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Ghermita al cuore - Sardegna Cultura

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Il <strong>cuore</strong> di Cat<strong>al</strong>ina batté con violenza e le <strong>al</strong>tre sorelle<br />

stupirono per la sorpresa. Gran motivo doveva spingere il<br />

sorcio <strong>al</strong>la casa del gatto!<br />

Quando furon certe che l’inaspettato visitatore era veramente<br />

Giromìnu, le tre ragazze si ritirarono d<strong>al</strong>lo spiazzo<br />

soleggiato, su cui s’erano indugiate a spettegolare, e rimase<br />

a riceverlo sulla soglia la madre, la qu<strong>al</strong>e diede una voce<br />

verso l’interno per chiamare: – Niccola! o Niccola!<br />

Il marito uscì quando il giovane si presentava <strong>al</strong>la porta<br />

come un cane battuto. I loro sguardi s’incontrarono: quello<br />

come una folgore, questo come fioca fiammella. E tutti due<br />

si trovarono imbarazzati.<br />

– S<strong>al</strong>ute <strong>al</strong> nemico! – cominciò Giromìnu, per rompere<br />

l’incanto.<br />

– S<strong>al</strong>ute! – rispose l’uomo, ingrognato. – Sulla soglia di<br />

casa, non ci sono più nemici; massimamente se vengono<br />

come vieni tu.<br />

Il Luna sentì la guanciata, ma non s’offese. Era preparato.<br />

– Vorrei parlarvi in luogo appartato, ziu Niccò!<br />

– Vieni! – disse seccamente; e lo trasse in una delle<br />

stanze più riposte.<br />

Il giovane camminava su punte di chiodi, e si sentiva in<br />

tutta la persona delle sferzate a sangue: le orecchie gli ronzavano<br />

come bugno che sciami.<br />

– Che cosa vuoi? – gli chiese con durezza il padron di<br />

casa, senza farlo sedere né sedersi.<br />

Giromìnu taceva. Sembrava che non sapesse come cominciare.<br />

Indi, superando una voragine, disse: – Ziu Niccò!<br />

non mi sarei mai trascinato così come una biscia, neanche<br />

dinanzi <strong>al</strong> re, se pur m’avesse dato tutto il suo regno… Eppure<br />

davanti a voi mi sono rotolato così…<br />

– Oh! – disse quegli con intonazione beffarda. – Mi fai<br />

dunque superiore <strong>al</strong> re? Diamine! mi fai troppo onore!<br />

L’<strong>al</strong>tro aveva la risposta pronta: «a ben <strong>al</strong>tri che <strong>al</strong> re t’avrei<br />

messo sotto, somaro ricco!»; ma gli rimase appiccicata in<br />

gola. Gli parve d’inghiottir veleno. – È un paragone solamente.<br />

Vi prego però di non esser crudele… di non continuare<br />

a strapparmi così la pelle a frusto a frusto… Io son<br />

venuto con buone e sante intenzioni…<br />

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– E qu<strong>al</strong>i sarebbero, via, queste sante intenzioni?<br />

Il giovane tentennò ancora: parve combattesse una dura<br />

battaglia. Infine disse con lentezza: – Voi sapete ch’io volevo<br />

bene a vostra figlia, e ch’essa voleva bene a me. Non è<br />

giusto che se una della nostra famiglia è caduta nel disonore,<br />

siamo tutti disonorati… Se il dottore non ha esitato a<br />

fidanzarsi con l’<strong>al</strong>tra mia sorella… io crederei che Cat<strong>al</strong>ina<br />

Ruoni non si macchierebbe se si sposasse con me… Che ne<br />

pensate voi, ziu Niccò?<br />

A mano a mano che Giromìnu parlava, l’<strong>al</strong>tro s’era andato<br />

oscurando in volto, e i suoi lineamenti si contraevano<br />

di quando in quando come per interno tormento. Alla domanda<br />

non rispose: si diede a far pochi passi nella stanza<br />

con le mani congiunte sulla schiena.<br />

Quegli si sentì fremere, dinanzi a tanto disprezzo: avrebbe<br />

voluto s<strong>al</strong>targli <strong>al</strong> collo e soffocarlo; ma aveva dinanzi agli<br />

occhi della mente la figura luminosa della ragazza, che gli<br />

sorrideva e gli tendeva le braccia. Si contenne e ripeté la domanda:<br />

– Che ne dite?<br />

– Vedi: – rispose il Ruoni con solennità, specificando le<br />

parole: – io sono molto franco. Se dovessi decidere io solo,<br />

ti dico la verità, mia figlia non te la darei… Non per te, sai:<br />

te lo dico subito; ma per quella perduta… Non sei G<strong>al</strong>lurese<br />

tu? No: io non permetterei mai che mia figlia vivesse a<br />

un’ora di distanza da quel mondezzaio!… Spiranza Luna! –<br />

esclamava, parlando in gola come se raschiasse e se si preparasse<br />

a sputare. – Non lo comprendi dunque tu in qu<strong>al</strong> fango<br />

sia caduta e non la credi dunque tanto sozza da poter imbrattar<br />

da sola tutta una contrada? Spiranza Luna, la favola<br />

di G<strong>al</strong>lura, l’oggetto del riso e delle beffe di tutta l’isola?<br />

Quelle parole penetrarono nell’anima del giovane come<br />

punte d’eculeo nelle carni vive, e mentre il torturatore glie le<br />

faceva stillare a una a una come gocce di piombo acceso, egli<br />

si contorceva, urlando nel suo intimo, soffocando di spasimo.<br />

– Ma io solo non devo decidere – continuava l’aguzzino<br />

senz’accorgersi di quel supplizio. – Ci son le donne: c’è<br />

Jacheddhu… Sicuro! Jacheddhu Ruoni c’è, che è grasso e<br />

grosso, e che ha conti da fare con quella immondezza, e<br />

quindi con voi<strong>al</strong>tri…<br />

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