi <strong>diritti</strong> individuali e di maggiore parità,assumono una rilevanza tale da indurredi fatto ad un ripensamento di quegli usie costumi che, nel contesto europeo,non possono ovviamente avere gli stessisignificati rinvenibili nei paesi di origine.Quanto rilevato nella ricerca sembracomunque delineare un panoramanebbioso nel quale si possono scorgeresolo indizi della portata del fenomeno.Le diverse realtà di ogni singolo paeseafricano e il silenzio che avvolge lapratica hanno contribuito a sfumarele conoscenze, le percezioni e diconseguenza anche gli atteggiamentidegli africani e delle africane in meritoalle MGF, pur riconoscendo nellatendenza all’abbandono un dato in via diaffermazione.In questa prospettiva tuttavia vannoevidenziati i limiti di in approccio“settoriale” al problema, inteso comerisolutivo, si tratti dell’approccio <strong>diritti</strong><strong>umani</strong>, così come di quello collegato allaviolenza e alle implicazioni per la saluteriproduttiva. Questi discorsi e dispositivinon sembrano essere sufficienti persviluppare un atteggiamento fermo edeciso, da parte degli immigrati africani,contro la pratica.Tale atteggiamento sembra invecerichiedere, per affermarsi, un processodi acquisizione di consapevolezza piùaderente alle connaturate trasformazionidi ogni sistema di valori di riferimento,così come ai mutamenti fisiologici<strong>dei</strong> diversi contesti socio-culturali.La cultura è ed è sempre stata essenzialeper lo sviluppo, in quanto rappresenta unadimensione fisiologica e fondamentaledell’esistenza. L’aver scelto di leggere ilfenomeno delle MGF adottando la lente<strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> non è in contrapposizionea tale assunto. Adottare la lente <strong>dei</strong><strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> delle donne implica infattiassumere la portata universale di questoparadigma e, nel contempo, considerare larilevanza delle diverse sensibilità culturalientro le quali possono trovare attuazionele esperienze concrete di promozione<strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> in generale, e <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong>delle donne in particolare.In questo senso è importante capire comeinteragiscono le varie culture e comeoperare attraverso di esse, tenendo contodella loro funzione nel disegnare l’insieme<strong>dei</strong> valori, delle credenze e <strong>dei</strong> costumidi cui le diverse comunità sono portatricie attraverso i quali gli individui gestisconola propria vita e interpretano la propriasocietà, senza peraltro che ciò significhio implichi uniformità di pensiero odi comportamento.Intendere la cultura come un datouniforme e immutabile significa ignorarel’influenza della globalizzazione e, in

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