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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Una ricerca in Friuli Venezia Giulia200In Africa per avere <strong>diritti</strong> devi avere soldi,tante cose sono a pagamento. Sì, esisteuna sanità, ma l’assistenza sanitariapubblica non c’è. Se i genitori vogliono dareun’istruzione ai figli devono pagare.E ancora:I bambini devono essere sempre messi insituazioni di protezione, da africana soquanti abusi sono stati fatti nel mio paesesui bambini. In Africa non puoi andare adenunciare come qua, lì ci sono cose cheuno non ha il coraggio di dire, non può dire,perché se uno va a denunciare un capo tribù,chi ti crede? Nessuno ti crede, dicono:“Non dire più queste cose, sta zitta che nonlo puoi dire”. (donna congolese)Per le/gli africane/i che si trasferiscono inEuropa, il passaggio fra il riconoscimentodi un diritto, la percezione del suosignificato e la sua effettiva acquisizionepuò essere anche molto lungo e in talunicasi, a causa della marginalizzazionesociale, del tutto assente. Per il Dirigentedella Sezione Criminalità Organizzataper il Friuli Venezia Giulia, l’assenzadi segnalazioni o di denunce di reatidi violenza nell’ambito familiare fra glistranieri è frutto dell’omertà e del nonriconoscimento della violazione <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong>delle donne e <strong>dei</strong> bambini, ma anche,in molti casi, dell’assenza di informazioniriguardo la presenza sul territorio distrutture adeguate di sostegno. Nel caso<strong>dei</strong> cittadini italiani, invece, il ricorsoalla segnalazione è molto più facile efrequente: se una donna o un bambinosubiscono <strong>dei</strong> maltrattamenti in famiglia,in molti casi chiamano, chiedono aiutooppure denunciano il fatto alla polizia.La marginalizzazione sociale deglistranieri, in molti casi, fa sì che lastruttura <strong>dei</strong> rapporti familiari continuia essere improntata alle rigide regoledella modello tradizionale patriarcale;ed è abbastanza evidente che fino aquando non si sarà scardinata la struttura<strong>dei</strong> rapporti basata sulla tradizione,i <strong>diritti</strong> degli individui resteranno sullacarta e non diventeranno un effettivostatus giuridico. Cito al riguardo uninteressante spezzone dell’intervistaal Dirigente della Sezione CriminalitàOrganizzata per il Friuli Venezia Giulia:D. Siete a conoscenza di casi di violenzaall’interno delle famiglie di immigrati?R. Di violenza fra uomo e donna? Pochissimi.Noi, operando sempre con le organizzazioninon governative, abbiamo quasi semprelavorato sulla tratta degli esseri <strong>umani</strong>e lo sfruttamento della prostituzione eovviamente sull’immigrazione clandestina.Anche perché tutti i casi che abbiamotrattato noi non riguardavano mai famiglie,bensì il singolo, il soggetto o persone chevenivano inserite in questo circuito illegale,mentre difficilmente abbiamo trattato casidi violenza <strong>nelle</strong> famiglie.D. Però arrivano in ospedale donneche hanno segni di violenza subita inambito familiare.R. Arrivano situazioni dalle quali peròpoi non si riesce a far emergere il reato,proprio perché l’omertà familiare è fortissimae quindi anche, la paura da parte delladonna nei confronti dell’uomo o comunquedel marito; quindi difficilmente emerge laviolenza domestica all’interno della famigliaimmigrata. Casi di italiani purtroppo cene sono, anche Trieste ha una casisticaabbastanza elevata di violenze in ambitofamiliare.D. Questo perché si denuncia di più? Comemai secondo lei c’è questa discrepanza?R. Da una parte c’è un fortissimo sensocivico, quindi noi abbiamo tante segnalazionianche da parte di soggetti esterniall’ambiente familiare – parliamo dellascuola, per quanto riguarda i bambini,<strong>dei</strong> vicini di casa, per quanto riguarda

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