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La Dottrina della Trinita - Restoration Fellowship

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emergere uno scenario Cristologico – o per meglio dire scenari – molto diverso dalla susseguente<br />

ortodossia.”(55) “[Gesu’] era lo incorporamento di tutte le promesse di Dio portate a compimento.<br />

Tale Cristologia, io suggerisco, rappresenta la Cristologia del Nuovo Testamento meglio dell’<br />

idea dell’ incarnazione, ed e’ stata infatti il principio di molte piu’ idee Cristologiche, quando<br />

tutto l’ Antico Testamento era visto come realizzato in Cristo.”(56)<br />

Frances Young restaura la figura biblica di Gesu’ che funge da Dio senza essere Dio: “Paolo<br />

non Lo ha mai chiamato Dio, ne’ Lo ha mai identificato con Dio. E’ vero che faccia il lavoro di<br />

Dio; Egli e’ senza meno il supernaturale agente, che agisce per iniziativa di Dio.”(57)<br />

<strong>La</strong> chiara veduta dell’ autore <strong>della</strong> distinzione biblica fra Dio e Gesu’ le permette di non<br />

essere ingannata dagli errori dei Padri. Essa non era ben sicura se nello sviluppo <strong>della</strong> Cristologia<br />

“Giuste domande erano state chieste, o se soluzioni migliori erano state trovate.”(58) L’ ortossia<br />

che alla fine ne emerse era sopportata da “inadeguati argomenti e distorte esegesi”.(59) Il credere<br />

in Gesu’ come Dio incarnato era stata dettata dal prevalente ambiente filosofico. Infatti ci sono<br />

evidenti similarita’ fra la cosmologia triadica del neo- Platonismo e la <strong>Trinita</strong>’.<br />

Quello che piu’ aiuta e’ il criticismo <strong>della</strong> Fraces Young <strong>della</strong> radicata idea che soltanto Dio<br />

Stesso puo’ assicurarci la salvezza e percio’ Gesu’ non puo’ essere altro che Dio. Il problema<br />

con questa veduta ortodossa e’ che il Dio immutabile non puo’ soffrire, non puo’ essere tentato, e<br />

non puo’ morire. Il trattamento di Atanasio <strong>della</strong> tentazione di Gesu’ cade in docetismo e porta<br />

all’ apparentemente insensata conclusione che Gesu’”soffri’ senza veramente soffrire”: “il<br />

suggerire che mentre il ‘ corpo’ o l’ ‘uomo Gesu’’ soffriva sulla croce, il Logos in qualche modo<br />

soffriva in simpatia, poiche era ‘ il Suo corpo’ o il ‘ Suo uomo,’ poiche’ per natura non era<br />

possibile per Lui soffrire.”(60)<br />

Questo componimento fornisce un’ avvincente confutazione <strong>della</strong> confortevole veduta che i<br />

Padri fedelmente hanno trasmisso nel descriverci il Gesu’ del Nuovo Testamento. Anzi, il loro<br />

filosofare ha portato in “vicoli ciechi di paradossi, d’ illogicita’ e docetismo.”(61)<br />

George Carey<br />

George Carey, che in seguito divenne Arcivescovo di Cantebury, e’ venuto alla difesa <strong>della</strong><br />

tradizionale dottrina dell’ Incarnazione, nel Dio Incarnato: unendosi alle contemporanee sfide<br />

alla Classica <strong>Dottrina</strong> Cristiana. <strong>La</strong> validita’ del suo lavoro sta nella sua giustificabile protesta<br />

contro la tendenza fra alcuni autori del Mito del Dio Incarnato di ridefinire Gesu’ in modo di<br />

renderlo piu’ accetto al moderno uomo di scenza. Carey e’ giustamente disturbato dal rifiuto di<br />

credere nella vergine concezione, nell’ innocenza di Gesu’ e nella Sua resurrezione come un<br />

fatto obiettivo <strong>della</strong> storia. Coloro che contribuirono al Mito hanno cosi’ indebbolito l’ efficacia<br />

delle propie obbiezioni bibliche all’ Incarnazione ortodossa. <strong>La</strong> loro ambivalenza incresciosa del<br />

sopranaturale, specialmente <strong>della</strong> resurrezione, inevitabilmente sminui’ le loro ben- discusse<br />

obiezioni sul <strong>Trinita</strong>rismo. “Liberali” molto spesso sventolano una bandiera rossa ai<br />

conservativi. Tuttavia, un “liberale” puo’ essere piu’ obiettivo nella sua investigazione <strong>della</strong><br />

Bibbia, dato che e’ meno intento di un conservativo a difendere un sistema tradizionale.<br />

E’ possibile credere fermamente in quello che Carey chiama: “straordinario, unico legame di<br />

Gesu’ con Dio,”(62) senza pertanto aderire alla dottrina che Egli era Dio. Anche Carey ha<br />

difficolta’ a chiamarlo apertamente Dio. Egli preferisce una piu’ indiretta descrizione di Gesu’<br />

“in una certa forma Dio”(63) Tra gli estremi di alcuni esponenti del Mito ed il pieno <strong>Trinita</strong>rismo,<br />

si’ e’ aperta una nuova strada nel modo di percepire Gesu’. Se la nuova Cristologia avesse<br />

confermato gli elementi soprannaturali <strong>della</strong> biblica descrizione di Gesu’, e se Carey potesse<br />

riconsiderare la debolezza di “usare” un linguaggio che prova una preesistenza, una piu’ biblica<br />

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