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La Dottrina della Trinita - Restoration Fellowship

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importante principio biblico appare anche nel pensiero di Paolo: Dio chiama cose che ancora non<br />

sono come se gia’ fossero” (Rom. 4:17). In questo contesto la referenza e’ ad Isacco che era<br />

“reale nel pensiero e nel proposito di Dio prima d’ essere concepito.”(37) “L’ Onnipotente<br />

chiama…. Cose non esistenti…come se fossero, perche’ presto verranno ad esistere secondo il<br />

Suo proposito.”(38) Nella stessa epistola Paolo puo dire che Dio “ha glorificato” i credenti,<br />

intendendo cosi’ che la loro futura gloria e’ assicurata poiche’ Dio l’ ha decretata (Rom. 8:30).<br />

<strong>La</strong> Scrittura ha annunziato 700 anni prima la nascita di Gesu’ che “un figlio (ci e’ stato dato) ci<br />

sara’ dato” (Is. 9:6). Versioni moderne giustamente traducono questo verbo al passato remoto<br />

con il futuro – “un figlio ci sara’ dato”- perche’ questo e’ quello che essi implicano.(39) E’ giusto<br />

domandare se questo “passato remoto <strong>della</strong> profezia” o “intenzione” non appaia pure nel<br />

Vangelo di Giovanni.<br />

Noi non abbiamo alcuna difficolta’ a riconoscere che la promessa, di dare ad Abramo la<br />

terra, si riferiva al futuro. Tuttavia era espressa con un passato remoto: “Al tuoseme io ho dato<br />

questa terra” (Gen. 15:18). Il Commentario di Soncino ha osservato appropiatamente: “<strong>La</strong><br />

promessa di Dio e’ espressa con parole che indicano un’ azione gia’ compiuta.”(40) Il tempo<br />

passato non deve essere preso letteralmente qui’, poiche’ la terra non era ancora stata data (ed<br />

ancora non e’) ad Abramo. Stefano dice chiaramente: “Dio non gli ha ancora dato neanche un<br />

metro quadrato di terra che potrebbe chiamare sua, tuttavia ha promesso che gliel’ avrebbe data”<br />

(Atti 7:5). L’ apparente contraddizione fra Genesi15:18 (“Io ho dato”) ed Atti 7:5 (“Dio non ha<br />

dato”) si puo risolvere facilmente con il riconoscere “il profetico passato remoto” che punta<br />

senza alcun dubbio alla sicura futura realizzazione a causa del passato decreto nel grande piano<br />

di Dio. Similmente, Dio ha dato la terra ad Abramo ed Isacco (Gen. 35:12), benche essi ancora<br />

non l’ abbiano ricevuta.(42) Noi suggeriamo l’ applicazione di questo principio al linguaggio di<br />

preesistenza nel Vangelo di Giovanni quando veniamo a considerare 17:5 (piu’ in la’). Ma prima<br />

e’ bene cominciare ad esaminare altri versi che parlano di “preesistenza” in Giovanni.<br />

Che Cosa Vuol Dire Giovanni con le Parole ‘ Gesu’ e’ Venuto ed e’ Stato Mandato?’<br />

Facendo affidamento sul preconcetto che Gesu’, nel Vangelo di Giovanni, venne da una<br />

esistenza pre- umana nei cieli, i lettori del quarto Vangelo concludono che Gesu’ “venendo dal<br />

Padre” “procedendo dal Padre” o essendo stato “mandato dal Padre” sono prove lampanti <strong>della</strong><br />

dottrina dell’ Incarnazione – che il Figlio preesistesse la sua nascita e divenne uomo. Tuttavia, lo<br />

stesso modo d’ esprimersi e’ usato per persone non considerate preesistenti. Giovanni Battista<br />

anche lui e’ “stato mandato da Dio” (Giov. 1:6). Nicodemo credeva che Gesu’ fosse un maestro<br />

“venuto” da Dio, no che credesse che Gesu’ fosse preesistito, ma soltanto che Dio lo aveva<br />

incaricato, gli aveva affidato una missione da compiere (Giov. 3:2). Gesu’ era “da Dio” (ek<br />

theou), ma i discepoli anche loro sono da Dio (ek theou) (Giov 8:47). Nel linguaggio di<br />

Giovanni, falsi profeti “son venuti” (exerchesthai) nel mondo (1 Giov. 4:1), i.e. a predicare. Allo<br />

stesso modo Gesu’ proclamava d’ essere “venuto (o proceduto)” a predicare il Vangelo del<br />

Regno (Marco 1:38). In nessun posto nel Vangelo di Marco, si fa referenza alla preesistenza e la<br />

versione di Luca dello stesso detto dice che Gesu’ “fu mandato” da Dio (Luca 4:43). “Che e’<br />

venuto” ed “e’stato mandato” sono due modi sinonimi d’ esprimere la nozione che Gesu’ era<br />

stato commissionato da Dio come Suo agente, alla tipica maniera Giudaica del shaliach, o<br />

ambasciatore, che e’ stato potenziato con piena autorita’ da colui che lo “ha mandato” con un<br />

messaggio. (43)<br />

Dunn mette in risalto che Mose’ ed i profeti ed altri sono stati mandati da Dio: “e’ evidente…<br />

che mandare [exapostellein] quando si parla di Dio non rivela l’ origine o il punto di partenza di<br />

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