Ghermita al cuore - Sardegna Cultura
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in volto né crucciato come <strong>al</strong> consueto. Era entrato in silenzio,<br />
s’era seduto in un canto, e dopo qu<strong>al</strong>che minuto che le<br />
era parso eterno, tanto il <strong>cuore</strong> le martellava, le aveva tenuto<br />
un discorso assai serio intorno <strong>al</strong>la rovina della famiglia e <strong>al</strong>la<br />
necessità assoluta di cercare ogni mezzo per impedirla. Le aveva<br />
detto che egli avrebbe potuto servirsi del mezzo più facile,<br />
del qu<strong>al</strong>e si servivano i maggiori: prenderla in groppa per menarla<br />
<strong>al</strong>la festa, e lasciarla nella v<strong>al</strong>le col petto aperto da una<br />
p<strong>al</strong>la o trafitto da una pugn<strong>al</strong>ata. Però egli non voleva imbrattarsi<br />
le mani nel sangue caro di sua figlia, per quanto sangue<br />
macchiato. Pretendeva però da lei un sacrifizio, un piccolo sacrifizio.<br />
Mentre ancora l’onta non era p<strong>al</strong>ese, si recasse con lui<br />
presso la fattucchiera della v<strong>al</strong>le, che colei le avrebbe procurato<br />
il rimedio efficace per il suo m<strong>al</strong>e.<br />
Ella s’era contorta, presentendo non sapeva qu<strong>al</strong>e sventura;<br />
ma avendo rivolto di sfuggita lo sguardo in viso <strong>al</strong> padre,<br />
l’aveva visto repentinamente farsi così oscuro, così corrucciato<br />
nell’istante dell’attesa, ch’ella si era decisa a seguirlo.<br />
Avevano camminato l’uno dietro l’<strong>al</strong>tro per il sentiero<br />
più nascosto, sebbene più lungo, taciturni e pensierosi con<br />
una fiera tempesta nell’animo. Il padre s’era fermato due o<br />
tre volte nei siti ove le macchie erano più dense e l’ombra più<br />
opaca e il silenzio più cupo: s’era voltato verso di lei quasi per<br />
dirle non sapeva che cosa, ma s’era veduto che lottava, non si<br />
decideva a pronunziare ciò che aveva nell’intenzione: aveva<br />
finito col chiederle, ogni volta, se si sentisse stanca.<br />
Giunti <strong>al</strong> bosco più folto, egli s’era fermato sul ciglio<br />
d’un precipizio, in fondo <strong>al</strong> qu<strong>al</strong>e rumoreggiava il torrente.<br />
Non si vedeva anima viva: non giungeva <strong>al</strong> loro orecchio<br />
più che qu<strong>al</strong>che muglio di vento o qu<strong>al</strong>che lagno di gazza.<br />
Sembrava il regno del silenzio.<br />
Ella era stata scossa da un brivido violento nel vedere il<br />
padre seduto sopra l’orlo dell’abisso, e sporgersi di quando in<br />
quando sulla voragine come per misurarne la profondità e il<br />
terrore, e farle cenno col capo e con le mani d’accostarsi e di<br />
sederglisi a fianco. Si era accostata non sapeva come, s’era seduta,<br />
s’era sporta anch’ella per guardare nel fondo aggrappata<br />
<strong>al</strong>la giacca del babbo. Non aveva visto nulla di distinto: le<br />
era sembrato di scorgere nel buio un brulichio di fantasmi<br />
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che la chiamassero con gestacci osceni, e aveva solo udito lo<br />
scroscio dell’acqua impetuosa, che pareva una beffa.<br />
Là, in cima a quell’<strong>al</strong>tana della morte, egli le aveva tenuto<br />
il terribile discorso senza guardarla: – Figlia mia, la nostra<br />
casa è caduta! Vedi: siamo tutti segnati in fronte con una<br />
macchia che non si può lavare… È meglio morire… A me<br />
non basta l’animo di vivere… E a te, figlia mia?<br />
Aveva atteso sprofondando la sua anima desolata nel tenebrore<br />
con gli sguardi sbarrati.<br />
Ella non aveva potuto rispondere, attanagliata come era<br />
<strong>al</strong>la gola da branche che non la lasciavano respirare: e s’era solo<br />
scostata da lui istintivamente, diventata tutta un tremito.<br />
Egli aveva continuato a parlare con parole ch’ella non<br />
sapeva più ripetere, ma che le erano penetrate tutte come<br />
punte di stocchi nel <strong>cuore</strong>; e le aveva descritto tutto il suo<br />
cordoglio, tutte le notti insonni e i giorni di febbre, e la sua<br />
mente oscurata, e il suo povero <strong>cuore</strong> tutto morto, e il suo<br />
povero sangue tutto rovente, e tutta la sua vita avvelenata.<br />
– Come vivere ancora così, coi miei sessant’anni? No, figlia<br />
mia, non ne ho più la forza: non ho più il coraggio d’affrontar<br />
la vergogna… È meglio morire…<br />
Aveva pianto come un bimbo, e il singhiozzo miserabile<br />
del povero vecchio aveva risonato lugubremente insieme con<br />
gli sghignazzamenti delle gazze. Oh Signore! come le aveva<br />
squarciato le viscere quella vista: come le sembravano accese<br />
quelle lacrime che rigavano il volto rugoso e venerando, come<br />
le sembravano amareggiate quelle labbra che tremolavano…<br />
In un momento di debolezza disperata, ella si era avvinta<br />
a lui (e mai forse l’aveva amato come in quell’istante) e gli<br />
aveva mormorato <strong>al</strong>l’orecchio: – Sì, padre mio! È meglio morire!<br />
–. Ma poi, in un b<strong>al</strong>eno, aveva avuta la visione lacrimevole<br />
dei loro poveri corpi ruzzolanti tra i crepacci, precipitanti<br />
a v<strong>al</strong>le, ridotti uno sfasciume di membra lacerate, insanguinate<br />
e aggrovigliate nello spasimo di morte, dilaniati dagli artigli<br />
degli avvoltoi che avrebbero guidato i loro cari <strong>al</strong>la scoperta<br />
terribile e dolorosa, quando di essi due non rimarrebbe più <strong>al</strong>tro<br />
che le ossa nude e spezzate. Aveva anche, in un attimo di<br />
luce intensa, veduto la sorte miseranda delle due anime trascinate<br />
<strong>al</strong> delitto in quel deplorevole stato d’obbrobrio e di colpa,<br />
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