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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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APPROFONDIMENTI248la loro salute, esiste un preciso obbligodi prevenire questi atti, di proteggere levittime e di perseguire coloro i quali sirendono responsabili di tali violazioni.Spetta perciò ai governi decidere in chemodo contrastare le MGF e dare effettivitàa tutta una serie di norme derivantidal diritto internazionale e dai trattatiregionali, pur nel rispetto <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> delleminoranze e <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> culturali di cui ognipopolo è portatore.Un approccio incentrato sui <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong>guarda al problema delle MGF come aduna questione di giustizia sociale e ditutela complessiva <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> delle donne.Ma quale è la misura del dovere<strong>dei</strong> governi nazionali di garantire alledonne e alle bambine l’esercizio <strong>dei</strong> loro<strong>diritti</strong>, e perciò anche l’accesso alle sedidi giustiziabilità, rispetto alla volontàdi sottrarsi alle pratiche mutilatorie?Bisogna partire dal presupposto che lamessa a punto di norme e di politicheorientate a favorire l’abbandono di questepratiche costituisce un obbligo per gli Statimembri delle Convenzioni internazionalisui <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> e un diritto delle personea rischio di subire le mutilazioni.Più specificamente, occorre tenere contodel fatto che è ormai stabilito ai sensi deldiritto internazionale che la violenza controle donne è una forma di discriminazionee una violazione <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong>. Daquesto riconoscimento deriva il dovereper gli Stati di rispettare, proteggere epromuovere i <strong>diritti</strong> delle donne. Taleassunto si declina rispetto alla violenzacome attribuzione di responsabilità diprevenire, indagare e perseguire tuttele forme di violenza e proteggere ledonne da tali atti, anche mediante laperseguibilità penale e il riconoscimentodella colpevolezza degli autori. Gli Statimembri sono responsabili in base al dirittointernazionale delle violazioni <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong><strong>umani</strong> e degli atti di violenza perpetraticontro le donne da parte dello Stato o dauno <strong>dei</strong> suoi agenti. Tale responsabilitàè collegata non solo alle azioni postein essere da agenti statali, ma anchealle omissioni e alla scarsa effettivitàdelle misure adottate per la protezionee promozione <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong>. Gli Statimembri perciò non solo devono astenersidal commettere violazioni <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong>attraverso i propri agenti, ma hanno ancheil dovere di impedire che i privati ponganoin essere tali violazioni, così come hannouna precisa responsabilità a riguardodelle indagini e della previsione dinorme penali adeguate a sanzionare icolpevoli e a risarcire le vittime. Perciò laresponsabilità statuale in materia di MGFimplica per gli Stati membri l’applicazionedel principio della diligenza dovuta nellaprevenzione, investigazione, punizionedi tali atti e risarcimento per le vittime.A conclusione di queste brevi osservazioniva ricordato che il dovere di garantireun ordine sociale in grado di garantire i<strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> universalmente riconosciutiè rinvenibile già nella Dichiarazioneuniversale, laddove si riconosce che:Ogni persona ha diritto a un contesto socialee ad ordine internazionale in cui i <strong>diritti</strong> ele libertà enunciate in questa Dichiarazionepossano essere pienamente realizzati.Tale disposizione implica che i governihanno il dovere di identificare gli ambitidi intervento sociale ed economico chepossono aiutare l’implementazione el’effettività <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> per quei gruppiche presentano particolari situazioni divulnerabilità. L’abbandono delle MGF saràpossibile solo attraverso la costruzionedi livelli diversi di consapevolezza, da partedelle comunità circa i danni che essecomportano per la salute femminile, e daparte delle donne attraverso l’adozionedi misure che riconoscano la loro dignitàsul piano sociale a partire dai <strong>diritti</strong>riconosciuti oggi a livello internazionale.In questo senso l’empowerment delledonne, come processo di ricerca di nuovi

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