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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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APPROFONDIMENTI235Nella seconda metà degli anni Novanta,sulla base delle diverse classificazioniproposte, l’OMS procedette, oltre che alladefinizione e classificazione definitivadel fenomeno che ora tutti conosciamocome “mutilazione genitale femminile”,a sviluppare prese di posizione ufficialicontro le mutilazioni <strong>genitali</strong> <strong>femminili</strong> inseno alla Commissione <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong>dell’ONU, raccomandando specifichepolitiche nazionali al fine di contrastarnela diffusione e invitando i medici a nonrealizzare interventi di questo tipo inqualunque situazione, né negli ospedali néin qualsivoglia altro centro specializzato.Attualmente, le MGF sono praticate in 28paesi, per lo più africani, con prevalenzadi diffusione nell’Africa sub-saharianae <strong>nelle</strong> regioni del Nord Africa, ma conun’incidenza molto diversa nei singolicontesti nazionali. A questo propositobasti fare riferimento alle differenze cheintercorrono tra la diffusione della praticanell’Africa settentrionale e orientale, contassi di diffusione che arrivano a toccare il97/% in Egitto e l’80% in Etiopia, nell’Africaoccidentale, il 99% in Guinea, il 71% inMauritania, il 17% in Benin e il 5% inNiger, rispetto al Sud-Est, in cui si registrail 32% del Kenya e il 18% della Tanzania 56 .Il dato che oggi maggiormente rileva,anche per l’attenzione che si dedicaa questo problema, è rappresentatotuttavia dalla diffusione delle MGFin contesti prima non coinvolti,ma sempre più interessati in via direttadal fenomeno a seguito <strong>dei</strong> processi diinternazionalizzazione e, in particolare,dalle migrazioni./ Diritti <strong>umani</strong> e mutilazioni<strong>dei</strong> <strong>genitali</strong> <strong>femminili</strong>: implicazioni eorientamenti /La pratica delle mutilazioni <strong>genitali</strong><strong>femminili</strong> ha ricevuto molta attenzionenegli ultimi anni, sia a livello nazionale,nei paesi dove è tradizionalmente diffusae in quelli di immigrazione, sia sul pianointernazionale.Una delle questioni più dibattute concerneil ruolo che dovrebbe svolgere il dirittonel favorire il progressivo venir menodelle MGF e nel sanzionare coloro i quali,nonostante i divieti esistenti in moltipaesi, continuano a permettere il ricorsoa questa pratica o vi sono direttamentecoinvolti, agevolandone la reiterazione.Se una serie di evidenze storichesuggerisce inequivocabilmente che lalegge da sola non può cambiare unacondotta che sul piano sociale risultaessere così diffusa come il ricorso a formediversificate di MGF, la recente adozionein molti paesi di norme penali ad hoc hatuttavia dato spazio ad un processo diistituzionalizzazione e forte legittimazionedell’idea che attraverso il divieto si possafavorire la dismissione del ricorso a questepratiche, anche con l’obiettivo di favorireil processo di integrazione sociale dellecomunità tradizionalmente interessatedal problema nei paesi di immigrazione.Un’altra questione di rilievo concernel’inquadramento delle MGF fra le violazioni<strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> di cui sono vittime ledonne e le bambine.56 Fonte Unicef, 2005.Tale lettura, pur essendo oggi accettatada tutti i soggetti istituzionali che ne sonoinvestiti a diversi livelli, non riceve unconsenso unanime, sebbene sia evidente ilcollegamento tra MGF e discriminazionidi genere, peraltro messo in luce,

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