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La Dottrina della Trinita - Restoration Fellowship

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confonde uno dei piu’ grandi ed il piu’ centrale principio tra tutte le rivelazioni, quello che Dio e’<br />

una persona singola. Se il Logos fosse il Figlio in condizioni pre- umane, allora sia il Padre che il<br />

Figlio avrebbero lo stesso diritto di essere considerati come Deita’ suprema. Questo sviluppo,<br />

tuttavia, diede un colpo fatale al monoteismo <strong>della</strong> Bibbia Ebrica, quel monoteismo che Gesu’ ha<br />

publicamente confermato (Marco 12:29, 29) al cospetto di teologi inquisitori e del Suo cerchio di<br />

Apostoli. Se la “parola” in Giovanni 1 e’ presa come se dicesse “la parola di Dio” e’ chiaro che<br />

Giovanni intendesse riferirsi alla forza creativa di Genesi 1:1-3; Salmo 33:6, 9 ; Salmo 119:103-<br />

105. Una fatale iniziativa e’ stata presa, dice il ProfessoreWendt, quando la “parola” nel prologo<br />

di Giovanni e’ stata interpretata, no nei termini <strong>della</strong> sua origine Ebraica, ma nel senso<br />

Alessandrino e Filonico, come un’ intermediario fra Dio e l’ uomo.<br />

<strong>La</strong> frase d’ apertura del Vangelo di Giovanni, che ricorda la filosofia di Filo, puo’ essere capita da<br />

un Giudeo o da un Cristiano, senza alcun richiamo a Filo. Quindi noi non dovremmo sostenere,<br />

dal significato che Filo ha dato alla “parola” come un’ ipostasi, che anche Giovanni intendesse<br />

con la “parola” una presistente Personalita’. Nel resto del Vangelo ed in Giovanni 1, “parola”<br />

non e’ mai usata nel senso di persona… Vuol dire invece la “rivelazione” di Dio che prima era<br />

stata data ad Israele (10:35) era venuta ai Giudei nelle Sacre Scritture (5:38) e che in seguito fu<br />

affidata a Gesu’ e poi da Gesu’ fu data in custodia ai suoi discepoli (8:55; 12:48; 17:6, 8, 14, 17;<br />

1 Giov. 1:1) e che adesso sara’ preservata da loro (1 Giov. 1:10; 2:5, 14). L’ ambiguo modo di<br />

personificare in cui la parola e’ stata usata, con non curanza, come venuta nel mondo (1:9-14), e’<br />

tipico dello stile di personificazione nell’ Antico Testamento con referenza alla parola (Isaia<br />

55:11; Salmi 107:20; 147:15; vd. 2 Tess. 3:1). Non c’e’ alcun modo di provare che l’ autore del<br />

prologo considerasse ‘ la parola ’ come una persona in carne ed ossa. Soltanto il Gesu’ <strong>della</strong><br />

storia, e no la parola originale, ci e’stato detto, divenne il Figlio (Giov. 1:14, 18). Ma in questo<br />

Figlio dimorava ed era al lavoro l’ eterna rivelazione di Dio.(25)<br />

Il Professore Wendt continua sottolineando che l’ apparente connessione di Giovanni con<br />

Filo non dovrebbe essere spiegata con la sua adozzione <strong>della</strong> parola dall’ idea filosofica di Filo.<br />

In realta’ l’ Apostolo sta cercando di confutare l’ intrusione <strong>della</strong> filosofia di Filo, da parte dei<br />

rappresentanti <strong>della</strong> scuola Alessandrina che in un primo tempo avevano contrapposto la<br />

Verita’con la loro speculazione (vd. Atti 18:24-28). Giovanni ha mirato il suo prologo a loro. L’<br />

ironia <strong>della</strong> storia e’ che l’ ortodossia, alla fine, e’ caduta a causa <strong>della</strong> stessa speculazione<br />

filosofica, ha proposto un preesistente “secondo Dio” ed ha usato Giovanni per sopportare questo<br />

abbandonamento del monoteismo! Traduzioni moderne del prologo con la “Parola” con la lettera<br />

maiuscola e l’ uso del pronome maschile per logos sono una continua testimonianza dell’<br />

influenza <strong>della</strong> filosofia Greca Filonica che ha confuso la fede Ebraica del Nuovo Testamento.<br />

Giovanni e’ stato distorto e male interpretato e la vittima di cio’ e’ stato l’ unitario monoteismo<br />

di Gesu’ e dei suoi seguaci (Giov. 5:44; 17:3).<br />

L’ analisi percettiva del professore Wendt merita un’udienza piu’ vasta:<br />

Dal tempo di Giustino, il logos Cristologico e’ divenuto prominente nella teologia<br />

Cristiana….Questa dottrina del logos ha creato un rapporto ed un’ accordo con la filosofia <strong>della</strong><br />

(piu’) Recente Antichita’. Il problema principale, per quest’ultima, era quello di determinare la<br />

relazione tra il mondo inferiore e materialistico ed il mondo trascedentale di Dio e dello Spirito.<br />

Per risolvere questo problema hanno posizionato degl’ “esseri intermediari.” Questi erano<br />

emanazioni <strong>della</strong> Deita’ e rappresentavano mezzi graduali, usati come ponti per mezzo dei quali il<br />

vuoto tra Dio e l’ uomo sarebbe stato colmato. <strong>La</strong> speculazione Cristiana del logos come l’<br />

intermediario nella creazione, era direttamente connessa a questa speculazione Ellenistica e<br />

filosofica, dato che offriva la stessa soluzione allo stesso problema cosmologico… Ma la<br />

combinazione d’ interessi cosmologici e filosofici con quelli religiosi e soteriologici conteneva<br />

una propia contraddizione interna. Per, la dottrina del logos, offrire una soluzione adeguata al<br />

problema cosmologico, il logos doveva essere presentato come una vera persona intermediaria<br />

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