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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Rapporto di ricerca nella regione Veneto118culture. Sono venuti qua…Si trovano con un piede da un parte e conuno dall’altra.(N., Opere Riunite Buon Pastore, Venezia)In merito alle progettualità da realizzare<strong>nelle</strong> comunità africane e soprattuttocon le donne, ci è sembrata importantela riflessione di una delle psicologhepresenti, da anni attiva in una delleassociazioni operanti nel territoriodi Padova. La psicologa evidenzial’importanza del livello di istruzione edell’appartenenza di status delle donne.Si evince infatti che quanto più le donneappaiono sprovviste di istruzione,tanto più sentono il bisogno di aggrapparsial supporto delle comunità di riferimentopresenti nel territorio. In tal senso,la pratica e la sua reiterazionerappresentano un mezzo per ribadire lapropria appartenenza.Nella mia esperienza la discriminante la falo status sociale e culturale della persona,nel senso che abbiamo visto che le personecon meno competenze e meno abilità hannonel loro paese di origine più problemi. E nelmomento in cui poi cercano di affrontarequesti problemi, c’è una rivalsa da parteo della comunità, del contesto familiare,o specificatamente del marito, che vedequesto in una prospettiva di emancipazione,di usurpazione del ruolo, di esautorazione,rispetto al ruolo maschile, al ruolo di padre,al ruolo di maschio o di capo-famiglia.Questo secondo me fa la differenza.Ad oggi, ma anche all’epoca, le personeche avevano uno status sociale più avanzato,più alto, che quindi erano riuscite a farele scuole superiori o anche l’università nelloro paese d’origine, sicuramente, nella miaesperienza, le persone che hanno affrontatoquesti problemi li hanno affrontati inmaniera assolutamente diversa e ad ogginon gli passerebbe neanche per la mentedi far fare alle loro figlie adesso adolescentiuna pratica del genere.(M., Unica Terra, Padova)In sintesi, quanto emerso mostra unpanorama di servizi rivolti alle donnestraniere nei quali la conoscenzadella pratica appare tendenzialmentepoco approfondita.Si è rilevato inoltre un atteggiamentoche propende verso una profondaprudenza nei confronti di interventidi azione e prevenzione, i quali, secondole operatrici, debbono necessariamentetenere conto dell’esperienza totalizzantedi queste donne.Si è rilevato inoltre un certo disagio daparte sia delle donne africane che dellestesse operatrici ad affrontare l’argomentodella pratica nell’ambito delle attività <strong>dei</strong>servizi. In tal senso, occorre forse operareuna riflessione sul fatto che tale timorerischia in qualche modo di sottovalutarel’importanza di un’attenzione che non devenecessariamente esprimersi attraversocomportamenti invasivi, ma che èfondamentale per rilevare l’esistenza dellapratica e gli atteggiamenti che intorno aquesta si sviluppano tra le donne africanedel territorio.

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