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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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Alcuni si erano appunto sdraiati e avevano acceso le pipe;<br />

ma zio Pasc<strong>al</strong>i non era uomo che venisse meno <strong>al</strong>le consuetudini<br />

antiche.<br />

– Che? Vi par proprio l’ora di meriggiare, questa? Le<br />

pecore! Via! Si spara <strong>al</strong>la mira, ora!<br />

Il G<strong>al</strong>lurese è tiratore per eccellenza, e uno degli svaghi<br />

più graditi delle sue feste è appunto il tiro <strong>al</strong> bersaglio. L’invito<br />

del vecchio fu pertanto accolto con entusiasmo gener<strong>al</strong>e.<br />

Fu un correre <strong>al</strong>la capanna per prendere i fucili: e tutti<br />

uscirono tosto con l’arma lucente, con la cartuccera a cintola.<br />

– E qu<strong>al</strong>e sarà il premio, ziù Pascà?<br />

– L’agnella più grassa, che non ho segnato.<br />

– Eh! Potevate benissimo segnarla. Tanto, uno di voi <strong>al</strong>tri<br />

deve vincerla. Siccome non avete tutti occhio fine, Dio<br />

vi guardi!<br />

Silvio si ricordò dei fischi inaspettati delle p<strong>al</strong>le di Girominu,<br />

ed ebbe un leggero tremito. Sapeva ben lui, se i suoi<br />

ospiti colpissero giusto!<br />

Egli s’era un po’ stordito in quel baccan<strong>al</strong>e semirusticano,<br />

e aveva anche bevuto un po’ più del solito per scacciare<br />

il m<strong>al</strong> umore. Seguì anch’egli la compagnia.<br />

Il bersaglio (scaccu) consisteva in un pezzo rotondo di<br />

carta bianca, come un’ostia, appiccicato a un piccolo sasso,<br />

lontano un trecento passi.<br />

Cominciò a sparare il più giovane: indi seguirono gli <strong>al</strong>tri<br />

in ordine di età. Le p<strong>al</strong>le fischiavano in aria, e i rimbombi<br />

echeggiavano per le coste e per le v<strong>al</strong>li. Vicino <strong>al</strong> sasso la<br />

terra smossa dai proiettili fumava. Di quando in quando la<br />

carta si staccava e <strong>al</strong>lora uno correva per accertarsi del colpo.<br />

L’urto della p<strong>al</strong>la contro la pietra l’aveva fatta cadere. – Eh!<br />

l’ha sfiorato, Dio lo guardi! – gridava il verificatore. – Due<br />

dita, e lo bucava nel centro! –. E ritornava di corsa.<br />

Bum! Bum! La gara continuava tra le acclamazioni e le sfide,<br />

gli aizzamenti e le beffe, le risate e i mòccoli. – Dio ti mantenga,<br />

Giansantu! Hai gli occhi tarlati, oggi? Due p<strong>al</strong>mi lontano! – Eh,<br />

se Dio vuole! lasciatelo sparare. Ziu Pasc<strong>al</strong>i, approntate l’agnella!<br />

– Le braccia secche! Se torni a sparare mi metto io per bersaglio!<br />

– Non siamo più in G<strong>al</strong>lura, Dio scampi! Guarda che tiratori!<br />

– Vergogna, vergogna! E siete giovani, anche! Ai miei<br />

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tempi… – Morte m<strong>al</strong>a! – Coraggio dunque, Andria Lampu! –<br />

Date a me, che siete buoni a far legna!<br />

Silvio e il dottore se ne stavano un po’ in disparte seduti<br />

su d’un rustico sedile <strong>al</strong>l’ombra d’un elce gigante e guardavano<br />

con un certo interesse quel fuoco d’invidiuzze, di<br />

antagonismi, di gelosie, che traspariva sui volti e si tradiva<br />

con le invettive e coi gesti.<br />

Ziu Pasc<strong>al</strong>i e gli <strong>al</strong>tri pochi vecchi s’erano accoccolati<br />

per terra con le gambe a croce e fumavano pacificamente,<br />

sputando s<strong>al</strong>iva e sentenze. Solo di quando in quando facevano<br />

qu<strong>al</strong>che scatto, gridavano qu<strong>al</strong>che parola, grugnivano.<br />

I tiratori, per meglio mirare, chiudevan l’occhio sinistro,<br />

piegavano il ginocchio destro a terra e puntavano il gomito<br />

sull’<strong>al</strong>tro ginocchio. Altri sparavano stando in piedi, <strong>al</strong>tri<br />

seduti, <strong>al</strong>tri coricati bocconi.<br />

Anche le donne, finito di rigovernare, s’erano a poco a<br />

poco unite agli uomini e prendevan parte <strong>al</strong>lo svago. I loro<br />

commenti scombussolavano vie più i pastori.<br />

Il tiro del Campidanese provocò una risataccia gener<strong>al</strong>e.<br />

– Oh oh oh! neanche il bue legato prenderesti, tu! – Altro<br />

che Campidano ci vuole con la G<strong>al</strong>lura! – Viva la G<strong>al</strong>lura!<br />

– Date qua, date qua! – esclamarono due o tre ragazze.<br />

– Vogliamo far vedere che le donne di G<strong>al</strong>lura sparano meglio<br />

dei soldati del Campidano!<br />

– Andate a fare il caffè, voi <strong>al</strong>tre! – gridò con amabilità<br />

zio Pasc<strong>al</strong>i. Sapeva però che le figlie avevano un tiro sicuro<br />

e diceva così per stuzzicarle.<br />

Spiranza strappò a Girominu il suo bel fucile a retrocarica,<br />

si piantò come un’Amazzone sul terreno, e con scatti<br />

secchi delle braccia, spianò l’arma.<br />

Nel silenzio, che s’era fatto quasi religioso, lo scoppio<br />

parve più rombante e il fumo più invadente. Il piccolo disco<br />

bianco era scomparso.<br />

– L’avevo detto ben io, ziu Pascà, che l’agnella sarebbe<br />

rimasta in casa vostra.<br />

– E non si sapeva?<br />

– Chi ne dubitava, Dio la guardi?<br />

Però la carta non era ancora rotta nel centro: era solamente<br />

sbocconcellata <strong>al</strong>l’orlo. Il verificatore la riattaccò <strong>al</strong> masso.<br />

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