29.05.2013 Views

Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Ma essa tremò sotto quello sguardo significativo e fu<br />

colta da misteriosa paura. Nel grave silenzio ch’era caduto<br />

nella stanza s’udivano ancora le voci scomposte di M<strong>al</strong>cu.<br />

– Non lo fate dunque tacere? – gridò ella <strong>al</strong> padre,<br />

scoppiando in pianto. – Dice un monte di sciocchezze contro<br />

di voi… contro di me… contro di… contro tutti!<br />

– Figlia mia! – intervenne zia Francisca. – Che cosa hai<br />

dunque contro quel poveretto, stasera? Abbi pazienza! Non<br />

sa quello che dice, figlio mio!<br />

– M<strong>al</strong>cu! – chiamò il vecchio. – Vieni dunque a cena! Oh!<br />

– Lo sa lei, cos’ha contro M<strong>al</strong>cu! – osservava con <strong>al</strong>lusioni<br />

incomprese Giromìnu. – Non vedete che se n’è amm<strong>al</strong>ata?<br />

Spiranza continuava a singhiozzare col grembi<strong>al</strong>e agli<br />

occhi, e la madre cercava di chetarla con esortazioni affettuose.<br />

Anche Mena le diceva buone parole, la carezzava con<br />

le sue mani innocenti, le strappava a forza la stoffa d<strong>al</strong> volto.<br />

– Altre carezze meriterebbe, mamma – bofonchiava il<br />

figlio maggiore. – Carezze con un bastone d’oleastro, se deste<br />

retta a me! E tu, perché non la lasci stare, che mi fai<br />

nausea?<br />

– Gli è che mi duole… la testa, Giromìnu! – proruppe<br />

ella non potendone più. – E tu non hai un briciolo di <strong>cuore</strong>,<br />

non hai!<br />

– Il bastone, <strong>al</strong>la testa, il bastone!<br />

– Chi parla di bastone? – domandò <strong>al</strong>legramente M<strong>al</strong>cu,<br />

entrando. – Che ne fai del bastone, Giromì? Per battere<br />

Spiranza lo vuoi? o perché?… Ma l’hai battuta già, forse,<br />

che piange come una moccicosa?<br />

– Taci, tu! – comandò imperiosamente ziu Pasc<strong>al</strong>i. – E<br />

fareste bene di finirla tutti, con questo funer<strong>al</strong>e!<br />

– Anch’io direi così, Pascà! – aggiungeva zia Francisca,<br />

sedutasi fin<strong>al</strong>mente a tavola. – Figli miei: oggi era festa; ma<br />

se vi trattate così, me la fate dimenticare… Siate buoni, e<br />

mangiate.<br />

Nel silenzio s’udì ancora il m<strong>al</strong> represso singhiozzio di<br />

Spiranza, il borbottio sommesso di M<strong>al</strong>cu, il tintinnio della<br />

posata di Giromìnu. Mena stava zitta; d<strong>al</strong> suo posto guardava<br />

teneramente la sorella con occhi lacrimosi.<br />

72<br />

Il padre pareva contristato e taceva anch’esso, inghiottendo<br />

di m<strong>al</strong>avoglia il cibo amaro. Poi non poté più contenere<br />

in sé la rampogna. – Ecco come si guastano le feste!<br />

Come si trapassano senza riguardo i cuori dei vecchi. Dovreste<br />

avere un po’ più d’amore per noi, figli cari; per noi<br />

che… –. E non trovava <strong>al</strong>tre parole.<br />

M<strong>al</strong>cu si credette autorizzato a venirgli in aiuto. – Lo<br />

vedi, Spirà! – disse egli. – Perché dài dispiaceri <strong>al</strong> babbo?<br />

Non sai?…<br />

– Tu, dovresti incominciare a non dargliene! – interruppe<br />

bruscamente il vecchio. – Perché cerchi gli <strong>al</strong>tri? Dovevi<br />

cominciar tu a berlo come si deve, il vino, e a mantenere la<br />

testa a posto!… Ingrati! – mormorò poi con risentimento. –<br />

Una giornata come questa, che la nostra famiglia doveva ricordare<br />

finché ne durava uno vivo, per le belle figure che<br />

tutti avevamo fatto in ogni cosa; una giornata di tanta contentezza,<br />

doveva essere coronata da questa cena! Dio ve la<br />

paghi, dunque, l’<strong>al</strong>legria che mi date!<br />

Tutti ascoltavano in silenzio quello sfogo addolorato, e<br />

avevano compassione di quella vecchiezza contristata. Solo<br />

nel <strong>cuore</strong> di Giromìnu, il più impulsivo, s’insinuò m<strong>al</strong>ignamente<br />

un dèmone. Egli contrasse la bocca con la solita<br />

smorfia, poi l’aperse a un sogghigno infern<strong>al</strong>e. – Le belle figure!<br />

– pronunziò egli lentamente con ironia e con scherno.<br />

– Il vecchio è contento della sua famiglia: beato lui! –.<br />

Poi investì direttamente ziu Pasc<strong>al</strong>i con fremiti nella voce e<br />

fulmini nella vista: – Vi è piaciuta dunque oggi vostra figlia,<br />

babbo? la vostra figlia maggiore?<br />

Spiranza ebbe un sussulto. Le parve che tutto il sangue le<br />

affluisse <strong>al</strong> <strong>cuore</strong> e le accendesse nel seno una fiammata. Come<br />

punta d<strong>al</strong>la vespa si volse verso il fratello, e parve il simulacro<br />

della disperazione. Il vecchio tremolava in ogni fibra,<br />

sveniva d’ansia dolorosa e non poteva parlare. Tutti s’attendevano<br />

con pena suggellata e muta lo scoppio d’una bufera.<br />

Giromìnu, sempre più suggestionato d<strong>al</strong> m<strong>al</strong>e, li teneva<br />

sui carboni accesi: pareva godesse di quella passione d’anime.<br />

Stamburellava concitato.<br />

– Parla dunque! – supplicò il vecchio con un filo di voce,<br />

come il Patimento.<br />

73

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!