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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Una ricerca in Friuli Venezia Giulia177politica produce buone leggi e diffondeun messaggio culturale adeguatopromovendo campagne di informazionecontro le MGF, i comportamentitradizionali possono cambiare e stannodi fatto cambiando, come dimostrail tasso di prevalenza delle MGF,in declino progressivo nella stragrandemaggioranza <strong>dei</strong> paesi africani dovesono state realizzate più campagnedi sensibilizzazione. Molti si sono detticonvinti che una buona legge ed efficaciazioni repressive possano ridurredrasticamente la portata del fenomeno,soprattutto nei paesi africani dove lapratica è diffusa.Nella testimonianza raccolta inun’intervista con un uomo del Benin, inriferimento al proprio paese d’origine:Le MGF venivano praticate nel passatopoiché oggi c’è una legge che le vieta. Non èche oggi la pratica non si faccia più, ma èdiminuita del 60%. La fanno di nascosto ese le autorità scoprono che lo fai ti mandanoin galera e devi pagare una multa. È unreato, se ti scoprono vai in galera. Il governoha fatto della pubblicità, offre ricompensein denaro a chi denuncia le persone che lofanno e i loro complici e hanno mandatopersone dappertutto, anche <strong>nelle</strong> campagneper fare pubblicità a questa legge.Nei casi in cui la tradizione non trovaostacoli significativi né da parte delleistituzioni né da parte degli uominidi famiglia, le donne che escono daipercorsi stabiliti devono avere moltocoraggio e molta forza, perché possonodiventare causa di disonore e di vergognaper il gruppo. Il controllo sociale cui unadonna è sottoposta non cessa nemmenofuori dal suo paese e lontano dai proprifamiliari. Ne è un esempio la vicenda dellagiovane donna eritrea che, dopo esserestata de-infibulata a Gorizia, è stata presadi mira dal gruppo <strong>dei</strong> suoi compagni diviaggio, tutti richiedenti asilo politico.Il coraggio richiesto è così grande chepoche sono in grado di sfuggire alle regolesociali: “E quando cercano di fuggire,scappano anche dalle finestre…ma ci vuole coraggio a fuggire da quelloche tua madre, tua nonna, tua zia, tuttele donne del tuo clan ti dicono che è unacosa da fare e che l’ hanno fatta ancheloro”, sottolinea una donna del Kenya,dove si sono verificati diversi casidi gruppi di bambine fuggite letteralmenteal coltello, cioè dal luogo della cerimoniadi escissione, e che poi hanno trovatoprotezione presso centri gestiti daassociazioni o istituzioni religiose.Significativo in questo senso il casodell’avvocato keniota Ken Wafula,che tra il 2000 e il 2003 ha vinto 19 causecivili intentate da ragazze contro i proprigenitori e parenti per essere risparmiatealla mutilazione <strong>dei</strong> <strong>genitali</strong>, in base alChildren’s Act, la legge che dal 2000 inKenya proibisce le MGF fino a 18 anni 48 .In alcuni casi sono invece le donneche, entrando in un circuito di presa dicoscienza collettiva attraverso il lavorodelle organizzazioni di donne, sono riuscitea farsi forza per combattere le MGF.I/le intervistati/e però non conosconomolto i movimenti di donne che da annioperano contro la diffusione della praticadelle MGF nei loro paesi e sostengonosemmai che essi ancora non riescono adaffermarsi come fenomeno di massa.La lotta nella società di immigrazioneavviene ancora attraverso alcuni/e leaderd’opinione, di solito investiti/e di qualcheruolo di autorità formale o informale,che diffondono messaggi di contrastoalla pratica. Nella nostra regione,particolarmente attivi sono, tra gli altri,48 Wafula, Ken, “Può la legge fermare la praticadelle MGF?”, in Norme legislative per la prevenzione dellemutilazioni <strong>dei</strong> <strong>genitali</strong> <strong>femminili</strong>, atti del Seminario afroarabodi esperti tenutosi al Cairo, 21-23 giugno 2003,a cura di AIDOS e NPSG.

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