Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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– Parlavamo di quel… soldato ferito… e dicevo che è<br />
molto <strong>al</strong>la buona anche coi poveri, e…<br />
– Avrei voluto vedere – interruppe il Ruoni un po’ rudemente<br />
– che, dopo tante gentilezze che voi gli avete usato,<br />
avesse avuto il fegato di fare il superbo, anche! Non c’è<br />
m<strong>al</strong>e! L’avete trattato come un principe, Pascà, e vi dev’essere<br />
costato molte seccature.<br />
– Bah! non tanto poi, amico mio. Si contentava di poco,<br />
e…<br />
– Eh eh! Le donne lo sanno, questo! – ribatté ridendo.<br />
– Non è vero, Spirà?<br />
Costei, stavolta, non era pronta <strong>al</strong>la botta, e si trovò più<br />
debole. Sentì una vampata s<strong>al</strong>irle <strong>al</strong>le tempie, e arrossarsele<br />
anche gli occhi; le s’accese il <strong>cuore</strong> e il cervello, ed ebbe una<br />
subitanea tentazione d’ira. «M<strong>al</strong>edetto! Che intendeva dire?<br />
Era una lode o una frecciata? Ella se la sentiva nelle viscere<br />
come una punta di spiedo arroventata. E tutti tacevano, e<br />
tutti aspettavano, e Mena la guardava con occhi incantati, e<br />
anche il basilisco la fissava con sguardo di fascino, e Girominu,<br />
benché sembrasse distratto nell’osservare i fregi del c<strong>al</strong>cio<br />
del fucile, aveva tutta la vita concentrata nell’udito, si vedeva.<br />
Oh Nostra Signora bella!». Con uno sforzo eroico si<br />
dominò, e rispose: – Quando si fanno per dovere… non ci<br />
son seccature, ziu Niccò. Voi siete G<strong>al</strong>lurese e lo sapete!<br />
– Brava, mela d’oro! – approvò colui tutto contento e sorridente.<br />
– Hai veramente un <strong>cuore</strong> amoroso, Dio ti mantenga.<br />
Vorrei che fossi figlia mia! Ma quelle mie caprette, a che<br />
v<strong>al</strong>gono? Puoi esser fiero delle tue figliole, Pascà!<br />
Il vecchio, tronfio, rispose con un gran gesto evasivo di<br />
protesta in aria, come per dire che non francava poi la spesa<br />
di esser fiero di quelle rondinelle lì: e sorrise, beato. Ma Spiranza<br />
era più turbata ancora. «Parlava per ironia, colui? Per<br />
celia, per disprezzo?». Lo riguardò bene in faccia e vide che<br />
l’<strong>al</strong>legria era veramente schietta. Ciò parve l’offendesse anche<br />
più. «Mi crede qu<strong>al</strong>che cosa, pare: ed è persuaso d’avermi<br />
già tra le mani! Vedrai, vecchio stolido!». Ringraziò del<br />
complimento abbastanza disinvolta.<br />
In questo, Mena, a un’occhiata della mamma, uscì per<br />
apprestare il caffè, e tornò tosto col vassoio più lucente e<br />
con le chicchere delle più solenni occasioni.<br />
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– Caffè proprio da frati! – esclamò Niccòla, facendo<br />
schioccar la lingua. – Com’è gustoso e profumato! Che ne<br />
facciano quelle mangiapane di casa mia come questo, va!<br />
L’ho sempre detto io: se vuoi bere un sorso di caffè buono,<br />
va da Francisca Ciudeddhu!<br />
– Chi mi loda mi sprezza, Niccò! – protestò colei, gongolando.<br />
– Altro che questo ne prepara tua moglie, Dio la<br />
guardi!<br />
Quegli negò ostinatamente col capo, non potendo parlare.<br />
Tutti sorbirono l’aromatica bevanda con voluttà, a piccoli<br />
sorsi rumorosi, perché raffreddasse in bocca: ed era un<br />
fruscio contagioso che s’animava nella gara.<br />
– Basta! – disse infine l’ospite con aria grave. – Comincia<br />
a farsi tardi: e prima d’andar via vorrei parlare a voi due<br />
soli, Pascà: a te e a tua moglie.<br />
L’ora critica, da tutti attesa, pareva arrivata. A tutti picchiò<br />
il <strong>cuore</strong> con più violenza; più di tutti a Spiranza, la qu<strong>al</strong>e<br />
presentì che in essa forse si decideva la sorte della sua vita.<br />
I vecchi s<strong>al</strong>irono <strong>al</strong>la stanza di Silvio e vi si rinchiusero.<br />
Per un istante nessuno parlò, e da lontano s’udì il grugnito<br />
rabbioso di due verri che si azzuffavano nello stabbiòlo.<br />
Fin<strong>al</strong>mente, dopo due o tre colpetti di tosse, che cercò<br />
di smorzare portandosi la mano <strong>al</strong>la bocca, Niccòla Ruoni<br />
cominciò: – Voi forse indovinate già lo scopo della mia visita…<br />
Non t’ha detto nulla Jacheddhu?<br />
– A dirti la verità, – rispose Pasc<strong>al</strong>i – m’ha detto, sì, che<br />
tu saresti venuto; ma non m’ha detto il perché. «A regolar<br />
le cose» ha detto lui. Ma io non ho compreso ciò che abbia<br />
voluto dire.<br />
– «A regolar le cose», figlio mio! – ripeté zia Francisca,<br />
quasi per dar più forza <strong>al</strong>le parole del marito.<br />
– Che cosa vuoi che abbia voluto dire, quello scimunito?!<br />
Se te l’ho sempre detto io che è un buon’a niente! Ha<br />
voluto dire che io venivo per domandarti a suo nome la mano<br />
di Spiranza! Niente meno! O non ti pare? Io gli ho detto:<br />
«bada che tu non sei uomo da prender moglie, ancora: che<br />
non sai ancora stringerti le serre dei c<strong>al</strong>zoni, e hai bisogno di<br />
tua madre per lavarti la faccia; e quella lì è una giovane a<br />
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