Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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Ella la invidiava, quasi, e avrebbe voluto esser distesa ella stessa<br />
su quel letto d’agonia, per finir quanto prima quella miserabile<br />
vita d’affanni, per togliersi <strong>al</strong> più presto a tutta quell’ingiustizia,<br />
a tutto quell’odio e dolore! E invidiava tutti in<br />
quell’ora, anche quelli che non avevan pane e morivan di<br />
freddo sulle immondezze e non udivano una buona parola, e<br />
non godevano la vista d’un sorriso: tutti, anche le Anime del<br />
Purgatorio!<br />
Sapeva che la madre l’aveva richiesta ripetutamente <strong>al</strong> suo<br />
letto: ma prima il babbo e poi Giromìnu si erano opposti con<br />
barbara crudeltà <strong>al</strong> desiderio della moribonda! – Se viene quella,<br />
me ne vado io! Non voglio più vederla in casa nostra, t’ho<br />
detto! – aveva grugnito il vecchio. Il figlio aveva approvato e<br />
aggiunto: – Se tenta di s<strong>al</strong>ire, la faccio precipitare d<strong>al</strong>la sc<strong>al</strong>a!<br />
Ed ella non aveva, <strong>al</strong>lora, tentato. Non aveva tentato,<br />
no, fratello, benché sentisse il desiderio morboso di essere<br />
anche precipitata d<strong>al</strong>la sc<strong>al</strong>a. Non aveva tentato, per risparmiare<br />
a quella povera cara uno spettacolo inutile e straziante<br />
di crudeltà. S’era racchiocciolata nel suo canto presso la<br />
soglia, finché pur di là non l’avevano cacciata.<br />
Una volta anche tentò, più tardi, quando la sua ansia<br />
era già esasperata. Credeva che gli uomini fossero lontani: le<br />
pareva d’aver udito la voce del fratello più severo risonar sul<br />
poggio, dov’era scompigliato il branco. S’era slanciata quindi<br />
per la sc<strong>al</strong>etta come una ladra, ansimando, chiudendo gli<br />
occhi, stimolata <strong>al</strong>le sp<strong>al</strong>le d<strong>al</strong> suo dolore atroce. Ma, fatti<br />
appena pochi gradini, trovò il passo sbarrato da Giromìnu<br />
che scendeva. Ella gettò un grido e si sentì il <strong>cuore</strong> abbrancato<br />
da un artiglio. – Lasciami passare! – supplicò. – Per le<br />
Anime del Purgatorio, lasciamela vedere!<br />
Ma egli, senza dire una parola, continuava a ingombrare<br />
il passaggio col suo corpo fremente.<br />
– Per i tuoi figli, Giromì, lasciami s<strong>al</strong>ire! Mi è madre<br />
anche a me! m’ha portato in grembo e m’ha dato il latte!<br />
Fratello mio!…<br />
– Fratello ti sia il cane, randagia! – mugolò egli sordamente.<br />
Allora ella si buttò ai suoi piedi, raggricciandosi come<br />
un povero anim<strong>al</strong>etto fustigato nella schiena, e gemette da<br />
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schiantare il <strong>cuore</strong>: – Lasciamela vedere, per i tuoi bimbi<br />
innocenti!<br />
Egli <strong>al</strong>lungò il piede, glie lo posò sulla testa, diventato<br />
brutto di furore, e fece per c<strong>al</strong>carlo su quel misero capo scarmigliato,<br />
dove il cervello ribolliva per febbre. Ella lasciò fare,<br />
preparata a tutto. – Fammi quel che vuoi ma lasciami passare!<br />
– No! non passi! – ruggì sordamente il m<strong>al</strong>vagio. – Non<br />
passerai mai!<br />
Allora ella si levò, tentò d’avanzarsi per forza. Ma il fratello<br />
l’attanagliò ai polsi e la trascinò verso l’uscita. La sventurata<br />
si divincolò nella lotta, esasperata e furiosa, emettendo l’anima<br />
straziata nell’urlo… Ma da una delle porticine del primo<br />
piano, a quel fracasso intempestivo, uscì qu<strong>al</strong>cuno, e si lasciò<br />
menare, senza far più resistenza, verso l’uscio, come affamato<br />
ladruncolo colto in f<strong>al</strong>lo. – Dio ti perdoni! – mormorò.<br />
In seguito era venuta Mena d<strong>al</strong> villaggio, ed ella aveva<br />
sperato che <strong>al</strong>meno essa le avrebbe ottenuto la grazia. Le si era<br />
aggrappata <strong>al</strong>le vesti come uno che è travolto d<strong>al</strong>la piena s’aggrappa<br />
<strong>al</strong> tronco che g<strong>al</strong>leggia. Ma neanche la dolce intercessora<br />
era riuscita ad ammollire quei cuori divenuti di pietra.<br />
Tutto questo sembrerebbe mostruoso, com’è veramente,<br />
se non si pensasse che ove l’ira brut<strong>al</strong>e si giustifichi con<br />
bassi sentimenti egoistici, e s’ammanti con fulgidi quanto<br />
f<strong>al</strong>si pretesti d’onore offeso, e s’arroghi l’<strong>al</strong>ta missione di legittima<br />
vendicatrice, natura e amore tacciono, ogni misfatto<br />
appare doveroso e lecita ogni via!<br />
Fin<strong>al</strong>mente era giunto il sacerdote, quando già lo stato<br />
dell’inferma era disperato; ed egli a nome della religione aveva<br />
difeso i diritti di quelle due povere anime che si cercavano<br />
con sì dolorosa brama, e ottenuto, dopo gridi e mugolamenti<br />
e ruggiti, che la reietta venisse ammessa nella stanza della<br />
morte.<br />
Ella s<strong>al</strong>ì le sc<strong>al</strong>e col <strong>cuore</strong> in tumulto, sentendosi mancare<br />
a ogni passo; e trovò la madre già agonizzante, che sulle<br />
prime non la riconobbe. Vicino <strong>al</strong> letto stavano solo Mena e<br />
Cat<strong>al</strong>ina: gli <strong>al</strong>tri, prima ch’ella venisse, si erano <strong>al</strong>lontanati<br />
per fuggire l’impuro contatto.<br />
Ma di ciò ella non s’avvide. Vicino <strong>al</strong>la sponda di quell’<strong>al</strong>tare,<br />
su cui la madre moriva, ella guardava guardava quel viso<br />
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