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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Rapporto di ricerca nella regione Veneto88In linea generale, le caratteristicheanagrafiche e socio-culturali delle utentiappaiono determinanti nella definizionedella relazione. Di fatto, quanto più bassoè il livello di istruzione delle donne,tanto più difficile appare la relazione trautente e operatore. Questo è quanto ciriferisce una delle intervistate:Sono tutte giovani. Il loro livello culturale èbasso, per le nigeriane bassissimo.Le ghanesi cominciano ad essere più regolariin Italia e hanno la licenza media, che ècomunque più del livello delle nigeriane.Io qui vedo le Edo: o erano prostitute lì,o mandate qui allo sbaraglio, comunquenon sanno scrivere.E queste sono clitoridectomizzate?Sì, hanno o la parziale o la totale.E comunque non sanno né leggere,né scrivere. Poi ci sono le nigeriane regolariche equivalgono più o meno alle ghaniane.Negli altri consultori chiedono il tuo aiutoquando sono in gravidanza, tantissimoanche quando non riescono ad avere unagravidanza. Per una donna straniera,soprattutto per le ragazze nigeriane eghanesi che vedo io, non riuscire ad avere unbambino è una cosa molto grave.Poi c’è sempre la richiesta per le interruzionidi gravidanza. Per quanto riguarda lacontraccezione e la visita ginecologica,la donna africana si preoccupa menodella regolarità del ciclo, si preoccupameno delle infezioni, da me non vengonomai per infezioni del tratto genitaleinferiore, io non ho donne che vengono pervaginiti. Eppure abbiamo <strong>dei</strong> percorsi inconsultorio anche molto celeri, nel sensoche quando all’appuntamento viene chiestala motivazione, le mie segretarie e anchele ostetriche hanno un’agenda per cui sualcuni temi l’appuntamento viene presoimmediatamente. Quindi se stanno malein gravidanza, se c’è una vaginite in unafase acuta, o necessità della pillola delgiorno dopo, non ci sono liste di attesa,c’è l’accesso immediato. Io non ho mairichieste in questo senso, quindi comeginecologia ho prestazioni molto,molto limitate, limitate prettamente all’areadella sterilità.Altre dottoresse ci hanno inoltrespiegato quanto per le donne africane,in particolare dell’Africa dell’Est,la maternità sia una questione centralenei rapporti di genere. Questo appareparticolarmente vero soprattutto sudue aspetti: la sterilità e l’interruzionedi gravidanza. In altre parole, moltedelle tensioni che si sviluppano <strong>nelle</strong>relazioni di genere riguardano proprio icomportamenti riproduttivi. Riportiamouno stralcio di intervista nel quale taleriflessione è particolarmente articolata.Parlando per etnia, noi vediamo soprattuttole Edo: ci sono delle realtà in cui questedonne sono assoggettate a questa culturamaschilista, quindi c’è violenza nella lororelazione, ci sono donne picchiate.Si fa molta fatica. Se pensi solo a tutti gliaborti che ho io e che veramente mi fannostar male da morire, di donne che provano arimanere incinta perché lui possa accettareloro col bambino. Quando lui dice no, non èche la donna desiste: insiste anche per tre,quattro volte. Sono coppie che magari nonsono sposate in Africa, sono insieme quianche da anni e la donna nigeriana se dopouna certa età non ha un figlio non si sentedonna, così ci prova, ci prova finché lui dicedi sì e nel frattempo continua ad abortire.Quindi questo maschio è un maschioche fa di loro un po’ di tutto: dalla violenzaperché le picchia, oppure il fatto di forzarlaad andare in strada, è violenza anche unadonna che è costretta a continuare adabortire finché il padre padrone non dice:“Ok adesso mi va bene avere un figlio”.Oppure tutti gli aborti perché i maschi leabbandonano. Sono tutti rapporti moltoviolenti, questo è quello che vedo comeginecologa, poi se intervisti l’assistentesociale senti di tutte le violenze familiari,perché noi a tutte queste donne facciamo

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