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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Una ricerca in Friuli Venezia Giulia202R. Beh, indirettamente. Le dicevoche abbiamo trattato pochissimi casidi violenza all’interno di nuclei familiaridi stranieri, però abbiamo visto quantoè importante <strong>nelle</strong> indagini l’aspettofamiliare e patriarcale.Per esempio abbiamo avuto con le donnenigeriane evidenti casi dove la famigliariusciva a telecomandare a distanzadi migliaia di chilometri la donna cheera stata sradicata dal suo territoriodi appartenenza con la minaccia di pratichemagiche e di riti vudù.Nel caso della mutilazione <strong>dei</strong> <strong>genitali</strong>delle bambine le segnalazioni e le denuncenon arrivano mai perché, a quanto diconogli intervistati, bisogna agire sui genitori,parlare con loro e spiegare la nocivitàdella pratica. Tutti, compresi i mediatoriculturali, sono convinti di poter agireefficacemente con la persuasione e quasinessuno pensa all’utilità della denunciapenale, che appare troppo lesivanei confronti della famiglia.Gli abusi o i maltrattamenti in famiglia,se non arrivano sotto forma disegnalazioni agli enti preposti qualiassociazioni, sportelli del Comune,ecc., tanto meno danno luogo a veredenunce alla polizia. La polizia infatti,come ci fa notare il Dirigente dell’UfficioImmigrazione della Questura di Trieste,è vista in modo molto negativo daglistranieri e non gode in nessun mododella fiducia che spesso i cittadini italianile accordano:Noi qui in Italia abbiamo cercato daqualche anno di impostare un discorsosulla cosiddetta polizia di prossimità,quindi cerchiamo di far capire a coloro cherisiedono in Italia che la sicurezza è un benedi tutti, è un bene partecipato.In realtà i cittadini extracomunitari,oserei dire nella quasi totalità <strong>dei</strong> casi,vengono da paesi e da esperienze che sonodel tutto diverse da quelle che possiamoavere qui nell’Europa occidentale e,a casa loro, della polizia spesso si ha paura.Questo è il motivo per il quale, comedicevo prima, lo straniero si presenta quaassolutamente guardingo, presenta le suecarte per avere il permesso di soggiorno,quando è tutto regolare il suo ultimopensiero è quello di segnalare l’esistenzadi un possibile problema alla polizia.Questo effettivamente è un graveproblema con il quale ci scontriamoquotidianamente./ La conoscenza della legge sullemutilazioni <strong>dei</strong> <strong>genitali</strong> <strong>femminili</strong><strong>nelle</strong> comunità migranti /Da quanto risulta dalle interviste edai focus group, le persone sono aconoscenza del fatto che in Italia le MGFsono punite dal codice penale, ma nessunosa che, in base alla recente legge, il reatoè punibile anche se commesso all’estero.La maggioranza degli africani, secondole persone intervistate, ritiene infatti cheportare le bambine nel proprio paesed’origine e farle mutilare lì escluda laperseguibilità del reato; ed è per questoche la permanenza temporanea e ad hocdelle bambine all’estero sembra essereil modo per aggirare la legge italiana.Se questo aspetto della legge fossemaggiormente conosciuto, è ipotizzabileuna drastica riduzione della pratica nelcontesto della migrazione africana in Italia.Molti infatti sono attenti alla legislazioneitaliana e non vogliono incorrere inproblemi legali che potrebbero portarliall’espulsione o alla perdita del lavoro, oanche alla semplice stigmatizzazione daparte della società o della stessa comunitàafricana di riferimento, che in molti casiè contraria alle MGF: “Gli africani hannopaura delle leggi italiane”, sintetizza unadonna beninese.

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