12.07.2015 Views

Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

Mutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle ... - Aidos

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

233Nel mondo si calcola che siano circatra i 100 e i 140 milioni le bambine e ledonne che hanno subito le MGF. La stessavalutazione, trasposta su base annuale,si traduce in tre milioni di donne“a rischio” di subire una qualche formadi intervento mutilatorio di tipo rituale 53 .Le proporzioni di questo fenomenorendono perciò evidente l’urgenza ditrovare degli approcci al problema che, inun’ottica di rispetto della dignità e dellalibertà femminile, permettano l’adozionedi politiche che favoriscano i processi diabbandono e accrescano la sensibilità neiconfronti <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> sessuali e riproduttividelle donne. Tale ricerca peraltro non puòprescindere da una lettura complessivadel fenomeno discriminatorio femminilee più in generale da una attenta analisi<strong>dei</strong> rapporti di genere, poiché tali pratichesi inseriscono in contesti socio-culturalidefiniti da meccanismi relazionali edinamiche di potere tra i sessi fortementepregiudicanti il riconoscimento el’effettività <strong>dei</strong> <strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> delle donne.Storicamente, le prime iniziative percontrastare le MGF risalgono all’iniziodel secolo scorso, e precisamente alperiodo delle colonizzazioni, quando si èassistito a tentativi, peraltro abbastanzaisolati, di porre fine a queste pratiche,soprattutto in quei contesti dove imissionari riuscivano meglio ad integrarsicon la popolazione autoctona.Tuttavia, la battaglia per l’eliminazionedelle MGF non fu sviluppata con impegnosistematico da parte <strong>dei</strong> governi coloniali,non essendo le pratiche mutilatorieconfliggenti con gli interessi <strong>dei</strong> governistranieri. I tentativi effettuati nonhanno peraltro riscosso successo,tanto che in questi paesi di fatto ladiffusione del fenomeno non ha subitomodificazioni sensibili.53 Dati Unicef, 2005.Le prime norme concernenti il divietodi effettuazione delle MGF risalgono aglianni ‘40 e ‘50, quando il Sudan e l’Egittoadottarono provvedimenti in questo sensoche rimasero però del tutto disattesi,trattandosi di misure che non eranoaccompagnate da iniziative volte allaprevenzione e sensibilizzazione rispettoa tali pratiche.Tra il 1960 e il 1970 l’emergere di gruppidi donne che in molti paesi lavoravano persensibilizzare le popolazioni su questoproblema ha portato ad un incrementodelle campagne circa gli effetti delleMGF sulla salute. Contemporaneamente,andava crescendo tra gli/le operatori/tricisanitari/e di molti paesi interessati daquesto fenomeno, tra cui Sudan, Somaliae Nigeria, il bisogno di considerare estudiare con un diverso approccio lecomplicazioni cliniche collegate alle MGF,impegno che ha trovato poi riscontroanche <strong>nelle</strong> prime pubblicazioni <strong>nelle</strong>riviste mediche.Sul piano internazionale, nel 1959 54l’Organizzazione Mondiale della Sanità,sulla base di una richiesta avanzata l’annoprecedente dal Consiglio economicoe sociale (Ecosoc) delle Nazioni Unite,affermò che le operazioni mutilatorierituali dovevano ritenersi il risultatodi concezioni sociali e culturali <strong>dei</strong> paesiin cui venivano eseguite e pertanto nonrientranti nella sfera di competenzadell’OMS 55 .Durante gli anni sessanta in più occasionisi discusse dell’opportunità o menodi inserire la questione delle MGFnell’agenda politica degli organismidella comunità internazionale.APPROFONDIMENTI54 Nel 1952 la Commissione delle Nazioni Unite sui<strong>diritti</strong> <strong>umani</strong> affronta per la prima volta il problema dellapratica mutilatoria.55 OMS, 12ª Assemblea Mondiale per la Sanità,11ª sessione plenaria, 28 maggio 1959.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!