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La Dottrina della Trinita - Restoration Fellowship

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(Giov. 1:14), la transizione non consisteva nel fatto che una persona divina divenne una persona<br />

umana, ma che una impersonale personificazione (Vedere Sapienza nel libro dei Proverbi 8:22,<br />

30) – la “parola” di Dio – si e’ incarnata (ha preso forme) divenendo un essere umano.<br />

Il susseguente sviluppo del pensiero <strong>Trinita</strong>rio e’ stato incoraggiato da una interpretazione<br />

sbagliata del concetto Ebraico del “logos [parola]” da parte di Giustino Martire. Per Giovanni,<br />

“logos” non ha mai significato una seconda persona <strong>della</strong> Divinita’, ma la libera espressione<br />

dell’attivita’ di Dio. Giustino, che come Platonico era stato abituato a considerare il “logos”<br />

come un’ intermediario fra Dio e l’ uomo, naturalmente identifico’ Gesu’ con il “logos” e lo<br />

credette un preesistente Figlio, una persona numericamente diversa dal e subordinata allo Unico<br />

Dio. Giustino poi prosegue e trova Gesu’ nell’ Antico Testamento, fino al punto di identificarlo<br />

con l‘ angelo di Dio, prima <strong>della</strong> sua incarnazione. Tuttavia anche con Giustino non siamo<br />

ancora alla finale formazione credale del Concilio di Calcedonia. Il punto importante, che e’<br />

necessario notare, e’ che l’ acquisito <strong>Trinita</strong>rismo, non si puo’ rintracciare al Nuovo Testamento,<br />

attraverso i primi Padri <strong>della</strong> Chiesa. Questi Padri hanno sempre creduto che il Cristo fosse un’<br />

essere subbordinato all Unico Dio. Alcuni credevano che il Figlio avesse una origine.<br />

Il punto in cui la filosofia Greca e’ stata capace d’ interferire con gl’ insegnamenti biblici e’<br />

stato propio il Vangelo di Giovanni e particolarmente il suo prologo. Una interpretazione<br />

sbagliata del Vangelo di Giovanni ha progettato Gesu’ nel preesistente “logos” Platonico. Cosi’<br />

la semplice Messianica Cristologia dei Sinottici ed di Giovanni stesso (a condizione che non sia<br />

letta da una perspettiva speculativa Greca) e’ stata oscurata. E’ stato il compito dei teologi di<br />

Cambridge, nel Mito del Dio Incarnato, di sollevare la questione se “il parlare <strong>della</strong> preesistenza<br />

di Gesu’ dovesse, in alcuni casi o forse anche in tutti, esser presa sull’ analogia <strong>della</strong> preesistenza<br />

<strong>della</strong> Tora, per indicare l’ eterno divino proposito che e’ stato raggiunto attraverso Lui (vd. 1<br />

Pietro 1:20) invece di una preesistenza di genere pienamente personale.” (23)<br />

Se questa interpretazione e’ giusta, allora l’ osservazione di John Robinson del modo in cui i<br />

Padri hanno trattato il Vangelo di Giovanni e’ corretto:<br />

<strong>La</strong> teologia Patristica di qualsiasi scuola ha abusato questi versi [di Giovanni] portandoli fuori dal<br />

contesto e dando loro un significato che Giovanni non ha Mai inteso[dare]. Il linguaggio pratico<br />

del Figlio e lo Spirito che sono stati mandati nel mondo dal Padre, e’ stato permutato in una<br />

relazione eterna ed interna tra Persone nella Divinita’ e parole come “procreazione” e<br />

“processione” sono state ridotte a termini tecnici il cui uso non sara’ convalidato dal Nuovo<br />

Testamento.(24)<br />

Proteste sul maltrattamento del concetto di Giovanni del “logos [parola o Verbo]” sono state<br />

spesso compressate nell’ oscurita’. E’ tempo che voci significative siano ascoltate. Nel 1907, il<br />

Professore di Teologia Sistematica a Jena in Germania ha publicato il suo System der<br />

Christlichen Leher, la culminazione di tutta una vita di riflessione sulla natura <strong>della</strong> fede<br />

Cristiana. Insieme ad altri piu’ recenti commentatori il professore mette il dito sul problema<br />

<strong>Trinita</strong>rio che sorge quando il “Logos,[Parola o Verbo]” di Giovanni 1 e’ trattato come se<br />

indicasse una preesistente seconda Persona or Essere invece di un sinonimo per il saggio e<br />

creativo proposito dell’ Unico Dio. Non c’e’ alcun <strong>Trinita</strong>rismo nel prologo di Giovanni, se il<br />

“Logos “fosse scritto con la “l” minuscola e se fosse inteso come un modo per descrivere l’<br />

intenzione o Piano di Dio, no (fino al punto di) Figlio di Dio.<br />

Hans Wendt di Gena ha sottoposto il problema ad una penetrante analisi. Egli mostra che<br />

quando la " parola " e’ presa nel senso Ebraico, come attivita’ creativa di Dio – basata sulla sua<br />

costante comparsa in quel senso nell’ Antico Testamento – non c’e assolutamente alcuna<br />

giustificazione di pensare che Giovanni volesse dire: “Nel principio c’ era il coeterno Figlio di<br />

Dio ed il Figlio era con il Padre ed il Figlio era Dio.” Tale interpretazione semplicemente<br />

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