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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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Qui tacque, e parve non avesse <strong>al</strong>tro da dire. Sicché il<br />

silenzio piombò, e nella stanza s’udiva il tarlo rodere nascosto<br />

le travi del soffitto. Giromìnu sentì un tarlo anche più<br />

vorace rosicchiargli il <strong>cuore</strong>.<br />

– Fate come volete! – diss’egli incamminandosi languidamente<br />

verso la porta. – Pensateci bene però, ziu Niccò!<br />

Col matrimonio molte cose si potrebbero aggiustare…; con<br />

le inimicizie sapete che tutto si distrugge: anima e corpo e<br />

sostanze…<br />

– Ah! ah! Mi r<strong>al</strong>legro che ora sai anche ragionare come…<br />

un vecchio senza denti…<br />

– Riflettete poi – continuava l’<strong>al</strong>tro, senza badare <strong>al</strong>l’interruzione,<br />

– che Cat<strong>al</strong>ina mi vuol bene… che ci vogliamo<br />

bene…<br />

– Eh! questo poi, se è vero, ce lo dirà essa stessa… non<br />

tocca a te a dirlo. Del resto, sai: se anche fosse vero, non si<br />

suderebbe poi tanto a strapparle la tua pellaccia d<strong>al</strong> <strong>cuore</strong>!<br />

Credilo! Mi chiamo Niccola Ruoni, io; e ho mani di ferro:<br />

le vedi?<br />

– Dio vi benedica! – esclamò il giovane lanciando un’occhiata<br />

di scherno a quelle mani brutte e pelose. – Atterrerebbero<br />

un asino con la soma!<br />

L’uomo non volle capire l’ironia, e lo congedò con un<br />

grugnito; ed egli uscì con un grugnito. E quando stava vicino<br />

<strong>al</strong>la porta d’entrata gli parve d’udire nell’interno della<br />

stanza più vicina, il cui uscio era solamente abbattuto, un<br />

bisbiglio, un <strong>al</strong>terco, una risata nervosa, e, se non s’ingannò,<br />

anche un versaccio volgare.<br />

Schiattava di rabbia, perché mai in vita sua aveva dovuto<br />

soffrire una umiliazione simile. E per fargli avvampare<br />

maggiormente l’ira, i cani si misero tutti a urlare, come se<br />

fossero aizzati, senza che per un pezzo nessuno dei padroni<br />

pensasse a chetarli.<br />

Per colmo, in fine, di misura, quando stava per scomparire<br />

così abbeverato di fiele nella prima giravolta del sentiero,<br />

fu raggiunto a passoni lunghi da Jacheddhu, che pareva venuto<br />

apposta per godere della sua vergogna. Diavolo! come<br />

gli ruggiva l’anima! Stringeva i denti, come se avesse voluto<br />

stritolar qu<strong>al</strong>che cosa.<br />

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– In casa eri? – lo s<strong>al</strong>utò il Ruoni, con un sorriso infern<strong>al</strong>e<br />

sul labbro, che fu per lui una nuova trafittura.<br />

– In casa del diavolo, ero! – grugnì. – Tu ci mancavi, ora!<br />

– Eh! eh! eh! quanta rabbia! Possibile! Non devi scaricarla<br />

tutta su di me, nel caso. Io ti sono amico…<br />

– Amici ti siano i corvi, a pranzo e a cena, va!<br />

– Mi dispiace di trovarti così acceso… Eppure avevo<br />

bisogno di parlarti di cose importanti!…<br />

Il Luna pareva non udisse e continuava a camminare a<br />

passi precipitati, come assorto in un pensiero tempestoso.<br />

L’<strong>al</strong>tro gli andava dietro come un’ombra persecutrice, quasi<br />

<strong>al</strong>itandogli sulla nuca.<br />

A un certo punto il primo s’arrestò di botto, si rivolse, e<br />

digrignando i denti: – che vuoi? – ringhiò. – Lasciami andare.<br />

– Non ti metto la catena: va pure! Chi m’impedisce<br />

d’andare per la via di tutti? Va se vuoi andare!<br />

– Jacheddhu, lasciami! Non son venuto per cercar te…<br />

– Chi cercavi, dunque?<br />

– L’asino che ti sc<strong>al</strong>ci sulle reni, cercavo! –. Gli volse le<br />

sp<strong>al</strong>le e riprese l’andare concitato. E l’<strong>al</strong>tro dietro, sbofonchiando<br />

e rombando.<br />

Per la v<strong>al</strong>lata solitaria s’udiva il brontolio del torrente e<br />

di quando in quando qu<strong>al</strong>che fremito della foresta. Lontano,<br />

in <strong>al</strong>to in <strong>al</strong>to, la vetta argentea e nuda del Limbara si<br />

specchiava nell’ampio cielo terso. Tutto l’<strong>al</strong>tipiano godeva<br />

la vasta pace del pomeriggio primaverile.<br />

Solo quelle due anime erano insensibili <strong>al</strong> fascino del<br />

luogo e dell’ora e si martoriavano con la lotta di passioni che<br />

le sconvolgevano.<br />

Un’<strong>al</strong>tra volta Giromìnu si volse e piantò i piedi sul terreno.<br />

– Dimmelo, però: cosa vuoi da me? – richiese con una di<br />

quelle c<strong>al</strong>me ipocrite, che dissimulano le più gravi tempeste.<br />

– Dimmi prima ciò che volevi tu in casa mia – pregò<br />

beffardamente Jacheddhu.<br />

– Tu lo sai quel che volevo. Perché me lo domandi? Lasciami<br />

tranquillo!<br />

– Lo so: ma voglio sperimentare ancora il tuo porco coraggio:<br />

dillo a me che cosa vuoi!<br />

Quegli urlò, e per la terza volta gli girò la schiena in<br />

faccia, <strong>al</strong>lungando ancora il passo. Ma l’amico implacabile<br />

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