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Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

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Una ricerca in Friuli Venezia Giulia205/ Gli operaTORIdella mediazioneculturale di fronteal fenomenodelle mutilazioni<strong>dei</strong> <strong>genitali</strong> <strong>femminili</strong> /di Ornella Urpisdal titolo “Disposizioni per la promozionedi <strong>diritti</strong> e di opportunità per l’infanzia el’adolescenza”, fanno riferimento ai/lemediatori/trici culturali/interculturaliqualificati/e, quali operatori sempre piùrichiesti nei servizi di welfare.Nonostante tale conferma e legittimazione,il/la mediatore/trice è un operatore nonancora riconosciuto/a e il dibattito sul suoprofilo, percorso formativo e ruolo è in unafase di confronto ancora molto aperta.In Italia la mediazione culturale fece lasua comparsa agli inizi degli anni Novanta,quando nel nostro paese si passòdalla fase di inserimento di singoli/eimmigrati/e all’accoglienza, stabilizzazioneed integrazione <strong>dei</strong> nuclei familiari.La mediazione culturale prese avvio,prima in modo circoscritto e poi inmodo sempre più diffuso, con una certaprevalenza <strong>nelle</strong> regioni del Nord delpaese. Furono proprio i centri del Norda sperimentare l’utilizzo di questa nuovafigura di operatore sociale: il/la mediatore/trice culturale. Era una partenza che avevatutte le connotazioni della novità,della sporadicità e della casualità nellascelta <strong>dei</strong> contesti di avvio dell’esperienza.Rapidamente, però, presero formainiziative di formazione finalizzate a unutilizzo più ampio ed esteso di questanuova figura professionale. Ciononostante,ancora oggi non esiste una codificazionenormativa e il conseguente profiloprofessionale della figura del del/lamediatore/trice culturale è ancora incerto.La legge 40/98, nell’art. 36 “Istruzionedegli stranieri – Educazione interculturale”e nell’art. 40 “Misure di integrazionesociale”, nonché la legge 285/97Riguardo al profilo e il ruolo del/lamediatore/trice, esistono non pochedivergenze di opinioni. I soggetti che daanni lavorano nel settore della mediazioneculturale hanno, comunque, cercato diconcordare alcuni tratti distintivi di questafigura professionale. Il/la mediatore/triceculturale dovrebbe essere un agente attivonel processo di integrazione degli individuie delle comunità nella società ospitante.Si pone come figura “ponte” fra gli/lestranieri/e e le istituzioni, i servizi pubblicie le strutture private, senza sostituirsiné agli uni né alle altre, per favorire inveceil raccordo fra soggetti di culture diversecome interprete delle esigenze e dellenecessità degli stranieri, contribuendo afavorire le condizioni per l’integrazionesociale, nonché valorizzando le risorsedi culture e valori diversi <strong>dei</strong> cittadiniimmigrati per promuovere e valorizzareil ruolo degli/lle stranieri/e come risorsadel tessuto sociale ed economico(L. Luatti, 2006)./ Conoscenza del fenomeno /Gli/le operatori/trici della mediazioneculturale, nei commenti delle personeavvicinate, sanno poco e in alcuni casiquasi nulla della pratica delle mutilazioni<strong>dei</strong> <strong>genitali</strong> <strong>femminili</strong>. Come riferisce unamediatrice egiziana:

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