12.07.2015 Views

Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Rapporto di ricerca nella regione Veneto129di informazioni e stimoli invece unpercorso di sensibilizzazione che riveda ipresupposti e gli atteggiamenti stessidegli operatori nella relazione con leutenti. Allo stesso modo, i servizi sanitaripotrebbero diventare, seguendo unaproposta degli operatori intervistati, unluogo privilegiato nel quale affrontare undiscorso sulle MGF basato sull’aspettomedico e sanitario, che esuli da giudizidi valore.In conclusione, e nella prospettivadi formulare proposte per un’azionein campo istituzionale e sociale chepromuova l’abbandono della praticadelle MGF sia in Italia, in linea con quantodispone la legge 7/2006, sia nei paesiafricani dove è più diffusa, la ricerca hamesso in evidenza i seguenti punti.1. La prospettiva che interpreta l’azionesociale volta a porre fine alla praticadelle MGF si deve inquadrare in un piùampio contesto che eviti ogni parvenzadi atteggiamento giudicante,paternalistico o “neo-coloniale”nel promuovere i <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> delledonne. Ciò può essere ottenuto nonsolo coinvolgendo opportunamente imediatori culturali e i diversi esponentidelle comunità immigrate africanepresenti sul territorio, ma anche operandocoerentemente ed efficacemente perl’affermazione di tutti i <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> –in particolare <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> delle donne –di cui i singoli sono portatori. La stessaautorità che difende, anche con normepenali, il diritto delle donne alla dignitàe all’integrità rispetto alla praticatradizionale delle MGF non può esserequella che disconosce altri <strong>diritti</strong> civili,sociali, culturali, economici delle donne odegli uomini, <strong>dei</strong> bambini o delle bambine,migranti o meno, provenienti dall’Africa.In particolare, la sensibilizzazione chedeve condurre le donne africane adabbandonare la pratica delle MGF innome <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> delle donne, dovrebbeessere accompagnata da una efficaceazione informativa, di sensibilizzazionee formativa rispetto ai <strong>diritti</strong> delle donnee delle bambine garantiti dal nostroordinamento nei rapporti tra coniugi,nel rapporto di filiazione e, più in generale,<strong>nelle</strong> relazioni uomo-donna.È l’intero corredo <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> fondamentalia costituire la posta in gioco in un’azionedi promozione sociale che voglia evitareil rischio che la giusta repressione dellepratiche di MGF si tramuti in un’ulteriorestigmatizzazione della donna africana.2. Come già più volte sottolineato,le figure <strong>dei</strong> “mediatori culturali” africanipossono giocare in questo campoun ruolo chiave. Non si tratta tantodi investire tali operatori di nuoveincombenze, in un quadro di crescentedomanda di servizi e contrazione dellerisorse disponibili, quanto di favorireil loro protagonismo e rendere il lorocoinvolgimento condizione necessariaper l’avvio di qualunque azione sulterritorio rivolta ai gruppi e alle famigliedi africani immigrati. Questo naturalmenteimplica una qualificazione adeguatadi tali operatori sul piano conoscitivo,professionale, delle capacità di networking,che ne faccia soggetti attivi dellapromozione <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong>, con la loroimplicita componente di genere, tra gliimmigrati e <strong>nelle</strong> comunità della diasporaafricana. La loro azione dovrebbe in altritermini favorire l’appropriazione genuina(ownership), da parte degli immigratiafricani – o in generale delle personedi origine africana presenti nel territorio –<strong>dei</strong> valori e del linguaggio legato ai <strong>diritti</strong><strong>umani</strong>, usando le opportune formee strumenti di mediazione culturale edi dialogo interculturale.3. L’azione formativa mirata (verso gliafricani immigrati, i mediatori culturali,gli operatori sociosanitari, le forzedell’ordine, ecc.) dovrebbe accompagnarsiad un’azione di sensibilizzazione efficace,

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!