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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Rapporto di ricerca nella regione Veneto83luoghi di aggregazione delle comunità,come ad esempio le chiese pentecostalicristiane africane.Y.: Torno a dire che le leggi sono unastrada, non dico l’ultima, si può arrivareanche attraverso altre strade, però unacosa è importante, ovvero tenere presentele culture, le motivazioni e poi arriviamo acoinvolgere questi soggetti che sono adulti,giovani e anziani, anche nel paese di origine.Gli anziani sono problematici, sono loro chedanno difficoltà. Qualcuno porta il bambinodall’Italia in Nigeria, lo fa e torna qua.Va bene. Ma non bisogna farlo alle donne.I mediatori culturali formati possono essereuno strumento importante. Se noi dobbiamofare altre cose importanti attraverso ilteatro, i concerti... Io ho un gruppo, sonomusicista e questo gruppo può fare qualcosascrivendo contro. Non ho mai visto in Italiauna manifestazione di messaggi control’infibulazione attraverso la musica.Queste sono cose a cui bisogna pensare.Io lancio la proposta. (Y., Camerun)B.: Tanti comunque vogliono rispettare latradizione. Se per i maschi la cosa nonè tanto grave, per la donna lo è. Ma ilproblema non è condannare la persona chepermette questo. La questione è informare lapersona <strong>dei</strong> danni che provoca.Quando dimostri l’incapacità di accederea quelle persone, si fa una legge che vieta,ma chi lo dice che la legge deve essereapplicata? (B., Mali)F.: Non sono gli italiani che praticano questecose, ma gli stranieri, allora noi che siamoqua, in qualità di responsabili, dovremmoessere anche i portavoce di questa legge,perché forse tanti non lo sanno. Comediceva B., queste pratiche vengono praticatenormalmente dai musulmani e non daquelli della religione animista. Nella nostrareligione animista queste pratiche nonesistono. La preoccupazione è in Italia ed ègravissima. Dobbiamo essere noi portatoridi questa realtà, cercando di convincere.In Africa, se voglio un pezzo di terra primavado a trattare dal capo villaggio e poi vadodallo Stato, e questo succede un po’ in tuttal’Africa. Noi dobbiamo essere portavocedi questa realtà che è grave. Dal mio puntodi vista le leggi vanno fatte con contrastosecondo le conseguenze. (F. Guinea Bissau)G.: Per rispondere direttamente alladomanda, penso che i protagonisti sono:lo Stato italiano, i capi comunità, quandosecondo le statistiche si sa orientativamentequali sono le comunità che praticano questacosa. Allora bisogna sensibilizzare pertirare fuori questi elementi tradizionali checondizionano questa scelta <strong>dei</strong> genitori,perché qui non hanno la pressione dellatradizione. In Italia c’è la sanzione cheintroduce la legge, però è importantela sensibilizzazione. Questa pratica vacancellata. (G., Costa d’Avorio)C.: La risposta qui non può essere la rispostaal problema. Bisogna coinvolgere coloro chesono qui in Veneto, tutti i responsabili delleassociazioni presenti in Veneto e creare unmomento di confronto, diffondere questainformazione, informazione che arriverà agliinteressati nella sua globalità. Perché direche vogliamo pubblicizzare tutto attraversoradio, tv e quant’altro non funziona,in quanto ci sono tante persone che nonvedono la tv o che non ascoltano la radio.E poi se viene pubblicizzato con tv equant’altro, l’informazione che arriveràagli interessati sarà molto residuale.Però almeno la maggior parte di lorofrequentano le varie chiese per esempio,incontri periodici delle varie associazioni…Allora credo che rivolgendosi a questi luoghi,l’80% degli interessati verranno raggiunti.(C., Nigeria)B.: Le feste delle comunità, come peresempioquelle Yoruba, sono <strong>dei</strong> momenti in cui sipuò dire: “per quest’anno noi vorremmoaffrontare questo tipo di problema, vogliamosentire cosa ne pensate!”. Questo potrebbeessere un modo e così non si impone niente.

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